Andrea Selva per "la Repubblica"
CROCI IN MONTAGNACe n'è una sul Cervino, una sul Monte Rosa e un'altra metallica sulla Marmolada, mentre è rimasta libera la vetta del Monte Bianco, anche perché installare una croce a oltre 4.800 metri, su una cima completamente ricoperta di ghiaccio, sarebbe stato complicato.
Ma a parte le vette più famose, sono centinaia le croci piantate sulle Alpi tanto che gli ambientalisti di Mountain Wilderness hanno detto basta, è ora di fermarsi, magari fare un passo indietro, supportati da altre associazioni come Wwf e Italia Nostra: «Servono regole precise e più sobrietà» spiegano.
CROCE IN MONTAGNAE poi chiedono la «rimozione di tutte le opere imposte alle vette, sovradimensionate e ingiustificabili, che incidono in modo negativo sul paesaggio montano tradizionale». Un appello lanciato agli enti locali e ai responsabili delle aree protette perché tengano alta la guardia contro gli entusiasmi di chi vorrebbe portare in vetta nuove croci, installazioni luminose e altre "firme" del passaggio dell'uomo.
CROCE IN MONTAGNANon solo croci, l'ultima goccia è stato infatti quel dinosauro comparso sul Pelmo, una struttura di legno alta quattro metri, ben visibile da Cortina, che lo scultore ampezzano (e
alpinista) Mauro Olivotto ha realizzato proprio dove sono stati ritrovati resti preistorici. Ora l'artista, contrariato dalle polemiche dei tradizionalisti, sarebbe anche disposto a portare la sua opera più a valle oppure a bruciarla sul posto.
Una storia lunga quella delle croci, figlie di epoche in cui in montagna si saliva per combattere (sono tantissime le croci installate dagli alpini che si preparano a ricordare il prossimo anno i cent'anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale), ma anche per pregare. Ma ci sono grandi installazioni recenti, come la croce dedicata a Giovanni Paolo II sull'Adamello: un gigantesco blocco di granito portato in quota con un elicottero militare nel 1998, nel luogo in cui Karol Wojtyla aveva celebrato una messa, a 3.200 metri di quota.
CROCE IN MONTAGNALo stesso elicottero volò a passo Rolle nel giugno del 2009 per installare la statua del Cristo Pensante (un blocco di marmo pesante 20 quintali) che solo nell'ultima stagione estiva ha richiamato 25mila pellegrini in vetta. Una folla di escursionisti religiosi di ogni provenienza ed età tanto che il Parco naturale di Paneveggio ora dovrà correre ai ripari: manutenzione straordinaria dei sentieri e regole di accesso più severe, si pensa - ad esempio - al senso unico per dividere il traffico di chi sale e chi scende.
CROCE IN MONTAGNASul tema il Cai non ha mai preso una posizione ufficiale, ma il presidente nazionale Umberto Martini chiede buon senso citando il caso del rifugio Vazzoler (sul Monte Civetta, Belluno) dove tutte le lapidi e le croci sparse tra le rocce sono state riunite in un'unica chiesetta: «È stato fatto un po' d'ordine, su questo tema serve buon senso perché la salita sulle montagne non deve diventare una via Crucis».
Niente nuove croci - secondo Martini - ma nemmeno "crociate" per cancellare quelle che già ci sono e non deturpano il passaggio: «Sarebbe ridicolo rimuovere la croce dal Cervino, l'importante è fermarsi perché meno la montagna viene "deturpata" o "arricchita" (dipende dai punti di vista) e meglio la montagna sta».