vignette del global times sugli usa e l'afghanistan
Carlo Nicolato per “Libero quotidiano”
Che la Cina sia pronta a mettere le mani sull'Afghanistan una volta stabilizzato il potere dei Talebani è ormai una quasi certezza, così come per ogni nemico dell'Occidente la figuraccia americana sarà il facile pretesto per rialzare la testa.
LA CINA IN AFGHANISTAN
Ma per Pechino la fuga di Biden da Kabul, e il conseguente panico della popolazione locale abbandonata al suo destino, è qualcosa di più di un'opportunità economica da sfruttare a mani basse, è un esempio da mostrare a terzi, una lezione a quanti non si piegano alla loro politica imperialista. In particolare è un monito chiaro e tondo a Taiwan, l'isola indipendente e ribelle che si appoggia alle spalle larghe di Zio Sam per evitare di essere inglobata con le cattive al vicino impero comunista.
Tsai Ing-wen, presidente Taiwan
Attenzione, spiega in un editoriale il Global Times, quotidiano in lingua inglese del partito comunista cinese, questo è quello che fanno gli americani con i loro alleati, «abbandonare gli alleati» per «proteggere i propri interessi» è un «difetto» intrinseco «radicato» negli Usa.
vignette del global times su taiwan, usa e l'afghanistan
Lo hanno fatto in Vietnam e lo hanno ripetuto in Afghanistan e se il concetto non è sufficientemente chiaro il Global Times accompagna l'articolo con un'eloquente vignetta in cui l'aquila americana agevola la presidente Tsai Ing-wen verso un tombino aperto.
vignette del global times sugli usa e l'afghanistan 1
Ovviamente l'editoriale evita di entrare troppo nei dettagli, evita appunto di spiegare che la Cina qui in Afghanistan come allora in Vietnam è pronta ad approfittare della situazione e a planare come un avvoltoio sul cadavere lasciato sul campo, o nel tombino, tanto per rimanere nel tema della vignetta.
In Vietnam peraltro non gli andò per niente bene, la spedizione punitiva contro Hanoi si trasformò in un disastro militare, e non è nemmeno detto che gli riesca di mettere le mani sulle appetitose miniere afghane, vista la non certo facile trattabilità dei Talebani. In tanti hanno fallito in Afghanistan, ma questa è un'altra storia.
xi jinping propaganda su internet
Ai cinesi per il momento preme di far sapere a chi di dovuto che la "fine degli afghani" è quella che spetta a chi affida la propria sicurezza e il proprio futuro agli yankee. Pechino invita dunque Taiwan a «svegliarsi dai propri sogni» di indipendenza. Una volta scoppiata la guerra, spiega con viscida eloquenza l'editoriale, «la difesa dell'isola crollerà in poche ore e l'esercito americano non verrà in aiuto».
XI JINPING VESTITO COME MAO
Ecco perché, conclude, «la scelta migliore per i vertici del Ppd (Partito Progressista Democratico al potere nell'isola) «è evitare di portare la situazione a quel punto» e «agire come pedine strategiche degli Usa». Che è come dire «arrendetevi subito che conviene a voi come a noi».
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