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    LA CONTRO-REPLICA DI FILIPPO FACCI A STEFANO LORENZETTO: “MI SPIACE MOLTO CHE SI SIA OFFESO PERCHÉ HO RILEVATO CHE HA SCRITTO DELLE INESATTEZZE PERALTRO SU UN TEMA NON PROPRIO SULLA BOCCA O SUL NASO DI TUTTI: L’ORDINARIO USO DI DROGHE ILLECITE QUANDO ERANO LECITE” – “QUANTO ALL’INTERVENTO CHE GLI CHIESI PER SEGNALARE IL MIO FRATELLASTRO A BERNARDO CAPROTTI, È TUTTO VERISSIMO: ANZI, MI SPIACE NON AVERLO MAI INCONTRATO PER RINGRAZIARLO” -  “DETTO QUESTO, NON CAPISCO PERCHÉ ROMPA TANTO E TIGNOSAMENTE I COGLIONI, MA PAZIENZA, IO…”


     
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    FILIPPO FACCI FILIPPO FACCI

    Riceviamo e pubblichiamo

     

    Caro Dago,

     

    mi spiace molto che Stefano Lorenzetto si sia offeso perché ho rilevato che ha scritto delle inesattezze peraltro su un tema non proprio sulla bocca o sul naso di tutti: l’ordinario uso di droghe illecite quando erano lecite, ed erano considerate dei medicinali formidabili persino da due papi.

     

    Quanto a «l’incredulo cattolicone veronese», anche qui: l’incredulo era riferito al suo atteggiamento circa quanto avevo scritto, non stavo soppesando la sua fede cattolica d’ambiente «Verità» e dintorni. Quanto alle mie fonti «formidabili», trovo singolare che un giornalista ne chieda a un collega, ma per così poco mi è sufficiente segnalargli il libro di Tim Madge «White Mischief: A cultural History of cocaine» che si trova anche su Amazon.

     

    STEFANO LORENZETTO STEFANO LORENZETTO

    Per quanto infine riguarda l’intervento che chiesi a Lorenzetto per segnalare il mio fratellastro a Bernardo Caprotti, ai tempi presidente dell’Esselunga, è tutto verissimo, e, anzi, mi spiace solo di non aver mai incontrato Lorenzetto per ringraziarlo: il mio fratellastro, fresco di laurea in Scienze della produzione alimentare col massimo dei voti, fu poi assunto all’Esselunga, anche se neppure io ho mai saputo se ci sia stato un intervento di Caprotti o no.

    leone xiii, pubblicita vin mariani leone xiii, pubblicita vin mariani

     

    Detto questo, Lorenzetto resta un cattolicone (grosso, grande cattolico) e resta di Verona (dove è nato) e non capisco che cosa ci sarebbe di «disonorevole» nella qualifica geografica, considerando che una parte dei parenti è veneta. Non capisco, insomma, perché rompa tanto e tignosamente i coglioni, ma pazienza, io torno comunque a ringraziarlo per quel probabile favore che mi fece – da lui elegantemente esibito – e sappia lo ricordo solo con simpatia: mi vanto di avere molti amici ebrei, gay, interisti e persino cattolici veronesi.

     

    Filippo Facci

     

     

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