Anais Ginori per “la Repubblica”
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Il lungo contenzioso tra Amazon e le autorità francesi prosegue con un nuovo colpo di scena. Il ministero del Lavoro ha infatti bocciato la richiesta del gigante americano di avere la "disoccupazione parziale" - misura analoga alla Cig varata dal governo transalpino per far fronte all' emergenza - a beneficio dei circa 10 mila lavoratori francesi del gruppo. La decisione del governo fa seguito alla lunga querelle giudiziaria che ha portato tre settimane fa Amazon a sospendere l' attività di vendita dai suoi stabilimenti francesi.
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«La risposta è stata negativa, in quanto la chiusura dei siti non è legata ad un calo di attività ma a una decisione del tribunale», hanno spiegato fonti del ministero del Lavoro.
proteste contro amazon in francia
La piattaforma aveva chiuso i sei stabilimenti francesi dopo la decisione del tribunale di Nanterre che le aveva ingiunto di procedere a una valutazione dei rischi legati al Covid19 con i rappresentanti del personale e di ridurre la sua attività di consegna ai soli beni essenziali sotto pena di una multa di 100 mila euro per ogni infrazione. Secondo Amazon, rimanere aperti significava affrontare il rischio di penalità fino a oltre un miliardo a settimana. Nonostante l' appello, la sentenza è stata confermata dalla Corte di Versailles il 24 aprile.
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Il contenzioso è iniziato nel momento del lockdown con una petizione dei dipendenti di Amazon che lamentavano le condizioni di sicurezza, poi in parte adeguate. Nel frattempo però i sindacati si sono rivolti alla magistratura che ha colpito pesante. Quando è uscita la notizia della richiesta della Cig da parte del gruppo, sono stati sempre i sindacati a fare pressione sul governo, definendo «indecente» la domanda di accedere agli ammortizzatori sociali.
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Attualmente, oltre 11 milioni di francesi hanno avuto accesso alla "disoccupazione parziale" che garantisce l' 84 per cento dello stipendio netto. In realtà durante il confinamento i clienti Amazon hanno potuto continuare a ordinare prodotti sulla piattaforma. Il gruppo ha infatti chiuso i suoi depositi in Francia ma ha continuato a pagare i suoi dipendenti e ha smistato gli ordini attraverso altri stabilimenti in Germania, Spagna, Italia. Le consegne sono state fatte attraverso una filiale che non è menzionata dalla sentenza della magistratura. I sindacati hanno denunciato questo comportamento nel loro appello a non concedere al gruppo gli ammortizzatori sociali. Chiusa per adesso la polemica, da oggi Amazon dovrebbe valutare una progressiva riapertura dei suoi depositi francesi in vista della fine del lockdown prevista lunedì prossimo.
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