Giuseppe Alberto Falci per corriere.it
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«Dopo 8 mesi si rischia di non notare più le differenze fra la Lega e il Movimento 5 Stelle», osserva Paola Nugnes, senatrice grillina capofila dei dissidenti a Palazzo Madama.
Perché dice così?
«Di fatto il Movimento si è “salvinizzato” posizionandosi anche ideologicamente a destra. Si tratta di una destra identitaria, non liberale. È la destra dei Paesi di Visegrád con cui Matteo Salvini è sempre in contatto. D’altro canto, lo abbiamo visto sul caso Diciotti».
L’Aula del Senato dovrà decidere se autorizzare il processo nei confronti del vicepremier Salvini. Lei come si comporterà?
«Voterò a favore del processo. Ma il governo si è schierato con Salvini. Tradotto: si è seduto al fianco di Visegrad».
Il capogruppo Francesco D’Uva ha detto al Corriere che chi dissente sul caso Diciotti «si mette automaticamente fuori dal Movimento». È preoccupata?
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«Preoccupata? Io non mi preoccupo. Semmai dovrebbe preoccuparsi D’Uva per le scelte che sta facendo fare al movimento. Noi, io ed Elena (Fattori, ndr), riteniamo di essere coerenti con il programma originario del Movimento. D’altro canto, in passato la rete si era già espressa sull’immunità parlamentare e mi sembra fosse stata abbastanza chiara».
La piattaforma Rousseau ha detto no al processo a Salvini.
«Dal nostro statuto: il risultato di un sondaggio in rete non è vincolante per il parlamentare».
Quanti sarete a inviare un segnale alla Lega nel voto in Aula?
«Io credo soltanto la Fattori e io».
In settimana ci sarà anche la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Toninelli. È a rischio la tenuta del governo?
«È una mozione da parte delle opposizioni. Vedrà che non succederà nulla…».
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Intanto Salvini continua a dettare l’agenda e torna alla carica con una proposta del centrodestra: la flat tax da estendere ai dipendenti.
«Salvini è potente. Il leader della Lega sta mettendo in atto una vera rivoluzione culturale. Sta impregnando la società di una nuova missione: una cultura di destra che si basa sui respingimenti, che dice no a chi è diverso. Salvini non si definisce fascista, nazista. Ma è contro gli antifascisti, contro gli antinazisti. In sintesi, è contro le ragioni del ’68».
Non ha risposto sulla flat tax. È favorevole o contraria?
«Sono contraria perché è una misura estremamente costosa e iniqua. Si parla di 50 miliardi da aggiungere alla prossima manovra. Scherziamo?».
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