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    LA CLINTON SI AVVICINA ALLA CASA BIANCA E RICICCIA MONICA LEWINSKY. IN UNA CROCIATA CONTRO IL CYBERBULLISMO – “MI HANNO CHIAMATA SGUALDRINA. SE C’È QUALCUNO CHE CONOSCE L’AGGRESSIONE DELLA FOLLA, L’INSULTO ANONIMO, QUELLA SONO IO’’


     
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    monica lewinsky monica lewinsky

    Federico Rampini per la Repubblica

     

    «Mi hanno chiamata sgualdrina. Peggio, mi hanno chiamata quella donna là, negando la mia umanità. Se c’è qualcuno che conosce l’aggressione della folla, l’insulto anonimo, quella sono io». È riapparsa Monica Lewinsky. In versione impegnata. In una crociata contro il cyberbullismo, la violenza psicologica e verbale che dilaga sui social media.

     

    Naturalmente il tempismo di questa resurrezione suscita sospetti. È in fibrillazione il clan dei Clinton: ci risiamo, si avvicina la campagna elettorale, è il momento ideale per ricordare all’America lo scandalo più grosso della “famiglia reale”, il rapporto sessuale con quella donna là, come Bill la chiamò quando finalmente si rassegnò ad ammettere dopo tante bugie.

    L ABITO BLU DI MONICA LEWINSKY L ABITO BLU DI MONICA LEWINSKY Monica Lewinsky BILL CLINTON Monica Lewinsky BILL CLINTON

     

    Monica, la “ragazza dell’abito blu” (quello che conteneva tracce di liquido presidenziale, la prova del fatto), è stata invitata come relatrice a Vancouver, in Canada, ad una conferenza Ted. Un contesto illustre: i cicli annui delle conferenze Ted celebrano un quarto di secolo di successi, con lo slogan “Idee che meritano di essere diffuse”; inizialmente specializzate in tecnologie, poi via via con temi sempre più universali. Vancouver è un po’ periferica, ma all’intervento di Monica c’era il Gotha del giornalismo: troupe televisive della Cnn e Bbc, tutte le agenzie da Bloomberg a Reuters, gli inviati politici da Washington.

    MONICA LEWINSKY MONICA LEWINSKY

     

    Reinventarsi a 41 anni si può, soprattutto in America. La Lewinsky si dedica alla ricostruzione della propria immagine pubblica già da mesi. Nel giugno dell’anno scorso apparve su Vanity Fair un suo articolo su “La cultura dell’umiliazione”. Efficace, ben scritto, ebbe la nomination per un premio di giornalismo, il National Magazine Award. È lo stesso tema che le hanno proposto gli organizzatori di Ted, invitandola all’appuntamento di Vancouver su “Verità e Coraggio”.

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    Hillary Clinton BILL Hillary Clinton BILL

    Lei ha intitolato il suo intervento Il costo della vergogna . Con numerosi riferimenti, anche ironici, allo scandalo che l’ha “definita”, racchiusa in uno stereotipo. «Sono l’unica quarantenne che non vorrebbe per nessuna ragione tornare ad avere 22 anni ». «All’età di 22 anni mi innamorai del mio boss; all’età di 24 imparai sulla mia pelle le conseguenze ». «Finii nei testi dei rapper come sinonimo di... cagna. E non esistevano ancora i social media!».

     

    Bill Clinton Monica Lewinsky Bill Clinton Monica Lewinsky

    Ora Monica vuole che la sua odissea, l’essere finita in pasto all’aggressività della folla, possa servire ad altri. «Chiunque soffra per la vergogna e l’umiliazione pubblica, deve sapere una cosa: puoi sopravvivere. È difficile. Non è indolore, né rapido, ma alla lunga puoi scrivere tu un finale diverso per la tua storia».

     

    Hillary and Bill Clinton with Diane Blair article B BEF x Hillary and Bill Clinton with Diane Blair article B BEF x

    La sua nuova ragione di vita è questa crociata contro l’imbarbarimento collettivo, l’aggressione banalizzata, l’odio quotidiano che tracima nei social media, e del quale le donne sono un bersaglio privilegiato. «L’umiliazione come sport, deve cessare — è l’appello che lancia — dobbiamo tornare ai valori dell’empatia, della solidarietà, della comprensione ».

     

    Dice di essere stata spinta dalla vicenda di Tyler Clementi: il 18enne studente della Rutgers University, che dopo essere stato ridicolizzato online dal suo compagno di stanza, si suicidò gettandosi da un ponte, il 22 settembre 2010.

     

    «La rete — dice lei — sta diventando l’autostrada dell’Ego. È un mercato anche quello: l’umiliazione è un’industria, i clic aumentano e con loro i profitti. Reagire si può: puntando sui commenti positivi, denunciando gli aggressori pubblicamente ».

     

    Da David Letterman a Bill Maher, molti anchormen di talkshow hanno fatto pubblica ammenda, pentendosi di aver usato Monica come bersaglio di battute fin troppo facili. Resta da convincere Hillary che questa ricomparsa non sia orchestrata contro di lei.

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