pollock e rothko il gesto e il respiro
Notizie selezionate da Giorgio dell’Arti, dal libro Gregorio Botta “Pollock e Rothko. Il gesto e il respiro” Einaudi pagine 200 15 euro, pubblicate dal “Fatto quotidiano”
Svolta. Il 1946-47 è il biennio cruciale in cui inizia la svolta che deciderà il futuro della New York School: Rothko dipinge i primi Multiformi, Pollock i primi dripping.
Pollock. Inverno 1947, nel grande ripostiglio della casa al mare dove Pollock e Lee vivono da più di un anno, Pollock ha steso a terra una tela. Magari ha già cominciato a dipingere con il pennello. Poi deve essere successo qualcosa.
E qui l’elenco delle ipotesi fatte da critici, storici, artisti, amici è lungo:
1. Ha diluito troppo la vernice, che ha cominciato a gocciolare.
2. Ha tirato un pennello contro il muro in un gesto di rabbia verso se stesso.
3. Ha lanciato un barattolo (aperto) di vernice contro un quadro di Lee.
jackson pollock
4. È inciampato con il barattolo in mano.
5. Qualsiasi cosa sia successa è successa perché è ubriaco (la più accreditata ma la meno probabile: non dipingeva mai dopo aver bevuto). Secondo Whitey Hustek, imbianchino, il dripping è nato perché Pollock voleva imitare il suo straccio per pulire i pennelli.
Rothko. L’estate del ’48 è un periodo molto fertile, Rothko affitta una casetta a Long Island, e alla fine delle vacanze invita un gruppo di amici a contemplare il risultato della sua fatica estiva.
MARK ROTHKO
Tra di essi c’è Harold Rosenberg, che rimane entusiasta di quelle cinquanta e più tele che il pittore gli mostra. “Ho pensato fossero meravigliose, è stata una delle più eccitanti visite a uno studio mai fatte”. Nessuna di queste verrà mai esposta. Alloro posto, grandi quadri sui quali le forme cominciano ad assumere una sagoma sempre , più regolare: rettan{} goli orizzontali e verticali. Spiegò Rothko: per aver “un’immagine più riconoscibile”.
Pollock. “Mi sembra possibile controllare l’uscita del colore. Non utilizzo il caso.
Io nego il caso” (Jackson Pollock).
Rothko. “Non sono interessato alle relazioni di colori o forme (...) non sono un pittore astratto. Per me il colore è importante solo come veicolo per esprimere le fondamentali emozioni umane: tragedia, estasi, sventura. La gente che piange davanti ai miei quadri sta avendo la stessa esperienza religiosa che ho avuto io quando li ho dipinti” (Mark Rothko).
pollock
Pollock. Pollock usava vernici industriali.
Rothko. Rothko non comprava tubetti a olio, ma pigmenti in polvere: più economici e più puri. Li triturava a lungo con il pestello nel piccolo mortaio di marmo, per poi mescolarli con l’olio: era un’operazione lenta, quasi rituale.
Pollock. Life dedica a Pollock un articolo dal titolo: “È lui il più grande pittore vivente degli Stati Uniti”. Al centro una grande foto di Jackson appoggiato a un dripping molto orizzontale (Summertime). Si legge nel pezzo: “Pollock in piedi imbronciato vicino al suo dipinto più ampio(...), è alto solo 90 centimetri ma misura 5 metri e mezzo di lunghezza e si vende a 1.800 dollari, ossia più di trecento dollari al metro quadro. I critici si sono chiesti perché Pollock abbia concluso il dipinto in quel punto. Risposta: il suo studio è lungo solo poco più di sei metri e mezzo”.
Rothko. “Alcuni artisti vogliono dire tutto, come se si confessassero. Io, come un artigiano, preferisco dire poco” (Mark Rothko).
mark rothko
Morti. Pollock morto ubriaco a 44 anni dopo essersi schiantato con la sua auto contro un albero a pochi metri da casa sua (11 agosto 1956).
Rothko, morto a 66 anni, dopo aver ingoiato una grande quantità di barbiturici e essersi tagliatole vene. Prima s’era tolto i pantaloni e li aveva ripiegati su una sedia: non voleva che si sporcassero (25 febbraio 1970).
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