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    LA “CULTURA DELL’OLTRAGGIO” – DAGO: “L’ODIO SOCIAL È UNA FORMA DI GUERRIGLIA CIVILE DOVE CHI NON HA ALCUNO STATUS, ESERCITA L’UNICO POTERE CHE HA, OVVERO IL “CHARACTER ASSASSINATION”, DISTRUGGERE LA REPUTAZIONE DI UNA PERSONA - ESPRIMENDO I NOSTRI SENTIMENTI PIÙ AUTENTICI O MISERABILI OFFRIAMO DATI PRECISI SU DI NOI, TRAMITE I QUALI ZUCKERBERG E I SUOI SOCIAL POSSONO VENDERE ULTERIORE PUBBLICITÀ’’


     
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    Roberto D’Agostino per VanityFair.it

    nadia toffa nadia toffa

     

    Neppure la morte ferma l'odio social. Nadia Toffa se ne è andata a 40 anni dopo aver lottato contro un tumore e appena qualche minuto dopo, su Facebook, sono comparsi miserabili insulti alla sua memoria. La conduttrice delle Iene in vita era stata spesso vittima degli haters che la rimproveravano di spettacolarizzare la sua malattia: il male, come lo chiamava lei, non era l'unico mostro contro cui dover combattere. E adesso che non c'è più, gli haters continuano a imbrattare il web.

     

    Ma come è potuto succedere così velocemente la riconversione della tecnologia in strumento di violenza personale? Perché eravamo un Paese quasi normale, col bello e il brutto, e in un paio d'anni siamo diventati un popolo feroce che non ha rispetto neppure per la morte?

    NADIA TOFFA RISPONDE ALL'HATER NADIA TOFFA RISPONDE ALL'HATER

     

    La “cultura dell’oltraggio” in cui si viene identificati e umiliati in rete per la propria identità o per le proprie opinioni costituisce un problema sociale che è difficile contrastare perché questi haters non dispongono di evidenti centri organizzativi.

     

    Nel gergo del Web, lo chiamano “trolling” l’utente che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, insultanti con il solo obbiettivo di fomentare gli animi e di causare dolore. Il trolling è in realtà una forma di guerriglia civile dove chi non ha alcuno status o potere riconosciuto formalmente, esercita l’unico potere che ha, ovvero il “character assassination”, distruggere la reputazione di una persona, sabotarla e umiliarla tramite l'ingiuria più gratuita e volgare in base a rancori e fobie e paranoie.

    giorgia meloni raimondo etro giorgia meloni raimondo etro

     

    Le parole diventano così un’arma, strumenti di violenza che evidenziano le debolezze umane per sfruttarle. L’offesa, che i troll perseguono con godimento sadico, è spesso considerata una forma di vittoria, che arriva a sfociare nell’illegalità nei minacciosi messaggi di odio ormai costantemente inviati alle figure pubbliche, soprattutto donne (vedi il caso dell’attivista Greta Thunberg).

    greta thunberg we don t have time greta thunberg we don t have time

     

    Al posto della società reale, Internet ci offre una selezione di giochi di guerra virtuali da fare per divertimento, amicizia, convenienza o per sfogare l’emotività. Il limite tra “libertà di parola” e violenza però si confonde, mentre lo scopo finale è di causare dolore e danni psicologici ad personam. (Del resto, i computers sono in origine strumenti di guerra, così come le reti che li collegano).

    commenti sulla meloni commenti sulla meloni

     

    Questi troll cercano di fare più male possibile (trattando le parole come armi) per poi ritirarsi immediatamente sulla posizione opposta, dichiarando cioè che è solo uno “scherzo” o invocando la “libertà di parola” (trattando le parole come simboli innocui).

    Non basta. L’arma fondamentale nell’arsenale dei troll è spesso l’anonimato. Piattaforme come Twitter e Instagram agevolano la possibilità di partecipare alla discussione pubblica senza rivelare la propria identità. Il nemico è reso più trasparente possibile mentre il colpevole resta all’oscuro. Pura vigliaccheria.

     

    facebook e le notizie 5 facebook e le notizie 5

    Secondo una delle interpretazioni, perché le ambizioni tecnologiche di Zuckerberg si realizzino, Facebook e Instagram hanno bisogno che i loro utenti siano sempre più espressivi e infiammabili dal punto di vista emotivo. Così la nostra rabbia, gioia, tristezza e orrore può fornire dei contenuti alle macchine, perché imparino a comportarsi come umani. In secondo luogo, esprimendo i nostri sentimenti più autentici o miserabili offriamo dati precisi su di noi, tramite i quali si può vendere ulteriore pubblicità. E’ questa ora la nostra realtà.

    matteo salvini contro i grillini su facebook matteo salvini contro i grillini su facebook

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