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    “L’ATTEGGIAMENTO ERA ‘NOI QUESTO PROCESSO NON LO POSSIAMO PERDERE, ENI NON DEVE USCIRNE BENE” – LA DEPOSIZIONE DEL PM MILANESE PAOLO STORARI, AL PROCESSO DI BRESCIA A CARICO DEI COLLEGHI DE PASQUALE E SPADARO, È UNA BOMBA SULLA PROCURA DI MILANO: SECONDO STORARI L’OBIETTIVO ERA COLPIRE L’ENI E ACCREDITARE ARMANNA E AMARA COME TESTE ATTENDIBILI – “IL DISEGNO ERA UNICO. NON SI VOLEVA INDAGARE SU UNGHERIA PER LO STESSO MOTIVO, PERCHÉ SAREBBERO SALTATE FUORI LE CALUNNIE…”


     
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    FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

    1. ENI-NIGERIA, STORARI: «I PM IGNORARONO LE PROVE DEL PROCESSO»

    Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

     

    «Ma lei, signor presidente del Tribunale, in un suo processo lo vorrebbe sapere o no che c’è un rapporto di 50.000 dollari, qualunque sia il motivo, tra un dichiarante e il teste di riscontro?

     

    E che al Tribunale era stata amputata una chat nella parte in cui parlava appunto dei soldi?».

     

    PIERO AMARA PIERO AMARA

    Più il pm milanese Paolo Storari […] riassume colloqui e mail con i colleghi sulle prove delle calunnie dell’ex dirigente e accusatore di Eni Vincenzo Armanna, che a suo avviso i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro avrebbero dovuto depositare a giudici e imputati del processo Eni-Nigeria, e più a Brescia sale l’attesa che nel pomeriggio le «almeno 100 domande» annunciate dal controesame della loro difesa mettano in difficoltà Storari sul merito di quei fatti (con in mezzo spesso il procuratore Francesco Greco e sempre l’aggiunto Laura Pedio, «perché niente passava senza che tutti e tre lo sapessero vicendevolmente, la gestione era sempre a tre»).

     

    PAOLO STORARI PAOLO STORARI

    Tanto più che Storari racconta […] come i colleghi avevano liquidato la sua scoperta che le chat del 2013, secondo Armanna comprovanti i depistaggi dei vertici Eni, Descalzi e Granata, fossero false visto che quelle utenze Vodafone non erano attive:

     

    «Ma De Pasquale, Greco e Pedio mi dissero “Eni ha rapporti con i servizi segreti che possono manipolare queste cose, non ci si può fidare di questi accertamenti”».

     

    E sul presidente del processo milanese Marco Tremolada: «De Pasquale e Spadaro dissero con chiarezza, in riunione con Greco e Pedio, che era troppo appiattito sulle difese e andava fatto astenere».

     

    PIERCAMILLO DAVIGO PIERCAMILLO DAVIGO

    Così come «De Pasquale diceva che boicottavo il suo processo», e «Pedio che dovevamo fare squadra perché la Procura non poteva perdere quel processo e Eni non doveva uscirne bene».

     

    E invece, al momento del controesame, la difesa di De Pasquale gira al largo da tutti questi punti, e l’avvocato Massimo Dinoia fa solo due tipi di domande. Uno sulla possibile inutilizzabilità processuale delle chat di Armanna […] e il pm risponde: «Se perquisisco per merci contraffatte e trovo un cadavere, non faccio finta di niente per formalismo. E comunque tutta questa prudenza De Pasquale non l’aveva quando con me in altre indagini setacciavamo allo stesso modo i telefoni e ottenevamo condanne».

    laura pedio 1 laura pedio 1

     

    Le altre domande […] puntano sulla consegna dei verbali di Amara su «Loggia Ungheria» da Storari al consigliere Csm Davigo (l’uno assolto definitivo, l’altro condannato in primo grado). Dinoia ribatte a Spanò che sono «rilevanti per l’attendibilità del teste», Spanò lo richiama più volte, fino a dire «se continua devo toglierle la parola, sta facendo un controesame fuori dalle regole». Il 18 gennaio deporrà Tremolada.

    FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO FABIO DE PASQUALE SERGIO SPADARO

     

    2. I PM DISSERO: «ENI DEVE FINIRE MALE»

    Estratto dell'articolo di Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

     

    Colpire l’Eni, rovesciarne la reputazione, deviare l’ordine della giustizia a favore di una tesi precostituita, da portare ad ogni costo. C’è qualcosa d’inquietante e di democraticamente destabilizzante, nella deposizione che il pubblico ministero Paolo Storari rilascia, come testimone della Procura di Brescia.

     

    VINCENZO ARMANNA VINCENZO ARMANNA

    Il processo è quello, vischiosissimo, a carico dei colleghi Fabio De Pasquale e di Sergio Spadaro ora in forza alla Procura europea. L’accusa è quella di «rifiuto d’atti d’ufficio per non aver depositato ai giudici e alle difese documenti favorevoli agli imputati, poi tutti assolti, per la vicenda nigeriana».

     

    Sostiene, appunto, il dottor Storari: «L’atteggiamento era “noi questo processo non lo possiamo perdere, Eni non deve uscirne bene”. Per me questo era inaccettabile perché io faccio il pm e voglio che su di me ci sia la massima trasparenza, se non fosse stato nascosto nulla alle difese».

     

    Continua il pm: «Noi uscivamo da questa vicenda in maniera perfetta, invece, ne siamo usciti come ne siamo usciti, cioè con le ossa rotte. Non si è voluto portare le prove a favore, ma un difensore ha diritto di sapere alcune cose, gli imputati hanno diritto di sapere e non è stato fatto. Volevano fare questa cosa con le mie carte: no, io questa cosa non la consento».

     

    FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

    Così depone Storari nel suo esame e controesame da teste. Colpire l’Eni, il succo. O, perlomeno, insufflare il dubbio. L’azienda, nel frattempo aveva visto, nel luglio 2022, il suo processo Eni-Nigeria […] concludersi con un’assoluzione senza appello in primo piano degli imputati, l’ad di Eni Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni oltre alle società Eni e Shell: tutti accusati di corruzione internazionale per una presunta tangente da oltre 1 miliardo di dollari che sarebbe stata pagata dalle due società petrolifere ai politici nigeriani per aggiudicarsi i diritti di esplorazione sul blocco Opl-245. E questo capitolo s’è chiuso. Restano, oggi, le parole di Storari che sono, oggettivamente, macigni.

     

    Descalzi Scaroni Descalzi Scaroni

    E le stesse cronache dell’esame del pm, spiazzano. Infatti lì, il presidente del collegio Roberto Spanò più volte boccia le domande poste dal difensore Massimo Dinoia per verificare […] «l’attendibilità del teste» ma ritenute non ammissibili in quanto relative alla vicenda loggia Ungheria che non è tema del processo

     

    Anche se a questo proposito Storari […] afferma che «il disegno secondo me era unico. Non si voleva indagare su Ungheria per lo stesso motivo». Ossia: non creare un «clima ostile» al processo sul giacimento Opl245 «perché sarebbero saltate fuori le calunnie di Amara che non andava screditato allo stesso modo di Vincenzo Armanna».

     

    videoregistrazione di piero amara 3 videoregistrazione di piero amara 3

    […] Storari aveva raccontato di aver sollecitato più volte le indagini sulle dichiarazioni rese da Amara e di aver trovato da parte dell’ex procuratore Francesco Greco e dall'aggiunto Laura Pedio, «un muro di gomma».

     

    «Non è stato fatto niente […] perchè non si voleva disturbare il processo Eni-Nigeria», istruito dal dipartimento affari internazionali, guidato dall'aggiunto Fabio De Pasquale il «fiore all'occhiello dell’ufficio che "faceva processi di serie A».

     

    Il processo Eni-Nigeria era il più importante che c’era in quel momento. Perdere in questo processo significava mettere in discussione tutto l’assetto organizzativo della Procura». Poi è arrivato il diluvio, Greco si è dimesso, De Pasquale è sotto inchiesta, Storari è stato assolto, il suo suggeritore Piercamillo Davigo rinviato a giudizio. […]

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    PAOLO STORARI CON IL SUO AVVOCATO PAOLO STORARI CON IL SUO AVVOCATO

    fabio de Pasquale fabio de Pasquale il codice davigo - poster by macondo il codice davigo - poster by macondo PIERCAMILLO DAVIGO IN VERSIONE JAVERT DEI MISERABILI PIERCAMILLO DAVIGO IN VERSIONE JAVERT DEI MISERABILI

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