MASSIMO GRAMELLINI per il Corriere della Sera
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Quanto è spontaneo e vicino al popolo il Salvini in maglietta rossonera che saltella tra i tifosi mandando pesantemente a stendere gli interisti. Non troverei niente da ridire, se fosse un operaio, un influencer, un dentista, un fruttivendolo, un tenore, un camionista, un ricercatore, un ricercatore disoccupato (mi esprimo per surreali elenchi, come piace a lui).
Ma Salvini è un leader politico, cioè qualcuno che desidero, anzi pretendo sia diverso da me. Migliore di me. Più controllato, più educato, più consapevole delle conseguenze dei suoi gesti.
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Al posto di Salvini, io avrei fatto esattamente quello che ha fatto lui. Ma lui non può fare quello che faccio io. O forse pensa che il suo attuale statista di riferimento - il Mahatma Gandhi - non morisse dalla voglia di intonare coretti goliardici contro la squadra di cricket rivale? Eppure, ha sempre saputo trattenersi. Bella forza, era Gandhi.
Allora prendiamo esempi più umani: qualcuno si immagina Andreotti che saltella per strada mentre spedisce a quel paese i laziali? Berlinguer che festeggia lo scudetto del Cagliari spernacchiando a squarciagola gli squadroni del Continente? I politici della Prima Repubblica non esprimevano neanche le loro simpatie, figuriamoci le antipatie. Sono quelli della Seconda che hanno scoperto il tifo come instrumentum regni . Però si limitavano a urlare «forza». La Terza è nata con un «vaffa» e non riesce proprio a cambiare argomento.
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GAZZETTA: LA PROCURA FIGC APRE UN’INCHIESTA
Lo striscione esposto da Maignan e Krunic sull’autobus scoperto che ieri ha attraversato Milano per festeggiare lo scudetto, è finito nel mirino della procura federale di Giuseppe Chiné. La Gazzetta dello Sport scrive che è stata aperta un’inchiesta.
“nello stesso pomeriggio, la procura federale decide di muoversi per la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, quello in cui si parla dei doveri di «lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva». Una sorta di norma generale che comprende tutti i casi relativi a una generale mancanza di sportività della società o dei tesserati e dei soci del club. E l’apertura del fascicolo sta a significare che per la procura federale l’episodio non può rientrare in un semplice sfottò, ma è a tutti gli effetti un insulto diretto verso un altro club”.
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L’Inter non ha reso commenti ufficiali.
“La società nerazzurra in queste ore non commenta ufficialmente e non ha intenzione di prendere alcuna
iniziativa, ma fa filtrare la delusione e il rammarico per lo striscione e alcuni toni usati nella festa, particolarmente contro l’ex Calhanoglu, il più bersagliato. In serata comunque la dirigenza nerazzurra è stata contattata dal presidente del Milan, Paolo Scaroni, che ha stigmatizzato la vicenda dello striscione chiedendo scusa per l’accaduto”.
Cosa rischia il Milan?
“Nella parte relativa alle sanzioni, il Codice prevede per la violazione dell’articolo 4 anche la possibilità di una squalifica per i giocatori responsabili (articolo 9) da scontare nel prossimo campionato, ma è probabile che la vicenda si concluda con una multa”.
MILAN, IL LADRO DELLA MEDAGLIA POSTA SUI SOCIAL LA BRAVATA E SCRIVE "GRAZIE PIOLI"
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Già svelato il giallo della medaglia del 19° Scudetto del Milan rubata a Stefano Pioli. Il ragazzo responsabile del furto durante i festeggiamenti della squadra non ha retto alla tentazione di pubblicare la propria bravata sui social con tanto di didascalia sotto l'alloro in metallo - consegnato al tecnico rossonero dall'ad della Serie A Luigi De Siervo - inquadrato in primo piano tra le mani del malfattore, che ha scritto: "Grazie Pioli".
Social su cui, chiaramente, il video (pubblicato inizialmente sottoforma di Instagram story) è già diventato virale. Facile, ora, prevedere che il responsabile verrà presto rintracciato e portato a più miti consigli in fase di restituzione del maltolto.
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Milan: in ogni caso Pioli (ri)avrà la propria medaglia
Nelle scorse ore si era assistito all'appello pubblico di Pioli: "E' l'unica medaglia per uno Scudetto che ho, per favore ridatemela". La Lega di Serie A si era invece immediatamente proposta di inviarne un'altra al tecnico dei rossoneri. La vicenda, in ogni caso, sarebbe sulla via del lieto fine.
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