Emanuele Buzzi per il ''Corriere della Sera''
di maio di battista
Oltre la manovra, all' orizzonte le Europee e la riforma della Carta. Luigi Di Maio e il Movimento si preparano a chiudere il 2018 con una settimana che si preannuncia al cardiopalma, ma lo sguardo è già proiettato al nuovo anno.
Con una serie di novità. Il capo politico pentastellato attende il ritorno di Alessandro Di Battista per pianificare con lui le prossime mosse (non è escluso un impegno dell' ex deputato come volto dei Cinque Stelle nel mondo). Insieme, i due, molto probabilmente saranno protagonisti di una piccola rivoluzione per il mondo pentastellato: un videomessaggio di Capodanno (negli anni passati Beppe Grillo aveva sempre lanciato il suo contro discorso di fine anno). L' idea per ora è allo studio. «Dibba» intanto via social network annuncia il rientro in Italia e precisa: «Quando tornerò mi vedrò con Luigi che è come un fratello per me, parleremo, e vedremo il da farsi».
DI MAIO DI BATTISTA
Di Maio, poi, cercherà di imprimere una accelerazione in vista delle Europee: subito dopo la Befana sono previsti incontri a Bruxelles per creare il futuro eurogruppo del Movimento. Ma non solo. Di fatto a gennaio inizierà una campagna elettorale permanente, con i parlamentari impegnati per buona parte della settimana sui territori per spiegare la manovra, tessere i rapporti con la base e lanciare - appunto - gli argomenti dei Cinque Stelle in vista del voto di maggio. Un ritorno alla piazza per riannodare quei legami con gli attivisti intorpiditi dai mesi di governo.
Ma la fase due di Di Maio - che sul web ha pubblicato un suo test sulla manovra per replicare a critiche e fact checking - non può non tenere conto della partita di governo.
GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO
Il leader non è preoccupato dalle nuove tensioni con i dissidenti. «Non fanno più effetto», dice chi ha avuto modo di parlare con lui dopo il voto al Senato. L' idea è quella di lasciare scemare le tensioni, senza amplificare le eventuali frizioni con senatori e deputati, lasciando «chi fa casino» in balia di se stesso. Il vicepremier è convinto che alla fine il gruppo si cementerà. E anche il rapporto con la Lega sembra non impensierire - almeno in parte - Di Maio. Persone vicine al leader pentastellato fanno capire che se da una parte l' asse con Matteo Salvini è alquanto saldo, dall' altra ci sono ruggini crescenti (specie dopo le ultime dichiarazioni sul reddito di cittadinanza) con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. «Con Salvini va benissimo. Con Giorgetti meno. Si nota una spaccatura sempre più evidente nella Lega», è il cuore del discorso nell' entourage pentastellato.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE
I prossimi passi politici, invece, hanno già una data: il 15 gennaio. Il Movimento - di concerto con la Lega - punta a far partire l' iter della riforma costituzionale: riduzione del numero dei parlamentari, introduzione dei referendum propositivi senza quorum e, soprattutto, del vincolo di mandato, uno dei suoi cavalli di battaglia. Una partita che si preannuncia delicata, così come altri dossier che sono all' attenzione del vicepremier.
«Non abbiamo nessuna intenzione di arretrare se ci saranno delle tensioni su questo punto: per noi il vincolo di mandato è fondamentale», dice un pentastellato. Ma è chiaro che la misura - specie tra i dissidenti - suscita già malumori.
Intanto il vicepremier commenta il via libera del Senato: «Si dice che nella manovra ci sono tagli al welfare. Ma con reddito di cittadinanza, pensioni minime e quota 100 investiamo sul welfare e i diritti sociali massacrati dai precedenti governi. Io ci sto in questo governo finché porteremo avanti più diritti per le persone».
conte salvini di maio SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO matteo salvini luigi di maio