1. TRAFORO DEL GRAN SASSO , IPOTESI COMMISSARIO PER EVITARE LA CHIUSURA
Andrea Martini per ''Il Sole 24 Ore''
traforo del gran sasso
Continuano gli incontri per evitare che dalla mezzanotte di domenica prossima venga chiuso il Traforo del Gran Sasso. L' ipotesi sul campo di un commissario nominato con lo sblocca-cantieri, dopo la conversione del decreto legge, quindi non prima di metà giugno, non basta alla concessionaria autostradale Strada dei Parchi che chiede invece un intervento immediato del governo o con la nomina di un commissario di Protezione civile o mediante un' azione del Prefetto.
La riunione tecnica di ieri - convocata inizialmente per discutere soltanto del Piano economico-finanziario della società - è servita al vice presidente della concessionaria Mauro Fabris per chiarire le posizioni in campo. Oggi al ministero delle Infrastrutture ci sarà un altro incontro che cercherà di sbloccare la situazione.
Strada dei Parchi conferma la decisione della chiusura del tunnel domenica prossima, in attesa che vengano adottato misure concrete. L' incontro di ieri è stato definito «positivo» da Fabris perché è servito a chiarire la disponibilità del ministero a trovare una soluzione. Poi in serata è arrivata la nota del ministero stesso: «Il Mit, nella consapevolezza della complessità della questione, coinvolgerà tutti i soggetti interessati e tutti i livelli istituzionali, in modo da raggiungere sia l' obiettivo di breve termine, ossia il mantenimento in esercizio delle gallerie autostradali, sia quello di lungo termine, quindi la messa in sicurezza definita degli acquedotti
traforo del gran sasso
. Non a caso, è prevista una modifica al decreto Sblocca cantieri con cui sarà nominato un Commissario straordinario incaricato di sovraintendere alla progettazione, all' affidamento e all' esecuzione degli interventi necessari per la messa in sicurezza del sistema idrico».
Ora però le soluzioni vanno trovate in fretta. La riunione di oggi sarà aperta anche a Regione, Provincia e alcuni sindaci. Anche perché alla Regione fa capo il progetto di più lungo periodo che prevede l' impermeabilizzazione delle gallerie, lavoro da circa 120 milioni stanziati per Strada dei parchi e l' Istituto di fisica nucleare.
Proprio ieri, entrando alla riunione al ministero, il presidente dell' autostrada dei Parchi, Cesare Ramadori, ha detto che la chiusura del traforo del Gran Sasso ipotizzata per il 19 maggio «non è interruzione di pubblico servizio, ma avviene a seguito dell' indagine della procura della Repubblica».I lavori nel traforo del Gran Sasso - ha aggiunto - «sono straordinari. Non toccano al concessionario ma al concedente», cioè allo Stato.
traforo del gran sasso
La Concessionaria Strada dei Parchi ha voluto comunque precisare che alcune categorie di veicoli potranno continuare a transitare nel Traforo del Gran Sasso anche in caso di chiusura: potranno continuare a percorrere la tratta autostradale Assergi-Colledara e viceversa i mezzi di Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, 118, quelli appartenenti alle altre Forze di Ordine Pubblico.
«Rendere operativa tale decisione, il 19 maggio, significherebbe tagliare a metà l' Abruzzo, con risvolti pesantissimi per il sistema imprenditoriale locale isolando di fatto un territorio già duramente colpito dal terremoto», ha detto il presidente di Confindustria L' Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda.
Alla riunione di ieri si è parlato anche del piano economico-finanziario ma con un sostanziale rinvio della partita. Il Mit ha infatti comunicato che vanno superati due nuovi ostacoli: la valutazione dell' Autorità di regolazione dei trasporti e quella dell' Ue. Potrebbero arrivare a breve invece i 112 milioni previsti per i lavori di manutenzione straordinaria sui viadotti. Dopo la prima bocciatura del decreto da parte della Corte dei conti a febbraio, sarebbe ora avvenuta la registrazione del provvedimento.
lavori per il traforo del gran sasso
2. A RISCHIO 9 MILIARDI DI VALORE AGGIUNTO PER LE PROVINCE DI AQUILA E TERAMO - PROBLEMI ANCHE PER LE ATTIVITÀ DEI LABORATORI DI FISICA NUCLEARE
Andrea Martini per ''Il Sole 24 Ore''
«Un danno enorme per tutte le imprese dell' Abruzzo interno. Un provvedimento che metterebbe in ginocchio le aziende aquilane, già gravate dalle difficoltà di una ripresa post-sisma che fatica a decollare. Come Confindustria non possiamo che opporci fermamente».
A esprimere un secco no alla chiusura del traforo del Gran Sasso è il presidente di Confindustria L' Aquila Abruzzo Interno, Riccardo Podda. Le imprese del territorio sono già in allarme per la paventata interruzione di quella che è una arteria fondamentale che tiene letteralmente insieme la parte Ovest e quella Est dell' Abruzzo.
lavori per il traforo del gran sasso
Il traforo del Gran Sasso, con i suoi 10 chilometri di galleria, è uno snodo fondamentale dell' autostrada che dalla Tangenziale Est di Roma arriva fino all' allacciamento con l' autostrada A 14 (Bologna-Bari-Taranto). Collocato a metà strada tra le uscite dell' Aquila e quella di Teramo, ogni giorno sotto il Gran Sasso transitano 11mila macchine, per un valore di circa 35mila euro stimato dalla Concessionaria Strada dei Parchi.
