Alessandro Pasini per il “Corriere della Sera”
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Ora lo passa, certo che lo passa, vuoi che non lo passi? Quello è Pedrosa, dai, come fa a resistere? E invece ha resistito. Sei attacchi gli ha tirato negli ultimi cinque giri Valentino, professore del corpo a corpo, maestro del duello, Gran Mogol della sportellata. Ma il Robottino non ha fatto una piega. Barricadero come mai, il piccolo Dani ha blindato il portone e, sorpassato, ha sempre risposto, duro e puro nel giorno del riscatto dopo una vita passata a sentirsi dare del micio sperduto nell’arena dei leoni.
Finisce così, a sorpresa, con Pedrosa davanti a Rossi di 90 millesimi. E siccome primo è Lorenzo, scappato al via come fa quando è in stato di grazia e la pioggia non scende a incupirlo, ora ci chiediamo come leggere questo podio in Aragona. Il vantaggio di Rossi su Lorenzo si riduce a 14 punti, ma di chi è davvero il «momentum» spirituale? PorFuera gonfia il petto come un tacchino, convinto di avere svoltato: «Se avessi perso altro terreno sarebbe stato quasi impossibile per me vincere il Mondiale».
Ma Rossi figurarsi se trema: «Fare 4 punti in più era meglio, ma questa è stata la mia gara migliore su una pista dove storicamente fatico: un buon segnale. Lui è vicino alla perfezione, ma io nelle prossime piste vado forte. Sarà battaglia dura, la più dura della mia carriera. Come l’affronterò? Come faccio da 20 anni…». E forse sarà una suggestione, ma al tavolo delle conferenze è parsa scorrere tra i due una certa tensione preventiva.
Dopo un weekend a remare controvento, al solito in gara Valentino si è trasformato.
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E mentre Lorenzo fuggiva, Marquez rotolava via al secondo giro per la solita inutile frenesia («Colpa mia, chiedo scusa») e Iannone, ottimo quarto, si sfilava gradualmente, cominciava il lungo corpo a corpo. Il curriculum dei due faceva pensare che Rossi si sarebbe mangiato Pedrosa, la realtà era un’altra: «Dopo il primo attacco ho capito che sarebbe stata dura», ha raccontato Valentino.
Già perché, privo di fisico, Dani ha sfruttato la fisica: Rossi per sorpassare doveva forzare la staccata finendo inevitabilmente largo, così il Robottino usciva sempre primo dall’incrocio delle traiettorie. Rossi all’ultimo giro ha pure tentato alla chicane dove non si sorpassa mai. E infatti... «Era la mossa matta, non so che avrei potuto inventarmi, Dani è stato bravissimo». Lui ha ringraziato così: «Una delle mie migliori battaglie contro il maestro dei duelli».
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Una morale della domenica è che per avere spettacolo in MotoGp serve sempre Valentino Rossi. Un’altra è che la gara ha sancito un’imprevista, involontaria alleanza tra due tipi che in passato si sarebbero azzannati. Nel 2008 a Jerez solo il re Juan Carlos riuscì a convincerli a stringersi la mano sul podio e a quei tempi mai avremmo immaginato di sentire un giorno Lorenzo dire ciò che ha detto ieri: «Dani è stato coraggioso e ha tolto punti a Valentino. Lo ringrazio».
Pedrosa ha sorriso anche se, a un passo dai 30 anni che compie domani, altro avrebbe voluto anziché finire aghetto della bilancia del Mondiale altrui. Ma se questi 4 punti saranno davvero decisivi lo sapremo probabilmente solo a Valencia, teatro dell’ultima gara l’8 novembre. Rossi, che nel 2006 ci perse un titolo, la ricorda ancora bene: «Con Valencia ho un conto aperto…». L’ora di riscrivere la storia si avvicina.
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