consob opa sts hitachi
Paolo Baroni per “la Stampa”
E adesso la Consob scrive a Parigi. I chiarimenti arrivati da Telecom-Tim non le bastano. Il comunicato di ieri con cui il gruppo telefonico fornisce alcune precisazioni rispetto agli annunci della scorsa settimana, ha infatti prodotto una forte irritazione ai piani alti della Commissione che per questo ha deciso di aumentare l' intensità del suo pressing sulla società telefonica. In particolare ci si aspetta che Tim chiarisca una volta per tutte il rapporto coi francesi di Vivendi, che da fine 2015 detengono una quota del 23,9% della società e che solamente giovedì scorso hanno formalizzato la direzione ed il coordinamento sulla società telefonica italiana.
BOLLORE' VIVENDI
In campo anche l' Amf Le precisazioni di ieri non sono ritenute sufficientemente esaustive e per questo la Consob ha deciso di alzare il tiro investendo della questione l' autorità di controllo della Borsa di Parigi, l' Amf, che dovrà imporre a Vivendi di dichiarare al più presto al mercato, al di là delle differenti interpretazioni legate alle diverse normative, quale sia la situazione reale.
Ovvero se esercitino o meno il controllo su Tim e di conseguenza se esista o meno l' obbligo di consolidarla nel proprio bilancio. Cosa che si tradurrebbe in un vero choc per i conti del gruppo controllato da Bolloré, perché l' ex Telecom le porterebbe in dote ben 32 miliardi di euro di passività.
bollore de puyfontaine assemblea vivendi
L' istruttoria del governo Con la sua nota Tim ha cercato di esaudire la richiesta della nostra autorità di controllo del mercato e al tempo stesso di rispondere anche al governo, che proprio ieri, riunendo a Palazzo Chigi l' apposito gruppo di coordinamento, ha avviato l' istruttoria sulla applicazione dei «golden powers» mettendo nel mirino la mancata comunicazione preventiva e le novità emerse dall' ultimo cda di Tim per valutare se attivare o meno i poteri speciali che la legge gli attribuisce su tutte le attività strategiche, tlc comprese.
flavio cattaneo
Ieri il gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine ha chiarito che i fattori che hanno determinato da parte del cda «la presa d' atto dell' inizio dell' attività di direzione e coordinamento da parte di Vivendi» sono due: il progetto di rafforzamento del management con l' ingresso del top manager di Vivendi, Amos Genish, destinato a ricoprire l' incarico di direttore operativo di Tim; e quello di joint venture con Canal plus, entrambi proposti da De Puyfontaine «anche nella sua qualità di ad di Vivendi».
A seguire Tim ha precisato anche che nella riunione del 27 luglio il consiglio «non ha trattato il profilo della sussistenza o meno di controllo di Vivendi su Tim». Cosa abbastanza singolare, quest' ultima, perché è difficile immaginare che in un cda composto da 14 persone nessuno abbia sollevato questo argomento, abbia fatto domande o avanzato dubbi. Ed è difficile pensare che alla Consob, che accusa Tim di poca trasparenza, sia sfuggito questo aspetto.
genish
Il caso Cattaneo Quindi la società ha fornito dettagli aggiuntivi anche a proposito della risoluzione del rapporto con l' ex ad Flavio Cattaneo. Le dimissioni, è stato spiegato, sono maturate di fronte di posizioni «non convergenti sulle sfide future ed in concomitanza con l' arrivo di Genish.
Quanto alla maxi-liquidazione, Tim ha precisato che l' importo è stato erogato cash, senza dilazioni o meccanismi di correzione ex post, a fronte di una riduzione dell' importo dovuto al manager sceso a 24 milioni di euro rispetto ai 50 lordi che sarebbero maturati al 2020.
Tutto ciò alla Consob però non basta. E per questo a Tim verrà notificato presto un altro richiamo.
«Potrà anche essere una coincidenza, ma il fatto che abbiano dichiarato la "direzione e il coordinamento" di Vivendi su Tim mi fa pensare che, forse, senza la nostra ispezione, non lo avrebbero fatto», spiegava domenica a la Stampa il presidente della Commissione Vegas. Che già una settimana fa sollevava la questione del debito e del suo eventuale consolidamento su cui ora si attende la pronuncia dei francesi.