Marco Bresolin per “la Stampa”
avramopoulos
La Commissione europea ha avviato una serie di «verifiche interne» per far luce sullo stipendio e sul ruolo di Dimitris Avramopoulos nell'associazione Fight Impunity, l'Ong di Antonio Panzeri finita al centro dell'inchiesta della procura di Bruxelles con l'accusa di essere una «centrale di riciclaggio» del denaro usato dal Qatar per corrompere deputati e funzionari Ue. La Commissione è inoltre pronta a convocare l'ex commissario greco per chiedergli spiegazioni, come conferma il portavoce di Ursula von der Leyen.
Un nuovo fronte si apre dunque nel Qatargate, proprio nel giorno in cui Doha minaccia ritorsioni nei confronti dell'Ue per il provvedimento adottato dal Parlamento: tutti i portatori d'interesse qatarini saranno banditi dai locali dell'Eurocamera. Il Qatar considera «discriminatoria» la misura adottata e dice che avrà un impatto «negativo» sulle relazioni bilaterali: dalla cooperazione per la sicurezza alle trattative per le forniture di gas.
ursula von der leyen conferenza sul futuro dell europa 3
Come rivelato ieri da La Stampa, Avramopoulos ha ricevuto un compenso dall'Ong di Panzeri per il suo ruolo di "membro onorario" del board: secondo quanto risulta da fonti consultate da questo giornale, avrebbe ricevuto un assegno mensile da cinquemila euro per il periodo dal 1° febbraio 2021 al 1° febbraio di quest' anno. In totale, 60 mila euro per «partecipare a conferenze, pubblicare articoli, dare interviste e discutere con organizzazioni, governative e non, gli obiettivi di Fight Impunity».
ANTONIO PANZERI
Un'attività del tutto legittima per la quale l'esponente del Ppe - che non risulta essere indagato - era stato autorizzato da Ursula von der Leyen nel febbraio del 2021, ma che ora fa sorgere dubbi quantomeno di opportunità politica perché potrebbe trattarsi di soldi "sporchi", incassati da un politico che è in corsa per diventare inviato speciale dell'Ue per i Paesi del Golfo.
Le fonti di finanziamento di Fight Impunity non sono note in quanto l'associazione non è mai stata iscritta nel registro per la trasparenza dell'Ue: nel dicembre del 2020, Avramopoulos aveva spiegato al comitato etico della Commissione che Panzeri intendeva farlo al termine del lockdown. Ma la registrazione non è mai avvenuta. Per contro, il greco aveva comunicato a Bruxelles che il principale finanziatore dell'Ong era la Sekunjalo Development Fund, una fondazione sudafricana legata all'omonimo maxi-gruppo d'investimento.
DIMITRIS AVRAMOPOULOS
«La Commissione sta naturalmente seguendo gli sviluppi del caso - spiega Eric Mamer, portavoce dell'esecutivo Ue -. Stiamo effettuando verifiche interne e contatteremo il signor Avramopoulos qualora vi fossero indicazioni che non abbia rispettato le condizioni stabilite nell'autorizzazione concessagli». Mamer sottolinea inoltre che «la Commissione ha rispettato un accurato processo di due diligence prima di concedere l'autorizzazione al signor Avramopoulos per la sua attività professionale con questa organizzazione».
Abderrahim Atmoun Andrea Cozzolino Pier Antonio Panzeri
Nel caso di Federica Mogherini, anche lei membro del board onorario, non è stato necessario il parere del comitato etico della Commissione perché «è diventata membro dell'associazione nel 2022, ovvero dopo la fine del periodo di controllo (due anni dopo la fine del mandato, ndr)». Mogherini ha spiegato di non aver partecipato attivamente alle iniziative di Fight Impunity né di aver percepito una remunerazione. Fino alla tarda serata di ieri non è stato possibile raggiungere l'ex commissario Avramopoulos per un commento.
Gli aspetti giudiziari del Qatargate sono ora destinati ad avere importanti ripercussioni economiche e geopolitiche nelle relazioni tra l'Ue e Doha. L'altro giorno il Parlamento Ue ha votato una risoluzione che chiede di togliere il badge d'accesso ai suoi locali a tutti i rappresentanti d'interesse del Qatar e ieri è arrivata una dura reazione.
PIER ANTONIO PANZERI Abderrahim Atmoun
«La decisione di imporre una restrizione così discriminatoria che limita il dialogo e la cooperazione prima che l'iter giudiziario sia concluso - si legge in una nota diplomatica diffusa da Doha - colpirà negativamente la sicurezza e la cooperazione regionale e globale». Non solo: il Qatar, che sta diventando uno dei principali fornitori di gas liquefatto dell'Ue, minaccia anche ripercussioni sui negoziati in corso per le forniture energetiche. «Non siamo l'unico soggetto citato nelle indagini, eppure solo il nostro Paese è stato criticato e attaccato»: un chiaro riferimento al Marocco, contro il quale l'Ue non ha adottato alcun provvedimento.