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    NEVERMIND! LA FIGLIA DI KURT COBAIN RIESCE A NON FAR PUBBLICARE NUOVE FOTO DEL CADAVERE DEL PADRE: “HO MOLTI PROBLEMI A CAUSA DELLA SUA MORTE. ULTERIORE SENSAZIONALISMO MI CAUSEREBBE DOLORE” - I NIRVANA? NON MI PIACCIONO MOLTO"


     
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    Renato Franco per il “Corriere della Sera”

    scena suicidio cobain scena suicidio cobain

     

    Il padre si sparò quando lei aveva due anni. La madre l’ha cresciuta quando gli assistenti sociali decidevano che poteva farlo perché non era troppo fatta di eroina. Se essere «figlio di» ti mette sempre di fronte a un paragone ingombrante, per Frances Bean Cobain i confronti sono sempre al quadrato.

     

    È la figlia di Kurt Cobain, il genio — maledetto e inquieto — del grunge, e di Courtney Love che del marito non ha l’estro, ma la stessa passione per la musica e le droghe sintetiche. Con due modelli così — dall’immagine pubblica solida quanto era fragile quella privata —, Frances Bean Cobain, 23 anni da compiere e una vita da costruirsi, sembra riuscire a stare lontana dalla strada della trasgressione, brava ragazza con l’unico vezzo del trucco dark e della passione per i film horror.

     

    scatola di proiettili accanto a kurt scatola di proiettili accanto a kurt

    Famosa di riflesso, gli occhi sempre puntati addosso, tutti a scrutare le somiglianze fisiche con il padre (in realtà ha i lineamenti della madre, ora ognuno dica la sua), Frances Bean ha chiesto che non venissero pubblicate nuove foto e nuove informazioni sulla morte del padre con un appello accolto dal tribunale di Seattle chiamato a decidere in seguito all’azione legale avviata da un giornalista secondo il quale Cobain è stato assassinato. «Ho dovuto affrontare molti problemi personali a causa della morte di mio padre. Ulteriore sensazionalismo mi causerebbe un grande dolore», ha detto Frances Bean, sottolineando di essere già stata perseguitata in passato dai fan del padre.

     

    patente ritrovata accanto al corpo di cobain patente ritrovata accanto al corpo di cobain

    Come quella volta in cui uno di loro si infilò in casa sua e l’aspettò per tre giorni perché riteneva che lo spirito del leader dei Nirvana fosse entrato nel suo corpo. Roba da perder la rotta, soprattutto se un faro si è suicidato e l’altro fa luce a intermittenza e a sproposito. Infanzia difficile, adolescenza tormentata («ero una quindicenne frustrata che indossava roba gotica»), rapporti a elastico con la madre, che non si è sottratta come Kurt, ma ha interpretato con una prospettiva diciamo molto personale il ruolo di genitore. Frances Bean Cobain fa l’artista visiva, ha anche prodotto un documentario sul padre, Kurt Cobain: Montage Of Heck : «È giornalismo emotivo, racconta la lotta di un uomo contro la sua condizione umana, non volevo mistificarlo, né darne un’idea romantica».

     

    In una recente intervista a Rolling Stone ha detto quello che diventa subito titolo di giornale: «A dirla tutta, non mi piacciono molto i Nirvana. Non mi interessa la scena grunge, anche se Territorial Pissings (in Nevermind , l’album capolavoro dei Nirvana, ndr ) è una bomba. E piango ogni volta che ascolto Dumb , è una versione ridotta all’osso della percezione che aveva di se stesso, sotto l’effetto di droghe o meno. Si sentiva inadeguato nel ruolo di voce di una generazione».

     

    occhiali e portafogli di kurt occhiali e portafogli di kurt

    È in quest’ultima frase che Frances trova la sua personale chiave di lettura per spiegare quello che per un figlio deve essere dolorosamente inspiegabile: «Mio padre era troppo ambizioso, e questa ambizione gli è costata troppo. Voleva che la sua band fosse famosa, ma non era pronto per essere la voce di un’intera generazione».

     

    Ha chiaro il meccanismo di media e show business: «La nostra cultura è ossessionata dalla morte dei musicisti, che vengono sistematicamente messi sul piedistallo. Non sarebbe successo se fosse stato un tizio qualsiasi che abbandona la propria famiglia nel peggior modo possibile, ma non era un tizio qualsiasi. E così ha dato alla gente un motivo per santificarlo. Nessuno pensava che potesse diventare più grande di così, e invece, quando è morto, lo è diventato».

    courtney love e frances bean cobain courtney love e frances bean cobain cobain su air b and b cobain su air b and b cobain a terra dopo overdose di eroina cobain a terra dopo overdose di eroina kit per eroina di kurt cobain kit per eroina di kurt cobain

     

    lettera del suicidio di cobain lettera del suicidio di cobain la casa di cobain a seattle la casa di cobain a seattle

    Nevermind è il segno di un tempo immobile. È un paradosso, ma la «fortuna» di morire giovane è la molla che tiene sempre vivo Cobain, in un limbo di eterno presente, che si dilata e non passa mai. 

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