Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
FRANCIA GERMANIA
Dopo i giocatori del Belgio e dell' Inghilterra, ieri sera avrebbero dovuto essere i campioni del mondo francesi e mettere un ginocchio a terra prima dell' inizio della partita.
«È previsto», ha detto il portiere e capitano Hugo Lloris nella conferenza stampa pre-partita. I Bleus avevano già compiuto il gesto contro le discriminazioni e il razzismo prima dell' amichevole contro il Galles del 2 giugno, e l' annuncio di una replica prima del match contro la Germania all' Euro ha provocato enormi polemiche. Alla fine, a sorpresa, la squadra ha ceduto alle pressioni: niente ginocchio a terra, nonostante la ministra dello Sport, l' ex nuotatrice Roxana Maracineanu, avesse sostenuto la scelta dei giocatori: «Lo fanno perché i giocatori o i loro compagni ancora oggi soffrono per i certi comportamenti dei tifosi. Vogliono testimoniare il loro impegno per la lotta contro le discriminazioni e il razzismo».
FRANCIA IN GINOCCHIO 2
Per tutta la giornata politici e intellettuali di destra ed estrema destra hanno espresso la loro indignazione e sono arrivati a lanciare sui social media la campagna #BoycottEquipedeFrance, invitando i connazionali a spegnere la tv e non guardare quel gesto di sottomissione. Il colmo per la nazionale delle stelle Mbappé e Benzema.
Alle vicende dei Bleus viene da sempre attribuito un valore politico, nel bene e nel male: quando Thuram, Deschamps e Zidane vinsero i mondiali del 1998 fu il trionfo dell' utopia black blanc beur , la nazionale simbolo della Francia multiculturale di successo nera, bianca e di origine araba, con Jean-Marie Le Pen che ridacchiava dicendo che se quelli erano francesi... Ai Mondiali in Sudafrica il disastro sportivo venne imputato all' indisciplina e all' arroganza di troppi giocatori «con l' atteggiamento sfrontato che vediamo spesso nelle periferie», mentre la seconda Coppa del Mondo vinta in Russia nel 2018 fu l' occasione per il neo-eletto Emmanuel Macron di esibirsi con i pugni alzati, in un ultimo momento di comunione con i concittadini prima della rivolta dei gilet gialli.
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Poi c' è stato il caso Benzema, campione francese e algerino del Real Madrid, per anni non convocato in nazionale perché sospettato di scarso attaccamento alla maglia e per aver accusato l' allenatore Deschamps di «cedere a una parte razzista della Francia». Troppo forte per essere lasciato a casa, Benzema è stato richiamato tra i Bleus per l' Euro ma la polemica scoppia allora per il ginocchio a terra: «Portano il gallo francese sulla maglia e designano il popolo francese come razzista.
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Questa genuflessione è una vergogna. Vi invito a spegnere la tv», dice Philippe de Villiers, saggista reazionario, ex ministro e patron del parco di divertimenti Puy du Fou che celebra la gloriosa storia di Francia. A sinistra c' è chi non ha rinunciato alla battuta: «Non è la prima volta che l' estrema destra preferisce la Germania»», ha detto Manuel Bompard della France Insoumise , alludendo al periodo di Vichy. Alla fine, colpo di scena, niente ginocchio a terra.
Le proteste dell' estrema destra sembrano aver vinto sull' appoggio del governo.
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