DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Il principio di realtà irrompe in una delle narrazioni più identitarie della destra al governo. […] in ballo c’è la grande promessa sulle tasse: la flat tax. […] a dire che lo schema è «poco realistico» è la Banca d’Italia. Se poi si segue lo sviluppo dell’analisi del capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale Giacomo Ricotti, audito ieri dalla commissione Finanze della Camera sulla delega fiscale, il contraccolpo per Giorgia Meloni e i suoi alleati risulta ancora più evidente.
giancarlo giorgetti foto mezzelani gmt 320
Il messaggio di via Nazionale: «Il modello prefigurato come punto di arrivo — un sistema ad aliquota unica insieme a una riduzione del carico fiscale — potrebbe risultare poco realistico per un Paese con un ampio sistema di welfare, soprattutto alla luce dei vincoli di finanza pubblica ».
Tradotto: le entrate garantite dalla flat tax non permetterebbero di sostenere un welfare che ha bisogno invece di essere alimentato abbondantemente. E che non può contare sul serbatoio del deficit, se si vogliono tenere i conti in ordine. Non a caso la Banca d’Italia definisce il debito pubblico come «il principale vincolo» per la riforma del fisco.
Aggiungendo che «la sfida» per l’esecutivo «sarà tradurre in pratica i principi cui si ispira la delega, tenendo insieme i vincoli di bilancio pubblico » con «l’equità orizzontale e verticale». La bocciatura della “tassa piatta” si allarga perché il rischio aggiuntivo è un aumento delle diseguaglianze; per questo arriva la raccomandazione a valutare attentamente gli effetti redistributivi. Ne sanno qualcosa quei pochi Paesi, appena 23 su 225, che l’hanno scelta.
Nell’appendice al testo dell’audizione […] vengono smontate le ragioni dei sostenitori del sistema con un’aliquota unica: l’incentivo alla crescita è «limitato» e «incerto» è il ruolo nella riduzione dell’evasione. Al contrario, si legge, «l’unico argomento su cui le ricerche mostrano una certa convergenza è quello a sfavore della flat tax», per le conseguenze in termini di redistribuzione e disuguaglianze, che sono costate care, ad esempio, alla Bulgaria, dove sono state introdotte due aliquote flat, al 10% e al 15 per cento.
L’Estonia e la Slovacchia hanno provato a parare i colpi, ma hanno dovuto alzare il livello della spesa pubblica, oltre a fare retromarcia rispetto al modello base del sistema flat. I rilievi di Bankitalia non riguardano solo il disegno del governo sull’Irpef. Servono coperture «adeguate, strutturali e credibili », sottolinea Ricotti, anche per gli altri interventi di una riforma che punta a essere organica, perimetro che via Nazionale promuove.
LA FLAT TAX - VIGNETTA DI GIANNELLI
Ma al momento […] le uniche coperture garantite sono quelle che arriveranno da un balzello aggiuntivo, la nuova sovraimposta all’Ires che è necessaria per superare l’Irap. Non è chiaro, invece, come l’esecutivo voglia intervenire sulle agevolazioni fiscali, indicate come il bacino principale da cui attingere le risorse per finanziare il taglio delle tasse (tra 6 e 10 miliardi solo per “l’antipasto” della flat tax, cioè la riduzione delle aliquote Irpef, da 4 a 3). […]
BANKITALIA 77bankitaliaFLAT TAXFLAT TAX PER I RICCHI STRANIERI
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