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    “LA CONSULTA NON È MAI STATA DI PARTE” – IL NEO-PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE, AUGUSTO BARBERA, IN UN’INTERVISTA A “REPUBBLICA” RIVENDICA L’INDIPENDENZA DEI GIUDICI DI FRONTE ALLE SMANIE DI SPOILS SYSTEM DI GIORGIA MELONI. SUL PREMIERATO SI MUOVE SULLE UOVA: “QUALE CHE SIA L’ESITO O IL CONTENUTO, NON VA ABBANDONATO IL TEMA DELLE RIFORME. I POTERI DEL CAPO DELLO STATO? SONO PREZIOSI QUANDO IL SISTEMA NON FUNZIONA…


     
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    augusto barbera in conferenza stampa dopo l elezione a presidente della corte costituzionale 2 augusto barbera in conferenza stampa dopo l elezione a presidente della corte costituzionale 2

    1. BARBERA, NELLA CONSULTA MAI HANNO PESATO LE APPARTENENZE

    (ANSA) - "La storia della Consulta ci dice che mai hanno pesato le appartenenze iniziali". Lo spiega Augusto Barbera, neo presidente della Corte costituzionale, in un'intervista a Repubblica.

     

    "La presidente Meloni sembra collocare l'elezione dei giudici sullo stesso piano di talune pratiche di spoils system, poste in essere sotto tanti governi - prosegue - Ma l'esperienza ci dice che così non è stato per i giudici costituzionali eletti dal Parlamento, mai espressione di una sola forza politica o della sola maggioranza di governo. Essi godono di notevoli prerogative d'indipendenza e sono virtuosamente condizionati dalla collegialità e dalla riservatezza dei lavori".

     

    GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI

    Barbera precisa poi che "le Corti non devono soverchiare il potere politico. Anche la Consulta. I giudici costituzionali sono collocati su un crinale delicatissimo, costretti a sindacare atti legislativi posti in essere da Parlamenti che esprimono la sovranità popolare".

     

    In merito alla riforma del premierato il neo presidente della Consulta chiarisce che "quale che sia l'esito o il contenuto di questo ddl, non va abbandonato il tema delle riforme. Non è un caso se da quarant'anni si susseguono tentativi di revisione. Alcune pagine erano state volutamente lasciate aperte dal Costituente, altre chiuse in fretta; ciascuno schieramento politico temeva la vittoria dell'altro alle successive elezioni".

     

    LE FACCE DI GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI INIZIO ANNO 2024 LE FACCE DI GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI INIZIO ANNO 2024

    La Costituzione italiana "è fra le migliori al mondo - onore dunque ai Costituenti - ma non sempre fornisce a governo e Parlamento, al potere politico, quegli efficaci strumenti decisionali che, come recita l'articolo 3 della Costituzione, possano consentire agli stessi di 'eliminare gli ostacoli di carattere economico e sociale che limitano di fatto libertà ed eguaglianza'", conclude.

     

    2. AUGUSTO BARBERA “MAI LA CONSULTA È STATA DI UNA PARTE MELONI NON PUÒ FARE LO SPOILS SYSTEM”

    Estratto dell’articolo di Liana Milella per “la Repubblica”

     

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    Lei, presidente Barbera, viene dalla politica […] Deputato dell’allora Pci e del Pds. Nel 1979 ha votato Iotti come presidente della Camera. Oggi, di fronte a evidenti rigurgiti fascisti, la nostra Repubblica rischia il declino?

    «L’elezione di Nilde Iotti rappresentò la fine, o meglio l’inizio della fine, della conventio ad excludendum nei confronti dei comunisti e oggi non posso che essere favorevole al superamento di analoga conventio a destra».

     

    Cosa prova, personalmente, a vedere quelle braccia alzate che fanno il saluto romano ad Acca Larentia?

    «Per fortuna non le ho viste… Non spetta ai giudici costituzionali occuparsene ma semmai alle procure. Le ho però viste negli stadi, esprimono a mio avviso una profonda insicurezza identitaria, la ricerca ossessiva di un nemico, la paura del diverso».

