Da corriere.it
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La Cassazione ha annullato, in parte con rinvio (per un aspetto relativo a un difetto di motivazione) e in parte senza, il provvedimento con cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano, lo scorso marzo, aveva revocato per Fabrizio Corona — a causa di una serie di violazioni delle prescrizioni — il differimento pena a lui concesso nel dicembre 2019 per una patologia psichiatrica, facendolo tornare in carcere. L’ex fotografo dei vip, difeso dall’avvocato Ivano Chiesa, si trova attualmente ai domiciliari.
«Chi aveva ragione? E adesso chi chiede scusa a Fabrizio per oltre 20 giorni dentro? Valuteremo tutti i passi da fare», ha commentato l’avvocato Chiesa: «La Cassazione ha annullato un provvedimento contra legem. Voglio vedere una persona finire in carcere per un provvedimento che poi viene annullato». Il fine pena, al netto di eventuali premi, è fissato al 20 settembre 2024.
Il carcere di Monza e il ricovero a Niguarda
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Il 22 marzo scorso Corona era stato trasferito nel carcere di Monza, dopo essere stato ricoverato per una decina di giorni nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano: si era ferito quando aveva saputo la decisione dei giudici e aveva spaccato con un pugno il vetro dell’ambulanza. Inizialmente era stato deciso di portare Corona nel carcere milanese di Opera, poi era stato scelto il penitenziario di Monza, che ha anche un’apposita sezione con osservazione psichiatrica per i detenuti.
Le violazioni contestate
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Corona, a cui era stato revocato il differimento pena per una serie di violazioni delle prescrizioni, aveva portato avanti uno sciopero della fame in ospedale e si era ferito più volte per protestare contro la decisione dei giudici.
Gli arresti domiciliari
Il 15 aprile scorso i giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano avevano accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza con la quale era stata revocata la detenzione domiciliare concessa per motivi di salute all’ex re dei paparazzi. Ai giudici si erano rivolti gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, difensori di Corona, sollevando questioni sullo stato di salute mentale dell’ex fotografo dei vip e sostenendo la necessità che potesse proseguire il percorso di cure fuori dal carcere.
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