Daniela Cotto per la Stampa
sofia goggia
Eccola, Sofia Goggia sugli sci, in pista nella prima prova della discesa olimpica in programma martedì 15 febbraio. L’azzurra c’è. Ha recuperato dopo l’infortunio ed è pronta a servire il colpaccio. Nel primo test è scesa con cautela, studiando le linee, come le hanno suggerito gli allenatori.
Fosse stato per lei, avrebbe tirato di più. Si sa, Sofia è così. Velocità e grande feeling con la sua disciplina. "Ma quello che voglio dire è che sono felice di essere qui. Quando, stamattina, sono arrivata su e nella casetta ho visto la scritta "Beijing2022" ero felice. Felice di essere ai Giochi, il mio sogno da bambina.
Dovevo provarci per me stessa. Essere rassegnati a prescindere è qualcosa che non accetto. Poi ci provo e non va? Benissimo, ma almeno ci ho provato. Per me combattere per se stessi e per le cose in cui si crede è fondamentale. Devo dire che sono sempre stata guidata da qualcosa che non mi ha mai fatto dubitare di non farcela e quindi nonostante la tragedia è stato un periodo sereno. Più o meno...".
sofia goggia
Sofia, come va la gamba sinistra, quella ferita?
"Tiene se faccio le cose giuste. Non è così pronta, così reattiva, chiaramente. Ho fatto una progressione incredibile ma la biologia ha bisogno dei suoi tempi. Non sono per nulla al top delle mie condizioni, anzi. Direi che sono in una forma scarsa. Non ho dolori adesso, sì..un pochino all’atterraggio del saltino. Ma la voglia di correre, di far le cose bene e la voglia di fare una discesa olimpica per me è la cosa più bella che possa esistere".
Il suo staff le ha chiesto di fare la prova con cautela?
"Ci eravamo prefissati di farla con molta calma, tanto che Rulfi (il capo coach della Nazionale) ieri mi ha proposto di farla con i pantavento! Mah...gli ho detto "Senti Gian...alla Fantozzi no! Almeno fammi fare una foto con la tutina da gara. Piuttosto freno io".
Ha avuto paura in partenza?
"No. Non ero pervasa dal terrore come pensavo avrei potuto essere. Ma ero ben concentrata e consapevole delle cose da fare, sono molto contenta, chiaramente ho frenato. Nel piano ho fatto quelle due curve e poi ho sentito quando ti entra la discesa. Era importante avere un approccio molto costruttivo".
Emozioni?
sofia goggia
"Bellissime. Ho fatto di tutto per essere qua, fa malissimo sapere di essere imbattuta da dicembre 2020 e di doversi presentare alle Olimpiadi saltando il superG dove avrei potuto giocarmi delle belle carte. Certo, a volte penso. Con un po’ di pace posso vivere? Ho fatto di tutto per arrivare a Pechino, sono stata guidata da una forza dentro soprattutto dopo Cortina. Non c’è stato un minuto in cui ho pensato "non ce la faccio", a parte il giorno dopo la caduta e lì è stata tragica".
Cosa le ha fatto cambiare idea il giorno dopo?
"Per fortuna sono circondata da dottori che si prendono le loro responsabilità. Quando mi hanno visitata a Milano, subito dopo l’infortunio, il dottor Andrea Panzeri e il dottor Schoenhuber mi avevano detto dieci giorni e vai a sciare. Io li ho guardati incredula. Poi, a destra ho un problema al menischetto, a sinistra mi ero un po’ devastata e non capivo bene quale fosse la gamba da utilizzare per fare il primo passo. Non è che fossi messa tanto bene. Scendo con le calze compressive e un po’ di tape al ginocchio".
sofia goggia
Cosa l’ha portata a non fare il superG venerdì?
"I pochi giorni di sci. Il superG è più un’incognita, non puoi costruirlo come la discesa. E poi ero caduta nei giorni prima...Stamattina ho detto ai tecnici "freno dove serve"".
L’obiettivo è la medaglia in discesa?
"Vediamo. E’ la prima volta che mi butto giù. Sono partita anche con un po’ di foschia...lenta non sono..".
La Moioli ha fatto argento.
"Me lo sentivo, grande".
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