Beda Romano per “Il Sole 24 Ore”
VLADIMIR PUTIN CON UN LINGOTTO D'ORO
La Commissione europea ha proposto ieri un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia nel contesto della guerra in Ucraina. A differenza dei pacchetti precedenti, questo è relativamente minuto, e deve servire soprattutto a eliminare scappatoie tali da permettere a Mosca di aggirare le sanzioni. L’aspetto più interessante è un embargo all’importazione di oro.
In un comunicato, l’esecutivo Ue ha parlato di «pacchetto di manutenzione», col desiderio, come detto, di mettere ordine nelle tante misure decise negli ultimi mesi sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina alla fine di febbraio.
«Questo nuovo pacchetto di misure introdurrà un nuovo divieto di importazione dell’oro russo, rafforzando al contempo i controlli sulle esportazioni di tecnologie avanzate e a duplice uso», ha spiegato la Commissione. La messa al bando dell’oro russo era stata decisa a livello di G7.
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Secondo alcuni diplomatici interpellati a Bruxelles, le proposte non dovrebbero provocare particolari problemi tra i Ventisette, che si riuniranno prima lunedì e poi mercoledì per valutare le misure e tendenzialmente approvarle (anche se proprio ieri il premier ungherese Viktor Orban ha criticato le sanzioni introdotte finora, rimproverando all’Europa «di essersi sparata nei polmoni»). Mancavano dettagli ieri sulla misura relativa all’oro.
Tra le altre cose, il desiderio è di evitare che il metallo prezioso diventi uno strumento finanziario in mano agli oligarchi. Bruxelles propone inoltre di inasprire le sanzioni esistenti, con nuovi limiti all’import da parte di Mosca di beni utilizzabili per scopi militari, come prodotti chimici e macchinari. Altre persone e società vicine al Cremlino saranno colpite con il congelamento dei beni e il divieto di viaggio.
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Infine, tra le misure proposte vi sono anche soluzioni per evitare che le sanzioni blocchino l’export di prodotti alimentari provenienti dall’Ucraina. Si tratta, tra le altre cose, di chiarire che le navi russe che trasportano viveri possono attraccare nei porti europei. Nel contempo, per altra merce, l’esecutivo comunitario vuole evitare che le navi russe scarichino su banchine esterne ai porti.
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