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    LA FEBBRE DELL’ORO – IL METALLO GIALLO AI MASSIMI BEN OLTRE LA SOGLIA DEI 2 MILA DOLLARI L’ONCIA (2.014 DOLLARI) E VICINO AL RECORD DI SEMPRE - A SPINGERNE LA CORSA SONO UN RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA DEGLI STATI UNITI E LA DEBOLEZZA DEL DOLLARO AMERICANO - A DARE VIGORE ALL'ORO ANCHE I MASSICCI ACQUISTI DA PARTE DI ALCUNE BANCHE CENTRALI…


     
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    Sandra Riccio per la Stampa - Estratti

     

    ORO ORO

    Il prezzo dell'oro si sta avvicinando ai suoi massimi storici. In mattinata le quotazioni del metallo giallo si muovono in rialzo di un punto percentuale e si portano sui massimi degli ultimi sei mesi, ben oltre la soglia dei 2mila dollari l’oncia (2.014 dollari). Da inizio anno i valori sono aumentati di più del 10%. Il livello più alto era stato toccato nell'estate del 2020, a quota 2.075 dollari l’oncia.

     

    A spingere la corsa del prezioso sono le indicazioni arrivate dai dati macro che hanno confermato un rallentamento della crescita Usa. Allo stesso tempo il dollaro americano si sta indebolendo e questo trend favorisce la corsa dell’oro.

     

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    All’orizzonte potrebbero esserci altri rialzi ancora. Gli operatori sono in attesa di ulteriori indicazioni sull’andamento dell’economia statunitense. La settimana appena iniziata sarà ricca di dati. In particolare, l’attenzione è sull’indice dei prezzi Pce che fornirà elementi alla Fed per valutare l’andamento dell’inflazione Usa. La diffusione di questo dato è attesa per giovedì. Indizi su una Banca centrale meno aggressiva, nel caso di caro vita più debole, saranno a svantaggio del dollaro e favoriranno di nuovo l’oro.

     

     

    Il faro è anche sull’Europa. Nell'eurozona, molti investitori sono particolarmente preoccupati per l'economia tedesca che non riesce a uscire dalla stagnazione. La sentenza sul bilancio di Berlino emessa dalla Corte costituzionale federale ha inoltre causato ulteriore incertezza.

     

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    Non ci sono solo i dati macro. A dare vigore al metallo giallo sono anche i massicci acquisti da parte di alcune Banche centrali. E’ il caso della Banca centrale olandese che nei giorni scorsi ha fatto sapere che sta ampliando massicciamente le proprie riserve auree. Il motivo? De Nederlandsche Bank (Dnb), ha annunciato di aver allineato le proprie riserve auree in rapporto al Pil a quelle di altri Paesi dell'eurozona e dei Paesi extraeuropei. Secondo la Dnb, se si verificasse una crisi finanziaria, il prezzo dell'oro salirebbe alle stelle e le riserve auree ufficiali potrebbero essere utilizzate per sostenere un nuovo gold standard. La dichiarazione fa temere nuove escalation e mette in allerta gli investitori che così acquistano più oro.

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