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La crisi di consenso che attanaglia Ursula von der Leyen, sempre più azzoppata sulla via della riconferma a presidente della Commissione Ue, è un gran colpo di culo per Matteo Salvini.
Il leader leghista ha sempre osteggiato la cofana bionda della “crucca” e non ha mai smesso di pungolare Giorgia Meloni per il suo rapporto speciale con Ursula (“Il mio no a von der Leyen non è personale. Penso che in Europa abbiamo perso cinque anni e che non possono essere i protagonisti in negativo a essere i protagonisti di domani.
Guardi all’immigrazione, e Von der Leyen si è ricordata di Lampedusa nell’ultimo anno di mandato, agli agricoltori, alle follie green sulla casa. Qualcuno queste cose le ha approvate. Non la Lega”).
MATTEO SALVINI - MARINE LE PEN - FRANCESCA VERDINI A PONTIDA 2023
Ora che la premier è rimasta incollata con il Bostik all’"oca zoppa" Ursula, il Capitone ha gioco facile nello spalleggiare la grande badessa francese del "Rassemblement National", Marine Le Pen, invocando una grande alleanza delle destre europee.
Secondo i sondaggi, il gruppo di Salvini-Le Pen, “Identità e democrazia”, è terzo dietro popolari e socialisti, e sopravanza i Conservatori della Meloni.
Anche per questo nel duello tra le due "sacerdotesse" delle destre, Meloni e Le Pen, Salvini ha capito che è più redditizio sostenere la Duciona di Francia, l’unica che può convogliare intorno a sé i "neri" d'Europa per costituire un rassemblement d’opposizione. Ma nulla è gratis.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI
L’ascesa della Le Pen come euro-astro d’Europa sta avendo contraccolpi importanti in Francia dove anche i più critici verso l’Eliseo si stanno avvicinando a Macron pur di contrastare il sovranismo putinista del "Rassemblement National".
Se in Europa è ormai chiara la sua collocazione, il dubbio amletico che attanaglia Salvini è cosa fare in Italia.
Gli conviene restare al governo, piantando grane e portando a casa qualche strapuntino, oppure uscire dalla maggioranza per diventare il Le Pen italiano?
Il leader leghista non sa che pesci prendere e ha deciso di aspettare l’esito delle elezioni europee prima di muoversi. In primis dovrà pesare i suoi consensi: se la Lega scende sotto il 7% dovrà affrontare la guerriglia interna di chi vuole detronizzarlo (operazione non scontata visto che Salvini continua a controllare gran parte delle truppe parlamentari e molti delegati regionali).
marine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldi
In secondo luogo, il "Capitone" butterà un occhio ai voti incassati da Fratelli d’Italia. Se Giorgia Meloni supera il 30%, dovrà fare pippa e riallinearsi. Ma se i consensi della Ducetta scendessero sotto il 26% per il segretario della Lega inizierebbe una fase effervescente tra nuove rivendicazioni, rinnovate pretese e spregiudicate operazioni di sabotaggio.
MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI
Anche perché qualcuno ha spiegato al fidanzato di Francesca Verdini che la "madre di tutte le riforme" by Meloni, cioè il premierato, qualora venisse approvata, annienterebbe il ruolo negoziale degli alleati di governo dando maggiore legittimità decisionale al premier eletto…
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