Enzo Vecciarelli
DAGONEWS - Il bordello ai vertici delle Forze Armate raccontato ieri dalla Sarzanini sul ''Corriere'' ha mandato in tilt l'intero sistema per 48 ore. La circolare del Ministero dell'Interno che impone a tutti i corpi militari, più Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Polizia, di chiudere non solo i porti ma anche le acque territoriali italiane.
Rolando Mosca Moschini
L'ira dei generali è immediata e il Capo di Stato Maggiore della Difesa Vecciarella parla immediatamente dell'''affronto inaccettabile'' con il consigliere militare di Mattarella, il generale Mosca Moschini, visto che il Presidente della Repubblica è anche al vertice delle Forze Armate. Mosca ha rassicurato lui e tutti gli altri, dalla Marina alla GdF: il Quirinale è con voi, Salvini si sta allargando e ha completamente travalicato i suoi poteri.
Vecciarella parla anche con la ministra Trenta, che a sua volta si rivolge a Conte, che chiama Tria (dal ministero del Tesoro dipende la Guardia di Finanza, tra i corpi più attivi nei mari italiani). Un grande casino istituzionale, che ha portato anche a un colloquio tra Conte e Mattarella: Sergione ha promesso che vigilerà e si farà sentire appena sarà applicata questa circolare che ha completamente sconvolto le gerarchie militari.
Anche perché se la gestione del territorio italiano è sotto il controllo del ministero dell'Interno, i battelli carichi di migranti sono di competenza di tutto il governo. E infatti nel caso Sea Watch sono finiti indagati anche il ministro dei trasporti Toninelli (competente per i porti), Conte e Di Maio.
salvini ignora elisabetta trenta
2. LA NOMINA DEL NUOVO CAPO DELLA MARINA DIETRO ALLO SCONTRO TRA DIFESA E VIMINALE
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Scegliere il nuovo capo di Stato maggiore della Marina, in scadenza tra poche settimane.
Promuovere per quella poltrona una figura che non risponda alle forzature di Matteo Salvini sull' immigrazione, che promette porti sbarrati anche a chi rischia la vita di fronte alle nostre coste.
salvini ignora elisabetta trenta
Sottrarre al vicepremier leghista, insomma, il controllo di una casella decisiva per gestire con equilibrio e rispetto della legge del mare i flussi navali verso l' Italia.
Ecco il nodo attorno a cui si sta consumando lo scontro tra il vicepremier leghista e la ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Ed ecco la ragione della sfida che da 48 ore fa ballare il governo.
Per un giorno intero circola soprattutto un nome, quello dell' ammiraglio Carlo Massagli, attuale consigliere militare di Palazzo Chigi, già al fianco di Paolo Gentiloni nel precedente esecutivo. È lui, secondo fonti della Lega, che avrebbe in mente Giuseppe Conte - con il placet della ministra Trenta - per sostituire Valter Girardelli, attuale guida della Marina, a fine mandato perché in carica dal 2016.
valter girardelli
Dal ministero della Difesa negano che il prescelto sia Massagli, ma confermano che la ministra resisterà alle pressioni indebite di Salvini. Di certo, il dossier è oggetto del vertice di metà giornata tra il premier e i suoi due vice.
Il duello, ormai, è plateale. Trenta e il leghista si ignorano ostentatamente nell' Aula di Montecitorio. È il secondo tempo dello scontro pubblico di martedì scorso, quando con un' inedita indiscrezione attribuita ad ambienti dello Stato maggiore della Difesa (che i leghisti considerano invece frutto dell' entourage della ministra) i militari attaccavano la direttiva di Salvini che intima alla Marina di tenere lontano dai porti italiani la nave Mar Jonio.
Di certo, ieri lo Stato Maggiore ha provato a chiudere la questione evidenziando che «le Forze Armate sono uno strumento tecnico operativo al servizio del Paese e che ogni attività viene pertanto svolta in aderenza alle indicazioni politiche e secondo la prevista linea gerarchica». A Trenta, dunque, e non a Salvini, nonostante la circolare pensata per colpire le operazioni di salvataggio dei naufraghi.
Salvini e Mattarella
La sfida, dunque, si sposta adesso sulle nuove nomine. «Vanno decise insieme - è il messaggio che fa trapelare Salvini - ne parleremo in consiglio dei ministri...». Promette veti, il leghista, anche se due giorni fa emissari del Quirinale gli hanno comunicato tutto il fastidio per le sue ultime mosse debordanti.
È guerra fredda sulla Marina, insomma. Un tassello decisivo per gestire i flussi migratori, soprattutto se l' emergenza libica dovesse mettere l' Italia di fronte alla scelta di salvare o meno eventuali profughi di guerra.
Quello che Papa Francesco ha voluto nei testi della prossima via Crucis, denunciando i porti chiusi a chi ha bisogno di approdo.