Nei periodi di punta durante l' estate si arrivano a toccare anche i 70mila veicoli giornalieri. In tutta la rete dell' autostrada A24 e A25 (quest' ultima è quella che dalla diramazione di Torano della A24 arriva fino a Pescara) transitano più di 19mila veicoli in media ogni giorno. Di questi il 15% sono mezzi pesanti, quelli più propriamente legati al sistema economico del territorio.
traforo del gran sasso
«La chiusura del traforo del Gran Sasso costringerebbe ad utilizzare la Statale 80, che arriva fino a 1.300 metri di altezza, con un percorso tortuoso», spiega Agostino Ballone, presidente di Confindustria Abruzzo. Le province più colpite sarebbero nell' immediato quelle dell' Aquila e di Teramo: 155 comuni con una popolazione complessiva di 618mila abitanti, 80mila imprese registrate che producono circa 9 miliardi di valore aggiunto e 1,7 miliardi d' export. Per non parlare del turismo: il traforo del Gran Sasso è un nodo fondamentale per i collegamenti con il Lazio, da cui viene ogni anno un quarto dei turisti dell' Abruzzo.
Ma a rischiare il blocco dell' attività sono anche i Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso: si tratta del centro di ricerca sotterrano più grande del mondo, che sfrutta la protezione dalla radiazione cosmica ottenuta con gli oltre 1.400 metri di montagna sovrastanti. La struttura è utilizzata da oltre mille scienziati provenienti da 29 paesi diversi.
3. L' ACCUSA DI INQUINAMENTO NELLA CONSULENZA DA 2MILA PAGINE
lavori per il traforo del gran sasso
Ivan Cimmarusti per ''Il Sole 24 Ore''
Oltre 2mila pagine di consulenza tecnica accusano Strada dei Parchi spa (SdP) e l' Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di aver inquinato, tra il 2016 e il 2017, la falda acquifera sottostante il traforo del Gran Sasso, sull' A24.
La spa - che gestisce le arterie autostradali di collegamento del Centro Italia - e i laboratori all' interno del massiccio montuoso negli Appennini, sono accusati di aver generato una «immissione incontrollata» di Toluene e Cloroformio, che ha contaminato la risorsa idrica che fornisce acqua potabile (complessivi 800 litri al secondo) a 700mila persone nelle quattro province abruzzesi. Un rischio, per la verità, tuttora in corso, tanto che SdP ha deciso di interdire il traffico sull' A24 all' altezza del traforo, per evitare ulteriori procedimenti per inquinamento.
L' accusa della Procura di Teramo, infatti, è basata sulla mancanza di «un adeguato isolamento delle superfici» del tunnel e dei laboratori rispetto alla falda acquifera sottostante. Isolamento tuttora mancante, tanto che a gennaio scorso la Regione Abruzzo è corsa ai ripari, deliberando la «messa in sicurezza dell' acquifero del Gran Sasso e del sistema di captazione delle acque potabili», stanziando 172 milioni di euro, 104,3 dei quali a SdP.
Interventi necessari ma in stallo.
acqua del rubinetto
Una missiva del Mit del 10 aprile a firma del dg Felice Morisco, in risposta a una nota della spa del 5 aprile, ha specificato che «questa direzione ha già riscontrato la richiesta della Regione Abruzzo rilevando l' estraneità degli interventi, richiamati nella delibera regionale, al rapporto concessorio in quanto non contemplati dalla convenzione unica attualmente vigente». Uno stop alla messa in sicurezza. Tanto che SdP, come detto, temendo un rischio di reiterazione del reato per inquinamento ambientale, ha disposto l' interdizione del traffico a partire dal 19 maggio.
Dall' azienda, infatti, spiegano che anche l' incidente in galleria di una autocisterna, con conseguente sversamento di benzina, andrebbe a inquinare la falda per la mancanza di quell' isolamento del tunnel, causando così un nuovo reato per inquinamento ambientale imputabile ai vertici societari. Fonti vicine alla Procura della Repubblica di Teramo, spiegano, però, che non ci sarebbe comunque il rischio di un sequestro del traforo, in quanto il tunnel è considerato strategico per tutta la viabilità del Centro Italia.
A settembre partirà il processo a carico, tra gli altri, di Lelio Scopa, Cesare Ramadori e Igino Lai, rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore generale di esercizio di Strada dei Parchi, e di Fernando Ferroni e Stefano Ragazzi, rispettivamente presidente dell' Infn e direttore dei Laboratori nazionali del Gran Sasso.
Le posizioni dei due enti attengono a capi d' imputazione distinti, ma entrambi legati alla mancanza «di un adeguato isolamento» rispetto alla falda acquifera.
I vertici della spa rispondono «per colpa consistita - si legge negli atti - in negligenza, imprudenza ed imperizia» tali da «cagionare o comunque non impedire l' immissione incontrollata in ambiente di Toluene e la conseguente contaminazione delle acque sotterranee del Gran Sasso, analiticamente accertata dal distretto Arta Abruzzo di Teramo». Stando alla consulenza ci sarebbe «contaminazione derivante dall' utilizzo di vernici nei lavori di rifacimento della segnaletica stradale».
acqua del rubinetto 1
Fatto avvenuto il 4 e 5 maggio del 2017. Di violazione della 231 (responsabilità di enti e società) risponde SdP, per aver «omesso di adottare ed efficacemente attuare idonei protocolli organizzativi e gestionali» che prevedessero «misure per prevenire i reati». Infn, invece, risponde per «l' immissione incontrollata in ambiente di Cloroformio (Triclorometano), derivante dall' impiego nelle attività sperimentali di rilevanti quantità di reagenti e sostanze chimiche delle acque sotterranee del Gran Sasso». Valori fuori norma che si sono registrati fra il 7 novembre 2016 e l' 11 agosto 2017.