Marco Galluzzo per corriere.it
macron conte
Spiazzati anche, ma nemmeno troppo, perché alla Farnesina hanno registrato in questi mesi l’escalation di incidenti diplomatici con Parigi. E lo hanno fatto con impotenza crescente, di fronte ad una politica estera ruvida, dal sapore elettorale, che ha spesso messo l’Eliseo nel mirino. Ora, ovviamente, ai piani alti del nostro ministero degli Esteri, sono anche molto preoccupati, perché indubbiamente il gesto della Francia è molto grave: non siamo alla rottura delle relazioni diplomatiche, al momento passo inimmaginabile, ma il richiamo dell’ambasciatore può essere un gesto che precede un congelamento dei rapporti.
Le provocazioni
moavero salvini
La mossa dei francesi arriva al termine di una serie di dichiarazioni e fatti che anche i nostri diplomatici non faticano a giudicare provocatori: dalla polemica sul franco francese alle accuse di neocolonialismo contro Parigi, dalla sponda ai gilet giallisino alle dichiarazioni di un sottosegretario del governo italiano che ha definito Macron affetto dalla «sindrome del pene piccolo». E tutto questo accade mentre il ministro italiano, Enzo Moavero, è in Sudamerica, impegnato nel gruppo di contatto sul Venezuela, e il capo del governo in missione in Libano, rientrerà stasera.
Diplomazia messa da parte
Dunque impotenza, rammarico, preoccupazione, stati d’animo che si estendono a tanti altri fronti sui quali la nostra diplomazia è stata spiazzata e/o messa da parte dai due azionisti della maggioranza: dagli F35 alla Tav il piano tecnico della nostra politica estera è ormai da mesi congelato a vantaggio, o svantaggio, a seconda dei punti di vista, delle esigenze politiche ed elettorali della Lega e dei 5stelle.
moavero salvini MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA