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    LA CORSA DI RENZI - IL ROTTAMATORE SBARCA A ROMA “PER INCONTRI ISTITUZIONALI” E PER “BALLARÒ”. MA NON SARÀ NEL POLLAIO IN STUDIO: FLORIS LO INTERVISTA A PARTE - DOPO LE PAROLE DI BERSANI DA FAZIO (“AVRÀ UN RUOLO”) MATTEO GIOCA LA SUA PARTITA TRA PROPOSTE E RIUNIONI IN VISTA DELLA DIREZIONE DI DOMANI - “PIANO R”: IN CASO DI VOTO ANTICIPATO IL PD ANDRÀ ALLE URNE CON RENZI LEADER - FASSINA ULTIMO GIAPPONESE DI BERSANI: “LA FIGURA PIÙ FORTE PER LA CAMPAGNA ELETTORALE” (CIAO CORE)…


     
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    CARRO ALLEGORICO MATTEO RENZICARRO ALLEGORICO MATTEO RENZI

    1. RENZI A ROMA PER "INCONTRI ISTITUZIONALI"
    Matteo Renzi @matteorenzi
    Verso Roma per incontri istituzionali. Stasera intervista con #Floris a @RaiBallaro


    2. RAI3: LUPI, PUPPATO, RENZI E CROCETTA A BALLARO'
    (ANSA) - Il Movimento 5 Stelle sbarca a Montecitorio mentre la politica si chiede se e come una legislatura appena nata può andare avanti. Intanto dello spread non parla più nessuno, degli esodati neanche, le tasse sembrano passate di moda. Eppure tutto è ancora lì e a parlarne è Ballarò nella puntata in onda martedì 5 marzo alle 21.05 su Rai3.

    MATTEO RENZI CON LA MANO NELL'OCCHIOMATTEO RENZI CON LA MANO NELL'OCCHIO

    Tra gli ospiti Maurizio Lupi del PdL, Laura Puppato del Pd, il fondatore del "Movimento per la decrescita felice" Maurizio Pallante, l'economista Alessandra Fogli, il presidente della Fieg e dell'Ansa Giulio Anselmi, l'editorialista di 'Repubblica' Concita Di Gregorio, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli. Interverrà anche il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, mentre Giovanni Floris intervisterà il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

    Giovanni FlorisGiovanni Floris


    3. PD: ANCHE RENZI PROBABILMENTE PARTECIPERA' A DIREZIONE
    (ANSA) - Alla direzione del Pd di mercoledì prossimo molto probabilmente ci sarà anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi. E' quanto si apprende a Firenze.


    4. RENZI IN CAMPO
    Fabio Martini per "La Stampa"

    Per ora Matteo Renzi si limita ad ascoltare e motivare i suoi «ragazzi». Domani il sindaco incontrerà i cinquantun parlamentari a lui vicini in una saletta di convegni a Firenze. Nessun piano di guerra, Renzi e i 51 si sono già visti altre due volte, ma la vera novità è un'altra. Il sindaco - dopo aver spalleggiato Bersani in campagna elettorale - ha deciso di rientrare attivamente in campo, stando quotidianamente «dentro» la vicenda politica.

    RENZI E BERSANIRENZI E BERSANI

    Nella settimana post-elettorale Renzi è intervenuto di continuo, facendo proposte (sul rimborso elettorale), proponendo una lettura del risultato elettorale («abbiamo perso») che proprio ieri anche Bersani ha fatto esplicitamente propria nell'intervista a «Che tempo che fa». Il Renzi in campo - leale in campagna elettorale e propositivo in queste ore - ha già fatto maturare negli informalissimi pourparler tra i principali notabili del Pd una sintesi che un dirigente vicino a Bersani compendia così: «Se la situazione dovesse precipitare verso le elezioni anticipate, il Pd non potrebbe che presentarsi con Renzi leader».

