Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
ombrelline
I padroni americani della Formula Uno hanno deciso di togliere dal circuito le ragazze con gonne millimetriche che facevano ombra ai piloti prima della partenza: le ombrelline. «Questa pratica è in disaccordo con le regole di base della società moderna», hanno detto.
La società arcaica, che associa le donne ai motori da una vita, ha ribadito le sue regole di base sul web: «Erano l' unica cosa che mi teneva sveglio durante il Gran Premio»; «Puritani e ipocriti al soldo degli emiri!»; «Non sarà che questi americani sono tutti dell' altra sponda?»; «Ombrelline licenziate, il buonismo produce disoccupazione»; «Basta che adesso non arrivino gli ombrelloni».
C' è ancora del lavoro da fare. Però per la prima volta si afferma il principio che la donna non ha il compito prioritario di eccitare gli spettatori. Chi regge la Formula Uno non si lascia certo guidare dagli scrupoli morali. Se ha deciso così, è perché sente che l' umore del pubblico pagante è cambiato. Il mondo dello spettacolo resta un covo di «ine», eppure il caso Weinstein ha prodotto un cambio di prospettiva senza ritorno, che va oltre i casi di molestie.
massimo gramellini
Dopo decenni di inconsapevolezza, lo sfruttamento del corpo femminile viene improvvisamente notato, provocando un moto di imbarazzo e forse di fastidio. Parafrasando il pilota di un bolide volante che andava persino più veloce di una Ferrari, la scomparsa delle ombrelline potrebbe rivelarsi un piccolo passo per la donna, ma un grande passo per l' umanità.
2. EFFETTO MOLESTIE SULLA F1
Maria Elena Barnabi per il Messaggero
OMBRELLINE
La Formula 1 chiude le ombrelline. Non ci saranno più le ragazze più o meno vestite e ammiccanti che hanno il compito di proteggere i piloti con l'ombrello alla griglia di partenza dei Gran Premi. La decisione che da molti, con termini roboanti, è stata ritenuta storica nel mondo dei motori, è stata comunicata ieri dai vertici della Liberty Media, che l'anno scorso aveva acquistato il Circus dalle mani di Bernie Ecclestone. A dare notizia del fatto che le ombrelline non saranno più al fianco dei piloti è stato Sean Bratches, managing director della Formula 1: è stata la prima decisione presa dal nuovo vertice. E non a caso. «Riteniamo che questa usanza non sia in linea con i nostri valori di marca e che sia chiaramente in contrasto con le norme sociali moderne», ha detto il manager. «Non crediamo che tale pratica sia appropriata o pertinente alla Formula 1 e ai suoi fan, vecchi e nuovi, in tutto il mondo». Il cambiamento sarà effettivo dal Gran Premio di Melbourne del 25 marzo 2018.
JOHN MALONE
TYCOONÈ evidente, dietro questa decisione, l'influenza dei movimenti del #MeToo e del #TimesUp, nati dopo lo scandalo Weinstein, per contrastare e denunciare le molestie subite dalle donne nello showbiz, nel lavoro, nello sport e in generale nella vita. La Formula 1 vuole dire che non è uno sport maschilista, che rispetta le donne e che non le considera un mero oggetto sessuale.
gp di silverstone 2016 hamilton 4
Dietro alle parole del portavoce della Liberty Media però, potrebbero esserci anche la capacità comunicativa e la longa manu del tycoon televisivo multimilionario americano John C. Malone, che appunto controlla la Liberty Media: classe 1941, studi a Yale, sostenitore di Trump, è padrone di un impero televisivo (quello di Discovery), di una squadra di baseball, gli Atlanta Braves, è al 174esimo posto nella classifica dei miliardari più ricchi del mondo. Malone sa benissimo come comunicare e come catturare l'attenzione del pubblico. E ben sa che in questi giorni, dove non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, c'è un'attenzione particolare alla questione del ruolo delle donne, presentarsi con un'immagine politicamente corretta e giusta, può fare la differenza, anche con gli sponsor, oltre che con il pubblico.
Lui stesso, a differenza degli altri tycoon televisivi, ha un'immagine integra e specchiata: sta da quasi 60 anni con la stessa donna, fa vacanze in camper ed è un grande filantropo. Malone e i suoi devono aver intuito che ormai il movimento #MeToo ha acquisito i contorni non solo di rivendicazioni politica ma anche di fenomeno di costume.
ombrelline
MANIFESTAZIONIIn effetti, negli ultimi mesi non c'è stata nessun tipo di manifestazione dello showbiz che non abbia preso in considerazione la questione. Ai Golden Globes, le star, tranne pochissimi casi, si sono presentate sul red carpet vestite di nero, in un'iniziativa lanciata dal movimento #TimesUp. Mentre ai Grammy Awards, molti cantanti e musicisti hanno sfoggiato una rosa bianca, anche questa simbolo di sostegno al movimento contro le molestie alle donne. Di questo passo, ci si chiede se lo stesso trattamento sarà riservato alle altre presenze femminili, che in abiti più o meno succinti, fanno da contorno alle manifestazioni sportive, come per esempio le cosiddette ring girls, che in bikini sfilano durate le pause degli incontri di boxe. Anche le ragazze in minigonna che accolgono i ciclisti al termine delle gare potrebbero essere a rischio. In realtà la tradizione della Miss Tappa è da sempre legata al Giro d'Italia: negli anni Cinquanta era la bella del paese, vestita a festa come l'intero villaggio.
Allo stesso modo, anche quella delle cheerleader è una tradizione americana e all'inizio a incitare i giocatori erano uomini. Solo più tardi vennero ammesse anche le donne e i loro abiti diventavano sempre più corti. La soluzione, anziché l'eliminazione come è stata fatta nel caso delle ombrelline, potrebbe essere quella di pareggiare i conti affiancando alle ragazze aitanti presenze maschili: anche gli uomini potrebbero provare a essere delle persone-oggetto. I campioni e gli spettatori ne sarebbero ugualmente contenti?
OMBRELLINE 1