Paolo Salom per il “Corriere della Sera”
CINESI AL CINEMA
In Occidente c'è il Natale, in Oriente la Festa di Primavera, ovvero il Capodanno cinese, tradizionale periodo di riposo dedicato alla famiglia. E al divertimento: è proprio nella settimana in cui cade l'inizio del nuovo anno (da venerdì siamo sotto gli auspici del segno del Bue) che i cinema si riempiono e le case di produzione fanno i loro affari migliori. Peccato che a causa della pandemia le sale d'Occidente - principale fonte di introiti di Hollywood e «mecche» minori - sono tutte chiuse.
CINEMA IN CINA
Mentre la Cina ha riaperto le proprie, per quanto con limiti all'occupazione dei posti (tre quarti del totale). E i dati disponibili in tempo reale (i biglietti si acquistano soprattutto online) dicono che gli incassi della «settimana d'oro» sono vicini alla media degli anni passati: nel solo giorno di Capodanno, sono stati superati i 500 milioni di euro, secondo record della storia recente.
Ovviamente questi numeri cominciano a impensierire, riporta il Financial Times , i grandi produttori americani, da tempo costretti a deviare i loro film sulle piattaforme di streaming, con i limiti che arrivano dalle scelte «puntuali» degli abbonati.
CINESI AL CINEMA
In Cina, al contrario, per la prima volta, i dieci lungometraggi che hanno guadagnato di più sono tutti di produzione nazionale, avendo scalzato i «rivali» hollywoodiani, da sempre blockbuster internazionali. Cambierà il modello di business - storie e protagonisti - che ha plasmato il nostro mondo dalla nascita del cinema? A Hollywood i timori si fanno sempre più concreti così come le difficoltà tipiche del mercato cinese che faticano a conquistare: temi «graditi» e censura.