    renzi e bersanirenzi e bersani

    Una sintesi per nulla scontata sino a qualche giorno fa, per non parlare dei mesi scorsi quando il sindaco di Firenze, nel Pd e nei giornali fiancheggiatori, incarnava «una mutazione genetica», veniva criminalizzato come il «nuovo Craxi». Per nulla scontata la futura, eventuale incoronazione, perché incontra resistenze anche dentro la squadra bersaniana: l'ala sinistra fa sapere che una campagna elettorale-bis dovrebbe essere guidata sempre dal segretario e Stefano Fassina ieri lo ha detto chiaro e tondo: «Per quanto mi riguarda, Bersani rimane la figura più forte per la campagna elettorale».

    STEFANO FASSINA jpegSTEFANO FASSINA jpeg

    E d'altra parte proprio il segretario del Pd, ospitato da Fabio Fazio («non voglio perdere neanche un secondo», il suo incipit), ha ribadito un concetto hard: se Grillo non ci sta, tutti a casa. Come dire: o passa il monocolore hard, oppure per il Pd la soluzione ottimale è ridare la parola agli elettori.

    Ma se davvero la situazione dovesse precipitare, che qualcosa di grosso si stia muovendo nel Pd (si sussurra che sarebbe favorevole anche Massimo D'Alema, sempre sensibile alla tenuta del partito) lo conferma proprio Bersani che, davanti ad una domanda su Renzi, risponde con queste parole: «Deciderà lui, che ruolo avrà, quando vorrà, con la direzione del partito. Ma sicuramente un ruolo lo avrà».

    Ma lo scenario delle elezioni bis per il momento è ancora lontano. Prima ci sono molti passaggi da espletare. Sul primo - maggioranza Pd-Cinque Stelle - Bersani ieri ha tenuto il punto e una mano in questo senso gliela dà il solito Fassina, che con energia fa fuoco preventivo su Giorgio Napolitano, o meglio su una delle possibili soluzioni che il Capo dello Stato potrebbe proporre in caso di fallimento di Bersani: «Deve stare a Palazzo Chigi chi ha ricevuto il consenso, se non é possibile, si deve tornare a chiedere il consenso agli elettori» e sull'ipotesi che il capo dello Stato sia «costretto» ad indirizzarsi su un governo del Presidente, Fassina è durissimo: «Se qualcuno pensa di riproporre un "governo tecnico", sarebbe un suicidio per la democrazia.

    Giorgio NapolitanoGiorgio Napolitano

    Spero che ci sia una rivolta di massa di tutta la base del Pd. Sarebbe una proposta becera, suicida». Tagliente il commento del costituzionalista, ex senatore Pd, Stefano Ceccanti: «Rammento a Fassina che il potere di dare l'incarico spetta al Capo dello Stato, non a lui».

    Ma la proposta di un governo del Presidente, il Capo dello Stato potrebbe avanzarla al termine di una lunga sequenza. Nessuno può fare illazioni su come si muoverà da metà marzo, non appena le Camere avranno eletto i loro Presidenti.

    Intervento di Massimo DalemaIntervento di Massimo Dalema

    In base ai precedenti, al Pd in modo molto informale azzardano un iter così scandito. Primo passaggio: mandato esplorativo a Bersani per verificare se sia possibile mettere assieme una maggioranza con l'appoggio esterno del 5Stelle o del Pdl.

    Con una formula inedita e improbabile: nelle votazioni nelle quali si configura un passaggio fiduciario, uno dei due partiti uscirebbe dall'aula. Se questa verifica dovesse fallire, il Capo dello Stato potrebbe incaricare il presidente del Senato per un incarico esplorativo con un mandato più ampio.

    E soltanto a conclusione di questo tragitto, potrebbe prendere forma il tentativo finale, quello di verificare la fattibilità di un «governo del Presidente», affidato ad una personalità esterna alla politica. Un sondaggio molto preliminare, come anticipato da «La Stampa», è stato fatto presso il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, soluzione ad alta garanzia per i mercati.

     

     

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