     

    Su Repubblica l’ex presidente Giuliano Amato ha evocato lo spettro di Corti – Polonia e Ungheria ad esempio – che rischiano di perdere la loro autonomia. E molti altri costituzionalisti sono d’accordo. Può avvenire in Italia?

    augusto barbera 3 augusto barbera 3

    «Non condivido l’accostamento, questo risultato non sarebbe possibile in Italia. Non lo consentirebbero le nostre norme costituzionali ed ordinarie. In Polonia l’occupazione della Corte è stata possibile perché i giudici sono eletti dal Parlamento senza la necessità di una maggioranza qualificata, fino a consentire all’esecutivo di non pubblicare in Gazzetta ufficiale le sentenze della Corte sgradite al governo. In Ungheria i giudici sono eletti sulla base, è ben vero, di una maggioranza amplissima, ma dopo la riforma del 2010, la commissione incaricata di sottoporre all’assemblea i candidati non è più formata da tutti i gruppi politici su base paritaria».

     

    ARTICOLO DI POLITICO CONTRO IL PREMIERATO ARTICOLO DI POLITICO CONTRO IL PREMIERATO

    Il premierato. Un premier più forte oscura, anche per il voto differente – il popolo per il primo, il Parlamento per il secondo – il Capo dello Stato, finora figura di garanzia. Un altro segnale della deriva antidemocratica?

    «Non posso esprimermi su una riforma che vede aspramente impegnate su fronti opposti le forze politiche. Posso solo auspicare che nel dibattito si tenga conto di quanto deciso con la sentenza numero 1 del 2014: i premi di maggioranza sono costituzionalmente legittimi, non sono – ricorda la battaglia del 1953? – una “truffa”.

     

    Ma, cito un passaggio della decisione, “pur perseguendo un obiettivo di rilievo costituzionale, qual è quello della stabilità del governo del Paese e dell’efficienza dei processi decisionali nell’ambito parlamentare”, non possono essere fissati “in misura sproporzionata rispetto all’obiettivo perseguito” e senza avere “predeterminato una base minima di voti per la lista o le liste che beneficerebbero del premio”».

    giorgia meloni carlo nordio. giorgia meloni carlo nordio.

     

    […] L’autonomia differenziata produrrà un’Italia diseguale in cui i cittadini avranno diritti diversi, chi più e chi meno. Tocca alla Corte il riequilibrio?

    «Noi dobbiamo limitarci agli aspetti legislativi e non sempre siamo in grado di intervenire sugli effetti economici. E comunque su questo tema, in questi giorni in esame al Senato, non posso ovviamente esprimermi».

     

    Lei ha già criticato il governo sui maxiemendamenti. E vogliamo parlare delle fiducie a raffica e della pletora di decreti-legge che finiscono per essere decreti omnibus?

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    «Ho criticato non solo questo governo ma tutti quelli degli ultimi decenni. E ho tentato di indicarne le cause: in particolare, l’assenza di incisivi strumenti per l’approvazione dei ddl urgenti; assenza che alimenta il fenomeno dei decreti legge, sconosciuti in altre democrazie.

     

    E che ha alimentato il ricorso ai maxiemendamenti; unico strumento per contenere le spinte dissipatrici dei micro interessi. Pratiche inconcepibili nel Regno Unito, patria del sistema parlamentare ove il Cancelliere dello Scacchiere ha robusti poteri di veto, ma analoghi istituti ci sono anche in Francia o in Germania».

     

    Il Parlamento è già stato esautorato dal governo?

    «Si è fatto esautorare non avendo messo in cantiere le riforme necessarie, basti ricordare l’accorato discorso di Giorgio Napolitano al momento della rielezione».

    sergio mattarella giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni

     

    Il futuro capo dello Stato avrà assai meno poteri?

    «Essi sono preziosi quando il sistema non funziona: non essendo scattato il premio di maggioranza, Einaudi non diede l’incarico a De Gasperi ma a Pella, Napolitano a Monti, Mattarella a Draghi, ma se il sistema elettorale funziona...».

     

    […] È solo un caso se Meloni sulla Consulta ne faccia solo una questione di nomine? Quattro nuovi giudici per la fine dell’anno. Un bel bottino che vede la maggioranza in difficoltà perché da soli non ce la fanno.

    «Ma questa non è una novità: mai nessuna maggioranza ce l’ha fatta da sola poiché saggiamente le leggi in vigore prevedono che per eleggere un giudice, o una giudice, è necessaria almeno la maggioranza dei tre quinti, cioè 363 voti, mentre l’attuale maggioranza non supera i 350 circa. La condivisione con altre forze politiche è garanzia di un virtuoso pluralismo politico». […]

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