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    CASA DI CARTA E TESTE DI ZUCCA - LA FONDAZIONE DALÌ FRIGNA CONTRO L’USO DELLE MASCHERE COL VOLTO DEL PITTORE NELLA SERIE DI NETFLIX - L’ENTE VORREBBE REGOLAMENTARE L’USO DELL’IMMAGINE DEL PITTORE SURREALISTA MA I PRODUTTORI DELLA SERIE SPERNACCHIANO: LA MASCHERA È UNA CARICATURA E NON C’ERA MOTIVO DI CHIEDERE ALCUNA AUTORIZZAZIONE


     
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    Andrea Federica de Cesco per www.corriere.it

     

    LA CASA DE PAPEL LA CASA DE PAPEL

    La maschera raffigurante il volto di Salvador Dalì indossata dagli assalitori de La Casa di carta è ormai diventata il simbolo della serie tv spagnola, oltre che un ottimo travestimento per Carnevale, Halloween e qualsiasi occasione goliardica. Lo scorso novembre, per esempio, i calciatori Neymar e Mbappé l’hanno sfoggiata in occasione di Psg-Lille. E poi c’è il vezzo di alcuni rapinatori veri - soprattutto in America del Sud - di celare il volto con le iconiche maschere per assaltare le banche.

     

    Ora, riferisce El Paìs, la Fondazione Gala-Salvador Dalì, creata nel 1983 da Dalì stesso per promuovere, proteggere e diffondere le sue opere e i suoi musei, ha messo al lavoro i propri servizi legali per regolamentare l’uso dell’immagine del pittore surrealista (scomparso 30 anni fa), in modo che chi se ne serve sia obbligato a chiedere l’autorizzazione.

    la casa de papel la casa de papel

     

    La Fondazione Dalì vs Atresmedia e Netflix

    I negoziati procedono su due fronti, con l’obiettivo di raggiungere un accordo: da una parte c’è Atresmedia Corporaciòn, che ha prodotto la serie in collaborazione con Vancouver Media per l’emittente televisiva spagnola Antena 3; dall’altra Netflix, che l’ha poi acquistata e distribuita in tutto il mondo e che sta girando la terza stagione. I responsabili della serie sostengono che non sono tenuti a chiedere alcun permesso, perché la maschera utilizzata dai protagonisti de La Casa di carta «è una caricatura».

     

    LA CASA DE PAPEL LA CASA DE PAPEL

    La fondazione, che in Spagna ha la gestione «in esclusiva» dei diritti immateriali derivanti dall’opera e dalla persona di Dalì, ribatte che qualora venga a sapere che «questi diritti sono stati violati» è suo compito «raddrizzare la situazione chiedendo che gli usi non autorizzati vengano regolarizzati». E questo, afferma l’ente con sede a Figueres (Girona), è esattamente ciò che sta facendo con Atresmedia Corporación e Netflix.

     

    La questione della caricatura

    «Vancouver Media ha presentato un tipo di maschera che alla direzione della serie andava bene», hanno riferito a El Paìs fonti di Atresmedia. Queste ultime affermano che la fondazione non ha inviato loro alcun requisito per regolamentare l’uso della maschera, aggiungendo che «la maschera è un disegno che ricorda Salvador Dalì, ma dei baffi del genere li può portare chiunque» (anche se nel primo episodio viene detto esplicitamente che la maschera è ispirata al pittore). Vancouver ha chiarito che la decisione di fare indossare una maschera agli assalitori è stata motivata dal fatto che «la serie ha un’estetica simile a quella del mondo dei fumetti».

    LA CASA DE PAPEL LA CASA DE PAPEL

     

    Le opzioni erano due: «Don Chisciotte, per la sua universalità e la sua follia, e Dalì, che ha prevalso perché era un personaggio più iconico e molto più moderno di quello ideat0 da Cervantes. È stata una scelta dei creatori sostenuta dal team artistico della produzione. Dopodiché un artigiano è stato incaricato di realizzare una caricatura apposta per la serie e ha domandato se dovessimo chiedere il permesso, ma il nostro team legale ha risposto che non era necessario trattandosi di una caricatura». Netflix ribadisce la propria estraneità alla decisione di usare la figura di Dalì.

    CASA DE PAPEL - LE MASCHERE DI SALVADOR DALI CASA DE PAPEL - LE MASCHERE DI SALVADOR DALI

     

    «La migliore foma di marketing per Dalì»

    Del resto, fonti vicine alla produzione sottolineano che il successo de La Casa di carta ha a che fare con il fatto che «in fin dei conti la serie illustra la vittoria di Davide contro Golia, e ciò ha fatto sì che in Paesi come l’Arabia Saudita, la Turchia, la Francia, ma anche in America Latina e in Africa la maschera sia stata utilizzata come simbolo per rivendicare diritti sociali e lottare contro i poteri politici ed economici». «La serie ha permesso che il pittore si conosca in luoghi del pianeta dove altrimenti sarebbe stato complicato [conoscerlo]. È la migliore forma di marketing per Dalì nel mondo».

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