Marco Conti per “il Messaggero”
mattarella saluta morricone
La «preoccupazione per la tenuta dei conti pubblici» trapela dalle mura del Quirinale dove per tutta la giornata di ieri si è cercato di contenere le fibrillazioni interne al governo e, soprattutto, le tensioni che si sono scaricate sul Mef.
Sulle scelte del ministro dell' Economia il Quirinale ieri offriva la stessa versione del premier Giuseppe Conte: nessuna telefonata durante la trattativa a palazzo Chigi dove è spuntato il 2,4% del rapporto deficit-pil.
di maio festeggia per il def con i parlamentari m5s
Sergio Mattarella ha appreso ieri l' altro la notizia dell' accordo nella maggioranza al suo rientro dal concerto in onore dei novant' anni del maestro Ennio Morricone e le telefonate con il premier Conte e il ministro Tria sono avvenute a cose fatte.
LE SPESE
Tuttavia la preoccupazione resta ed è dovuta anche alla giornata di ieri e ai tanti report di investitori e banche d' affari che guardano ora con molto sospetto la tenuta del nostro debito e la possibilità di investire nei titoli di Stato italiani.
salvini mattarella
L' aumento dello spread, e di conseguenza l' aumento dei tassi con cui vengono collocati i titoli, finiranno ovviamente ad incidere sui saldi della manovra di cui non si conosce però ancora la struttura.
Dopo la nottata di euforia a palazzo Chigi si attendono quindi le tabelle con la ripartizione delle spese alle quali sta lavorando lo stesso Tria. Prima dell' eventuale, ma molto probabile scontro con la Commissione Ue - che accusa il governo gialloverde di non aver rispettato i patti - occorrerà attendere la prossima settimana e soprattutto la pronuncia delle agenzie di rating che avevano rimandato il loro giudizio proprio in attesa del Def.
giovanni tria 5
Non c' è dubbio però che da giovedì notte ha mostrato più di una crepa la diga che avrebbe dovuto arginare le promesse elettorali di Lega e M5S che, sommate, rischiano di far saltare i conti e aprire la strada al famoso piano B.
Non solo Giovanni Tria ha subito un esasperato pressing, ma anche il premier Giuseppe Conte - che in privato parlava di un rapporto deficit-pil sotto al 2% - è stato alla fine costretto a capitolare.
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
Ieri proprio a Conte è toccato scendere dal suo ufficio rilasciando dichiarazioni soft nel tentativo di convincere gli investitori che alla fine ci sarà una manovra composto non tanto da sussidi e pensioni sociali, ma di investimenti.
Una linea che ieri nè Di Maio nè Salvini hanno esaltato preoccupati com' erano di sottolineare la vittoria sul reddito di cittadinanza come della revisione della legge Fornero. Ma se il vicepremier Di Maio è uscito sul balcone di palazzo Chigi per esultare, Salvini ha preferito evitare piazzate. Nella Lega, infatti, non tutti sono convinti della sfida lanciata ai mercati e di alcune misure che dovrebbero finire nella manovra super-assistenzialiste come la pensione di cittadinanza.
ellekappa tria
Il più preoccupato è il sottosegretario Giancarlo Giorgetti che ieri parlava di «deriva argentina» riferendosi sia alla scena del balcone di palazzo Chigi, sia al rischio di uno spread che potrebbe continuare a salire.
I TASSI
L' impressione è che comunque, al di là del primo incasso di consenso fatto da M5S e Lega, la strada sia ancora molto lunga, che le variabili siano ancora tante e che la moral suasion del Qurinale, al quale spetta comunque firmare la legge di bilancio, sia tutt' altro che conclusa.
giovanni tria 3
Di Maio è convinto che l' operazione del 2,4% sarà comunque vincente perchè o riesce oppure il M5S accusa l' Europa, le banche, gli speculatori e i poteri forti, di aver impedito la manovra del popolo. A Conte, più che a Tria, toccherà ora spiegare ai mercati la manovra in una sorta di road show che lo vedrà presto al cospetto di investitori e finanzieri ai quali dovrà raccontare come il governo intende far crescere il Paese.
CONTE GIORGETTI
A Conte, malgrado nella notte di giovedì, abbia preferito schierarsi sin da subito con i due vicepremier, spetterà il non facile compito di dimostrare che «non siamo un governo di scalmanati». Se riuscirà a convincere i mercati, prima dell' Europa, lo si vedrà subito dall' andamento dello spread e dall' andamento della borsa.
di maio e salvini DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO luigi di maio