Pierangelo Soldavini per www.ilsole24ore.com
IL DECLINO DELL'IMPERO DI FACEBOOK
L’annus horribilis di Facebook
Per Facebook quello che si sta per chiudere sarà ricordato come l'anno che ha messo in crisi un modello che sembrava destinato a una crescita senza fine. Invece scandali e indagini hanno trasformato il social network da oltre due miliardi di utenti in un Grande Fratello che non solo sa tutto di noi, ma che usa in maniera spregiudicata i dati dei propri utenti.
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Fino ad arrivare al sospetto di manipolazione delle idee e delle coscienze. L'ultimo scandalo è di pochi giorni fa: il colosso di Menlo Park avrebbe garantito un accesso privilegiato ai dati personali degli utenti ad alcune delle più grandi aziende tecnologiche, da Spotify a Netflix, da Microsoft ad Amazon. Ma nel corso del 2018 è emerso come Facebook fosse facile preda dei troll russi che a suon di fake news hanno cercato di influenzare le elezioni americane, favorendo Donald Trump e screditando le istituzioni americane.
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L'intera vicenda è esplosa a inizio anno quando è emerso che il social network aveva messo a disposizione, senza consenso, i dati di 87 milioni di americani a favore di Cambridge Analytica, la società incaricata da Trump stesso di sostenere la sua campagna elettorale. Il deterioramento dell'immagine di Facebook, accompagnato anche da una progressiva disaffezione dei più giovani, si è riflesso nella caduta del titolo, che al Nasdaq ha lasciato sul terreno più di un terzo del suo valore.
La crisi hi-tech zavorra Wall Street
Apple è stata la prima società a raggiungere il trilione di dollari di capitalizzazione: il traguardo dei mille miliardi di valutazione è stato bissato un mese dopo dal titolo di Amazon. Poi a ottobre dai titoli hi-tech è partita la caduta di Wall Street che ha sgonfiato le quotazioni azionarie in tutto il mondo mettendo fine al più lungo rialzo della storia.
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Era dal 2009 che Wall Street chiudeva l'anno in rialzo, con una cavalcata guidata dai titoli tecnologici. E alla fine sono stati i titoli hi-tech – i Faang (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google) - quelli che più hanno pagato gli eccessi e le sopravvalutazioni degli ultimi anni con perdite in doppia cifra nell'ultimo scorcio del 2018. Unica eccezione Microsoft, rimasta alla fine sostanzialmente stabile.
In più nel ribasso c'è anche lo zampino diretto della tecnologia: dietro allo scivolone dei mercati azionari c'è un fenomeno che non è nuovo, ma che ormai ha raggiunto livelli impensabili. Secondo i calcoli più recenti quasi l'85% degli scambi sui mercati finanziari è eseguito in maniera automatica: macchine, modelli, intelligenza artificiale, investimenti passivi vanno a ingrossare una massa di transazioni che si muove all'unisono amplificando le tendenze. E con tempi incredibilmente rapidi, nell'ordine dei millesimi di secondo.
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Una nuova privacy per il web
Avete presente quei pop up che emergono quando aprite un sito che non avete mai visitato e che vi impongono di cliccare su “accetto” o “I agree” sotto la minaccia di non poter proseguire la navigazione? Sono il frutto più fastidioso della rivoluzione europea della privacy scattata lo scorso 25 maggio con l'entrata in vigore nell'Unione europea della Gdpr, la General Data Protection Regulation, che ha come fine ultimo di proteggere i dati e le tracce personali che lasciamo quando navighiamo su un qualsiasi sito, anche senza fare acquisti o transazioni commerciali.
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All'indomani degli scandali che hanno coinvolto Facebook e alla luce dei sempre più frequenti furti di identità e di dati, l'Europa ha voluto partire da un assunto semplice: ognuno è il proprietario dei propri dati e deve dare il suo consenso per renderli disponibili. Ecco perché fioriscono le richieste di consenso. Ma tutte le aziende, anche non online, hanno dovuto mettersi in regola con strutture adeguate per conservare e immagazzinare in maniera ordinata i dati dei clienti, in modo che siano sempre reperibili. Perché a richiesta devono essere accessibili ai detentori stessi, cioè a noi.
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Ma anche per evitare il più possibile il rischio di manomissioni o furti, o almeno di poter avvisare i diretti interessati, sotto pena di multe che arrivano a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato. Tra mille polemiche la Gdpr ha inaugurato una nuova era per la privacy, in Europa e non solo.
