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(ANSA) - La Corte di Strasburgo ha allargato il campo del diritto a proteggere la confidenzialità delle fonti giornalistiche. Questo si deve estendere infatti anche a quelle fonti che abbiano svelato, in prima persona, alle autorità la propria identità e il proprio ruolo nel fornire le informazioni. Il principio è stato stabilito in una sentenza di condanna della Norvegia per aver violato la libertà d'espressione di una giornalista a cui i tribunali nazionali avevano più volte ordinato di testimoniare contro un uomo sotto processo, per turbativa del mercato.
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L'uomo si era autodenunciato come fonte delle informazioni pubblicate dalla reporter, che avevano portato al crollo delle quotazioni in borsa di una società petrolifera. Nella decisione (che sarà definitiva tra 3 mesi, se le parti non faranno ricorso) la Corte afferma che "il diritto di un giornalista a mantenere il riserbo sulle proprie fonti non può venir meno automaticamente a causa dei comportamenti della fonte o perché l'identità della stessa è nota". I giudici di Strasburgo notano inoltre che "in nessun momento il rifiuto della giornalista di svelare la sua fonte, o le sue fonti, ha intralciato la giustizia, tanto che la persona all'origine delle informazioni pubblicate è stata condannata anche senza la sua testimonianza.