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    A BRUXELLES L’INDIGNAZIONE E’ A SCOPPIO RITARDATO - MENTRE LAVORAVA CON BARROSO, L'IMPLACABILE COMMISSARIA ALLA CONCORRENZA NEELIE KROES E’ STATA AMMINISTRATRICE DI UNA SOCIETA’ DI DUBAI CON BASE NEL PARADISO FISCLE DELLE BAHAMAS - MA LO SCOPRONO SOLO ADESSO E LEI NON AVEVA DETTO NULLA


     
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    Marco Bresolin per “la Stampa

     

    Il conflitto di interessi sta diventando un problema serio per la Commissione europea.

    Pur non essendo direttamente coinvolta, quella guidata da Jean Claude Juncker si trova per le mani una patata bollente che ogni giorno diventa più grossa.

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    Dopo la decisione - tardiva e solo su sollecitazione del Mediatore europeo - di avviare un' indagine sul passaggio dell' ex presidente José Manuel Barroso alla banca d' affari Goldman Sachs, ieri Juncker si è trovato costretto a prendere carta e penna per scrivere una lettera all' ex commissaria Neelie Kroes.

     

    L' olandese dal 2004 al 2014 ha fatto parte dei due gruppi guidati proprio da Barroso, prima come commissario alla Concorrenza e poi all' Agenda Digitale. Peccato che in contemporanea, dal 2000 al 2009, fosse anche amministratrice della Mint Holdings, una società energetica degli Emirati arabi con sede alle Bahamas. Incarico mai comunicato a Bruxelles.

     

    «Apparentemente - ha spiegato ieri Margaritis Schinas, portavoce della Commissione - Kroes non ha rispettato le regole e non ha informato la Commissione all' epoca dei fatti». La reazione di Juncker è arrivata ieri mattina, quando la notizia legata alla Kroes si è diffusa grazie a un' inchiesta del consorzio giornalistico Icij già ribattezzata «Bahamas Papers».

     

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    In realtà l' avvocato della Kroes aveva cercato di avvisare il presidente della Commissione con qualche giorno d' anticipo: una mail era arrivata a Bruxelles venerdì scorso, solo che nessuno l' ha letta fino a mercoledì.

     

    «Avete idea di quante mail riceviamo ogni giorno?», allargano le braccia dalla Commissione, ammettendo l' incredibile ritardo. Ora la Commissione intende «accogliere tutti gli elementi per poi decidere come procedere». Nel frattempo, il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha colto l' occasione per spronare gli Stati a creare una lista comune dei paradisi fiscali.

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    Secondo Bruxelles, Neelie Kroes - che sostiene di non aver infranto alcuna regola perché «la società non è mai stata attiva» - potrebbe aver violato l' articolo 245 del Trattato sul funzionamento dell' Unione europea. Se così fosse, per lei potrebbero arrivare sanzioni. Tra cui la revoca della pensione che gli ex commissari percepiscono. Poche settimane fa, Kroes aveva provocato l' irritazione dell' attuale Commissione, criticando la decisione di Margrethe Vestager su Apple.

     

    Dal palazzo Berlaymont era arrivata una replica velenosa che sottolineava il suo potenziale conflitto di interessi in quanto consulente della società Uber.

     

    Quando la notizia del suo coinvolgimento nei Bahamas Papers è venuta allo scoperto, in molti hanno ricordato l' incoerenza delle sue lotte contro l' evasione fiscale all' epoca in cui era commissario alla Concorrenza. I parlamentari della Sinistra Unita chiedono ora che la commissione d' inchiesta sui Panama Papers faccia luce anche su quest' ultima vicenda, mentre il capogruppo degli eurodeputati socialisti, Gianni Pittella, invita la Commissione a inasprire le norme: «Questo episodio rischia di rovinare la reputazione delle istituzioni».

    jean claude juncker jean claude juncker

     

    Prima di Kroes e Barroso, infatti, erano finiti al centro dell' attenzione anche l' attuale commissario Miguel Arias Cañete (commissario per il Clima), per via dei legami della moglie con una società basata a Panama. E lo stesso nome di Juncker, che oggi guida la commissione paladina della lotta all' elusione fiscale, era al centro del caso Luxleaks per la sua attività nel governo del Granducato.

     

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