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    BUFALARI, DORMITE SERENI: I PM PERDONANO PURE LE FAKE NEWS – LA FARÀ FRANCA IL 38ENNE UMBRO CHE NEL 2017 SPARÒ SUL WEB LA NOTIZIA CHE FEDEZ E J-AX ERANO STATI ARRESTATI CON 28 GRAMMI DI COCAINA IN AUTO DOPO AVER IMBOCCATO CONTROMANO VIA MONTENAPOLEONE, A MILANO: IL PM NE HA CHIESTO L’ARCHIVIAZIONE PERCHÉ L’INDAGATO È CONOSCIUTO COME “IL RE DELLE BUFALE” E PERCHÉ SI TRATTA DI “DISINFORMAZIONE CHE CARATTERIZZA IL GOSSIP”. MA I LEGALI DEI RAPPER INSORGONO… - VIDEO


     
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    Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

     

    FEDEZ J AX FEDEZ J AX

    «Fedez e J-Ax arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina»: la notizia fa il giro del web, con tanto di seguito di insulti ai due noti cantanti. Solo che è del tutto falsa, è una bufala il cui autore, però, potrebbe non subire conseguenze ora che la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta per diffamazione che lo riguarda perché è un noto fabbricante di notizie false. «La disinformazione non può essere considerata lecita», insorge la difesa di Fedez, al secolo Federico Lucia, che si è opposta alla richiesta di archiviazione. Forse anche perché arrivava dal sito rollingstone.live , che ha un nome che rimanda all'autorevole rivista musicale americana, ma con la quale non ha nulla a che vedere, l'8 aprile del 2017 la storia che J-Ax e Fedez erano finiti in manette diventa subito virale.

     

    j ax fedez j ax fedez

    Diceva più o meno così: dopo aver imboccato contromano via Montenapoleone a Milano nel Quadrilatero della moda, i due rapper erano stati fermati dai carabinieri che nella loro auto avevano trovato la coca, tutto sotto gli occhi di un testimone che aveva dichiarato che J-Ax e Fedez, prima di essere portati in caserma, avevano giurato che la droga non era la loro. Era tutto falso, inventato di sana pianta, ma J-Ax e Fedez furono costretti a fare una smentita ufficiale attraverso l'agenzia giornalistica Ansa e poi a presentare una querela per diffamazione.

     

    gianni morandi fedez j ax gianni morandi fedez j ax

    Ora il sostituto procuratore milanese Isabella Samek Lodovici chiede l'archiviazione dell'inchiesta in base all'articolo 51 del codice penale che impedisce di punire chi esercita un diritto. Il reato è «oggettivamente configurabile», scrive il magistrato al giudice per le indagini preliminari, solo che il comportamento dell'indagato, un umbro di 38 anni, non è punibile penalmente perché «si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l'ambito delle notizie dedicate al cosiddetto gossip con la spettacolarizzazione del pettegolezzo».

     

    FEDEZ J AX ROVAZZI FEDEZ J AX ROVAZZI

    L'indagato, inoltre, che usa strampalati «nomi d'arte» ed è «noto come "il re della bufala sociale italiana"», ha al suo attivo «numerose fake news, cioè avvenimenti inventati con titoli sensazionalistici». Cioè, le spara così grosse da non essere credibile. Nella sostanza è come un comico che fa satira. Ciò che ha fatto, e che ha ammesso pacificamente alla Polizia postale, può però «giustificare il diritto al risarcimento del danno» con un'azione in sede civile, avverte il magistrato. Per gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, che assistono Federico Lucia, in arte Fedez, invece la falsa notizia, essendo stata confezionata in maniera da sembrare «del tutto verosimile», ha fatto danni molto gravi raggiungendo un numero «considerevole» di persone che l'hanno creduta vera.

     

    j ax e fedez con dario fo j ax e fedez con dario fo

    Comunque, la pubblicazione di notizie false e denigratorie non è mai legittima», affermano i legali i quali, ricorrendo contro la richiesta di archiviazione, ricordano le «innumerevoli iniziative» a livello nazionale ed europeo per contrastare le fake news che, attraverso la disinformazione, sono «in grado di influenzare e indirizzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone». E «a nulla vale che il querelato sia noto come il «Re delle bufale», perché al momento della pubblicazione della fake news «la paternità dell'articolo non era nota». In ogni caso, non può mai esistere un «diritto alla disinformazione che riguarderebbe tutte le notizie sui cosiddetti Vip».

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