Il bitcoin nella polvere
Dopo l'anno del boom, è arrivato il momento dello scoppio della bolla per il bitcoin, che nel 2018 ha visto le sue quotazioni sgonfiarsi: come non c'erano motivi particolari per il rialzo spettacolare che ha portato in neanche un anno le quotazioni da 1.000 dollari fino al picco vicino a 20.000, non ci sono ragioni specifiche del ritorno sulla terra della criptovaluta, crollata fino al di sotto di quota 4mila dollari.
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Trainando l'intero comparto in caduta libera: la capitalizzazione complessiva che a inizio anno aveva toccato il picco sopra gli 800 miliardi di dollari, a fina anno langue poco sopra i 120 miliardi, con valute che hanno lasciato sul terreno oltre il 90% del valore. Il sogno nato dieci anni fa dall'idea dell'anonimo Satoshi Nakamoto di un sistema di pagamenti tra pari incentrato su una valuta che potesse fare a meno di istituzioni che la governassero (le Banche centrali) e di un sistema che garantisse i pagamenti (le banche e il sistema finanziario) si è scontrato con l'illusione del facile guadagno.
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D'altra parte l'alta volatilità di questi ultimi due anni, peraltro non nuova per uno strumento abituato ad alti e bassi da brivido, ne mina la credibilità come sistema di pagamento. Mentre le opacità e la scarsa trasparenza per sua stessa natura del bitcoin e delle altre criptovalute ne ha alimentato gli usi spregiudicati e illeciti, creando l'immagine di un mondo opaco e pericoloso. Un fenomeno che alla fine ha coinvolto anche la blockchain, la tecnologia alla base delle criptovalute che, al contrario, promette un sistema economico decentrato e trasparente.
Alla cassa non si paga
Amazon ha registrato la stagione natalizia migliore della sua storia. Anche grazie ad Alexa, l'assistente virtuale del supermercato globale, che ha triplicato gli ordini fatti vocalmente dagli utenti. Smart speaker e assistenti virtuali sono stati i grandi protagonisti del Natale, confermando che più naturale e umana è l'interfaccia della tecnologia, più viene utilizzata. Non solo nel momento dell'acquisto, ma anche per il pagamento.
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Anche in questo caso Amazon guida l'innovazione. Perché sistemi di pagamento sempre più facili e immediati, via smartphone, si stanno diffondendo velocemente. Ma Amazon ha reso invisibile il momento finale dell'acquisto: il grande magazzino virtuale globale, che l'anno scorso era tornato prepotentemente al negozio fisico con l'acquisizione della catena Whole Foods, quest'anno ha consolidato l'esperienza del supermercato senza cassa.
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Con Amazon Go il cliente si limita a registrarsi con il cellulare all'ingresso: poi mette la spesa nel carrello, sotto il controllo di sensori di precisione e codici che registrano gli acquisti. Ed esce senza dover pagare alla cassa: il totale della spesa viene calcolato automaticamente e addebitato sulla carta di credito. L'esperimento ha avuto successo, sbarcando anche in Europa. Ora Amazon progetta di estenderlo a negozi in tutto il mondo, a partire dagli aeroporti.
I razzi riciclabili
Elon Musk ha senz'altro avuto più di una difficoltà con la produzione della Tesla, il suo business di punta, e ha registrato diverse cadute di stile. Ma le sue attività aerospaziali hanno proseguito all'insegna di un modello che nel corso del 2018 si è dimostrato sempre più solido: i razzi riciclati. La sua SpaceX ha chiuso l'anno con il botto di una missione per conto dell'U.S. Air Force per portare in orbita un satellite Gps.
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Il razzo vettore non è stato riportato a terra, ma la compagnia di Musk ha messo a segno nel corso dell'anno un numero record di lanci, compreso il primo Falcon Heavy a febbraio, riuscendo poi a riportare e terra due dei tre moduli. E ha riportato in orbita per la terza volta lo stesso Falcon 9. Al posto di seguire il modello tradizionale, SpaceX lancia e rilancia i suoi razzi vettori. Con il risultato di rendere le missioni più economiche per tutti. E ora punta a raccogliere 500 milioni di dollari per l'internet via satellite
Anche l’auto autonoma sbaglia
Pochi giorni prima di Natale Uber ha potuto riprendere ufficialmente a far circolare per le strade americane la sua vettura a guida autonoma. Le sperimentazioni erano state bloccate a metà marzo dopo il primo incidente mortale: a Tempe, in Arizona, una donna era stata colpita mortalmente di notte mentre attraversava la strada da una vettura a guida autonoma.
