Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
C’è una battaglia che darebbe a Putin la più preziosa delle vittorie, e si svolge in Francia.
PUTIN LE PEN
Una sfida che si svolge a duemila chilometri da Kiev, ma per Putin vincerla a distanza sarebbe forse più importante della conquista di un aeroporto o della presa di Mariupol, perché le conseguenze peseranno sulla guerra in Ucraina, sul ruolo della Ue nel mondo e forse sulla stessa sopravvivenza del progetto europeo: è l'elezione del presidente della Repubblica francese.
Primo turno questa domenica 10 aprile, scontro finale due settimane dopo, il 24 aprile, quando - stando ai sondaggi - si affronteranno probabilmente il presidente in carica Emmanuel Macron e Marine Le Pen, nella riedizione del duello di cinque anni fa. La leader sovranista, al suo terzo tentativo, non è mai stata così vicina alla vittoria: le ultime previsioni (Harris Interactive) indicano uno scarto minimo, Macron in calo al 51,5% e Le Pen in crescita al 48,5%, con un margine di errore stimato al 3%. In sostanza, i due rivali oggi sono ormai quasi alla pari. Salvo sorprese, la Francia si troverà a dover scegliere tra l'europeista Macron e la nazionalista Le Pen.
PUTIN LE PEN
Il voto nei grandi Paesi ha sempre ripercussioni internazionali: nel 2004 il quotidiano britannico The Guardian ne era così convinto che provò a influenzare apertamente le elezioni americane, lanciando una mobilitazione globale per convincere gli elettori della contea di Clark a votare per John Kerry invece che per George W.Bush (l'Operation Clark County non funzionò, Bush venne rieletto, l'esperimento non venne più tentato e forse meglio così).
Ora, quasi vent' anni dopo, di nuovo le elezioni in un Paese occidentale, stavolta in Europa, rivestono la stessa enorme importanza globale, anzi, forse ne hanno una ancora maggiore.
putin le pen
Dopo i primi bombardamenti e l'apparizione dei carri armati con la «Z», gli europei si sono trovati inaspettatamente d'accordo nel varare sanzioni importanti e nell'inviare aiuti - armi comprese - all'Ucraina. Putin era convinto di piazzare un suo uomo a Kiev in 72 ore e di cancellare una volta per tutte quella che per lui era ed è un'eresia insopportabile, l'esistenza di una democrazia liberale europea alle porte di casa. Ha ottenuto invece il rilancio della Ue, mai così unita anche nel cercare di sbarazzarsi della dipendenza energetica dalla Russia.
Ma che cosa succederebbe se a vincere le elezioni francesi dovesse essere Marine Le Pen? Immaginiamo lo scenario. Sconfitti Macron, il suo sogno europeista e l'asse con Draghi, all'Eliseo si insedia una donna che combatte da sempre l'Unione europea e che ha stretto legami con la Russia di Putin sin dal 2011, quando prese il posto del padre Jean-Marie alla testa del Front National.
Già nel suo primo programma presidenziale, quello del 2012, Marine Le Pen auspicava la fine della Ue e la nascita di una «alleanza trilaterale Parigi-Berlino-Mosca». Non è mai cambiata.
marine le pen in guadalupa 1
Dopo la conquista russa della Crimea nel 2014, Marine Le Pen ha sempre sposato le tesi del Cremlino vantandosi con Putin di «essere l'unica che in Francia difende la Russia», e i suoi deputati europei a Strasburgo hanno regolarmente votato contro ogni risoluzione sgradita a Mosca. Se Marine Le Pen ha potuto presentarsi alle successive elezioni presidenziali del 2017, è stato grazie al prestito di nove milioni di euro da parte di una banca russa, mentre stavolta il prestito di 10,7 milioni di euro arriva dall'Ungheria dell'altro amico filo-Putin appena rieletto, Viktor Orbán.
A capo della sola potenza nucleare dell'Unione europea e della seconda economia della zona euro potrebbe andare chi promette la fine dell'integrazione, l'avvento di una non meglio precisata «Europa delle nazioni» e l'uscita della Francia dal comando integrato della Nato. Gli equilibri mondiali ne risulterebbero sconvolti. Putin otterrebbe, stavolta senza sparare un colpo, una vittoria strategica inestimabile.
marine le pen
Se in Italia qualcuno si stupisce della penetrazione della propaganda russa nel dibattito politico nostrano, guardiamo alla Francia: tolto Macron, i tre candidati più forti che lo inseguono nella corsa all'Eliseo - Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon, Éric Zemmour - sono tutti su posizioni storicamente filo-Putin, che solo Mélenchon ha faticosamente corretto negli ultimi giorni. Zemmour, che già disse «ci vorrebbe un Putin francese» sperando di incarnarlo, chiede tuttora cautela nel condannare gli eccidi russi. Marine Le Pen, una settimana fa: «Finita la guerra in Ucraina, Putin potrebbe tornare un alleato».
Ieri, dopo gli orrori di Bucha: «Serve un'inchiesta Onu per individuare i responsabili», senza mai accostare le parole Putin, Russia, condanna. Le forze filo-Putin sono già arrivate al governo in alcuni Paesi europei, compresa l'Italia, dove però il sistema parlamentare e la presenza del presidente Mattarella come garante delle alleanze internazionali hanno contenuto la portata dell'evento, e non c'era la guerra in Ucraina. Orbán ha appena vinto «anche contro Zelensky», ha detto, ma l'Ungheria non è certo al cuore del progetto europeo.
macron putin
La Francia sì, e le istituzioni della V Repubblica danno al presidente un potere immenso, anche se non dovesse poi avere una maggioranza in Parlamento (come potrebbe capitare a Marine Le Pen). Dopo anni di ritornello su un'Europa senz' anima, la tragedia ucraina sembrava avere riunito la maggioranza degli europei attorno a pochi, sacrosanti principi. Tutto potrebbe capovolgersi, se la sera del 24 aprile alle 20 sugli schermi francesi dovesse apparire per primo, come è del tutto possibile, il volto di Marine Le Pen.