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    ALMAGATE, IL CASO NON E’ CHIUSO - LA FAMIGLIA ABLYAZOV DENUNCIA I DIPLOMATICI KAZAKI PER SEQUESTRO DI PERSONA


     
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    Maurizio Molinari per LaStampa.it

    delegazione di grillini incontra alma shalabayevadelegazione di grillini incontra alma shalabayeva

    La famiglia Ablyazov sceglie il foro di Roma per ottenere la condanna del Kazakhstan, reo del sequestro di Alma Shalabayeva e della piccola figlia Alua. Alle 9,30 di questa mattina l'avvocato degli Ablyazov, Astolfo di Amato, deposita la denuncia penale nella quale accusa tre diplomatici kazaki di «sequestro aggravato di persona» e «gravi abusi dei privilegi dei diplomatici» chiedendo la revoca della loro immunità e una condanna che potrebbe arrivare a 15 anni di reclusione.

    Se Muktar Ablyazov, leader dell'opposizione kazaka ricercato per frode da Astana, è in prigione in Francia e deve battersi contro la richiesta di estradizione del Kazakistan, la contromossa della famiglia è dunque aprire un fronte legale nel nostro Paese sperando così di ottenere il ritorno di Alma e Alua.

    La denuncia colpisce l'ambasciatore Adrian Yelemessov e due diplomatici, Murlan Khassen e Yerzhan Yessirkepov sulla base di «prove schiaccianti», come si legge nel comunicato della famiglia, che includono la copia della richiesta del Kazakhstan all'Interpol di deportare Alma Shalabayeva. «Una volta rivelato lo status illegale di Shalabayeva Alma in Italia - con documenti falsi - vi chiediamo di deportarla in Kazakistan» si legge nel documento del 31 maggio scorso nel quale si chiede anche di arrestare Muktar Ablyazov.

    Shalabayeva almaShalabayeva alma

    Per la famiglia si tratta di un «abuso dell'Interpol» perché «le autorità del Kazakhstan hanno chiesto a quelle italiane di consegnare la Shalabayeva nonostante il fatto che quest'ultima non fosse oggetto di un mandato di cattura dell'Interpol». Per Peter Sahlas, avvocato dei figli di Ablyazov, «il Kazakhstan ha abusato dell'Interpol per camuffare la presa in ostaggio della moglie e della figlia del principale avversario politico del regime» dando vita ad una «cospirazione criminale» finalizzata ad una «rendition straordinaria».

    Fra le altre prove a carico dei diplomatici kazaki c'è una foto scattata dalla cabina di pilotaggio del jet austriaco che decollò da Ciampino con Alma e Alua, nella quale si vedono due di loro mentre parlano con degli agenti italiani. La foto, scattata dal pilota Jorg Mayerbrock, fa parte dei documenti consegnati dalla famiglia alle autorità austriache che indagano sui 70 mila dollari versati dal Kazakhstan per affittare il velivolo.

    ALMA SHALABAYEVAALMA SHALABAYEVA

    «Il pilota ha dichiarato alla polizia austriaca - dice l'avvocato della famiglia - che i primi due passeggeri a salire a bordo furono i diplomatici kazaki, seguiti da un pulmino della Polizia con 15-20 persone». Il pilota «osservò che Alua veniva portata sull'aereo non dalla madre ma da un'agente donna italiana».

    La conclusione di Madina, maggiore dei quattro figli di Ablyazov e Shalabayeva, è che «l'ambasciatore e gli altri diplomatici hanno organizzato un'espulsione illegale, abusando dei loro privilegi di diplomatici che dunque non possono continuare a godere». «Sapevano cosa stavano facendo, che era un rapimento ed una deportazione e che si svolgevano in maniera illegale» spiega Madina, rimettendosi nella mani della magistratura italiana.

    Sebbene gli agenti italiani siano stati accusati di aver partecipato alla cattura di Alma e Alua, l'azione penale non investe cittadini del nostro Paese, citando invece a sostegno della denuncia dichiarazioni delle più alte autorità italiane. «Il premier Letta ha revocato l'ordine di espulsione, chiedendo al Kazakhstan il ritorno di Alma e Alua» e «il presidente Napolitano ha parlato di caso inaudito» si legge nel testo, in cui si giustifica il termine di «rendition straordinaria» - adoperato dagli Usa per indicare dopo l'11 settembre 2001 la cattura di sospetti terroristi - con il fatto che lo scorso 18 luglio un rapporto dell'Onu ha compiuto la medesima scelta.

    Il tentativo dei famigliari è così di ottenere una sentenza a Roma contro il Kazakhstan sufficientemente dura da spingere Astana a far ripartire in fretta Alma e Alua alla volta dell'Italia. L'avvocato francese, intanto, ha chiesto nuovamente la scarcerazione di Ablyazov. La questione sarà discussa domani dalle autorità transalpine.

    MUKTHAR ABLYAZOV E LA FIGLIA ALUA E LA MOGLIE ALMA SHALABAYEVAMUKTHAR ABLYAZOV E LA FIGLIA ALUA E LA MOGLIE ALMA SHALABAYEVA

     

    alma shalabayeva ipadalma shalabayeva ipad
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