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La persona a bordo non era riuscita a frenare prima dello scontro, anche perché era distratta dal telefonino e non stava guardando la strada. I test sono ripresi a Pittsburg solo a fine anno, a condizione che le vetture senza guidatore avessero due assistenti ciascuna, in modo da garantire un maggior livello di attenzione. In ogni caso il primo incidente fatale che ha coinvolto queste vetture ha assestato un duro colpo di freno sulla strada delle automobili a guida autonoma.
La mobilità diventa elettrica
Nonostante le difficoltà, la vendite della Tesla hanno trainato il mercato delle automobili elettriche negli Stati Uniti a livelli record nel 2018: 313mila vetture plug-in a fine novembre, più di un terzo coperte dalla Model 3 del marchio di Elon Musk. Senza contare quindi l'ultimo mese dell'anno le vendite erano già in crescita del 57% rispetto all'intero anno precedente, a dispetto dei dazi di Trump che non hanno frenato l'import di auto elettriche.
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Ma il mercato si sta sviluppando in tutto il mondo, anche se l'auto elettrica rappresenta ancora una quota marginale del mercato a quattro ruote. Ma ormai tutti i principali marchi globali hanno presentato modelli elettrici. Complice anche la lotta globale contro il diesel, l'e-car si conferma come il futuro della mobilità. Ma non solo.
L'intera mobilità si sta sviluppano lungo la strada elettrica. I modelli elettrici stanno conquistando anche gli appassionati delle due ruote a motore, mentre le e-bike stanno conquistando il mercato della bicicletta. Ma il fenomeno dell'anno è rappresentato dai monopattini elettrici che stanno affermandosi all'interno del sistema integrato della mobilità urbana.
Bimbi da editing genetico
uber air skyport
Non c'è nessuna conferma, ma l'annuncio è di quelli destinati a lasciare il segno. A fine novembre un ricercatore cinese, He Jiankui di Shenzhen, ha annunciato con un video su Youtube di aver creato i primi essere umani geneticamente modificati. Si tratterebbe di due gemelle il cui Dna sarebbe stato modificato mediante la tecnica dell'editing genetico Crispr, in modo da renderlo resistente a eventuali infezioni da Hiv, il virus dell'Aids.
Rimane il mistero sulla ricerca, che non è stata pubblicata su alcun giornale. Se fosse vero si tratterebbe di un progresso significativo dal punto di vista scientifico, ma anche una delicata sfida sotto il profilo etico, destinato a spaccare la comunità scientifica, che in buona parte si è già pronunciata condannando l'esperimento ritenuto “prematuro” per il genere umano. Lo stesso Governo cinese è intervenuto ribadendo il divieto di esperimento di modificazione genetica.
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Intanto la tecnica del “taglia e incolla” genetico è utilizzata in ambito vegetale come sistema alternativo alla modificazione come la si intende finora: non vengono infatti aggiunte parti del Dna, ma ci si limita a modificarne la composizione: a settembre è stato cotto e mangiato il primo cavolo il cui genoma è stato modificato mediante Crispr.
Effetti roventi da climate change
chi sopravvivera al cambiamento climatico 7
Anche se Donald Trump continua ad andare per la sua strada trattando il cambiamento climatico a livello di una colossale bufala, anche il 2018 si conferma come uno degli anni più caldi della storia. Non sarà il più caldo in assoluto, ma il quarto di sempre. E i venti anni con le temperature più alte della storia si sono registrati negli ultimi 22. Il che vuol dire che la tendenza all'innalzamento delle temperature è un dato di fatto incontestabile: a dimostrarlo c'è anche l'accelerazione dello scioglimento dei ghiacci ai due poli.
Ma non è solo questo: l'innalzamento delle temperature provoca effetti drammatici anche sull'ecosistema complessivo del pianeta Terra con un'accentuazione sempre più chiara dei fenomeni estremi, che interessano ormai tutte le regioni. Due soli tra gli altri: gli incendi che hanno coinvolto in Grecia l'area attorno ad Atene e l'intera Attica provocando un centinaio di morti e quelli che sempre nello stesso periodo hanno colpito la California con 85 morti. Le cause principali? La siccità e le temperature elevate