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    LA FINE DI UN’ERA - ROSANNA MANI, CONDIRETTORE DI “SORRISI E CANZONI” DA 20, È STATA ‘DEMANSIONATA’ DA ERNESTO MAURI


     
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    Claudio Plazzotta per "Italia Oggi"

    grillo ZIO SAM SU TV SORRISI E CANZONIgrillo ZIO SAM SU TV SORRISI E CANZONI

    La scure di Ernesto Mauri cade pure su una figura che era considerata intoccabile in Mondadori: Rosanna Mani, da 39 anni nella redazione del settimanale Sorrisi e Canzoni, da 20 anni condirettore, deus ex machina dei Telegatti e grande ufficiale di collegamento con tutto il mondo discografico italiano.

    Nelle nuove strategie della casa editrice, come più volte spiegato dall'amministratore delegato di Segrate, non c'è più posto per la figura del condirettore, e in ciascuna testata «un direttore basta e avanza». Quindi la signora Mani, che ha già superato i 70 anni e da tempo è in pensione, assume ora l'incarico di responsabile relazioni area spettacolo. In sostanza, quello che ha sempre fatto.

    C'è, tuttavia, un declassamento, almeno grafico, in questa sua nuova veste. Fino a settimana scorsa, infatti, il nome della Mani, con i gradi di condirettore, appariva nel colophone di Sorrisi e Canzoni sulla stessa riga e con lo stesso corpo del direttore responsabile Aldo Vitali. Da questa settimana, invece, Vitali resta al suo posto, sotto di lui il vicedirettore Bice Colarossi (in corpo più piccolo), e ancora più sotto, in corpo uguale alla Colarossi, ecco la Mani, appena sopra Alex Adami, caporedattore centrale in ascesa.

    Tony Renis Rosanna Mani e Elettra MoriniTony Renis Rosanna Mani e Elettra Morini

    Nelle stanze di palazzo Niemeyer si parla di svolta epocale. Perché la Mani era ed è indissolubilmente legata al brand di Sorrisi e Canzoni.

    Ha visto passare parecchi direttori, ma lei è sempre sopravvissuta: da Gigi Vesigna, con cui ha iniziato a Sorrisi nel 1975, per poi collaborare con Pierluigi Ronchetti, Massimo Donelli, Umberto Brindani, Alfonso Signorini e, ora, con Vitali. I direttori se ne andavano, chi a stare meglio, chi bruciato dalla macchina di Sorrisi, ma lei restava. A tessere relazioni con tutta la musica leggera italiana, con il mondo dello spettacolo. In sintonia stretta con l'editore Silvio Berlusconi e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, grati e riconoscenti con la giornalista che, all'inizio della loro avventura televisiva, aveva portato in dote a Canale 5 e alle altre reti tutto il sistema di amicizie e contatti di Sorrisi.

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    La signora Mani, in questi decenni, ha avuto uno sguardo prevalentemente rivolto all'esterno della redazione di Sorrisi, esercitando un ruolo di indirizzo nel mondo dello spettacolo e della musica (e per questo mai interessata alla poltrona di direttore del settimanale). Temutissima dai giornalisti e dai direttori di Sorrisi, di lei si è parlato come una sorta di Mino Raiola dello show business, a cui quasi nessuno riusciva a dire di no.

    Adesso continuerà a svolgere il suo incarico per Sorrisi, ma i tempi più scintillanti sono passati, i galloni non sono quelli di una volta, con i Telegatti andati in soffitta da quasi dieci anni e pure il mondo della musica, con la rivoluzione digitale, che si sviluppa con logiche nuove e diverse.

    Avrà probabilmente più tempo per seguire la carriera della figlia, Alessandra Barzaghi, attrice, conduttrice televisiva e doppiatrice. Ma neppure l'intoccabile Mani è riuscita a scampare alle cesoie di Mauri, sotto cui sono caduti tanti nomi eccellenti in Mondadori, nel tentativo di sistemare i conti della casa editrice ed evitare sprechi di denaro in ridondanti catene di comando che ormai, ai giornali periodici e in generale nella carta stampata, non servono più.

     

     

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