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La fuga è finita. I carabinieri del Comando provinciale di Roma hanno bloccato nella notte, durante un posto di blocco in provincia della Capitale, Mihai Florin Diaconescu, il secondo detenuto romeno evaso domenica scorsa dal carcere di Rebibbia. L'uomo è stato bloccato a bordo di un furgone nella zona di Tivoli Terme ed ha tentato una breve fuga a piedi.
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Si è costituto invece ieri sera alla stazione dei carabinieri di Tivoli il primo dei due. Si tratta di Catalin Ciobanu, che proprio due giorni fa sarebbe dovuto comparire come imputato in un processo per sequestro di persona e per la morte, come conseguenza di altro reato, di un commerciante egiziano prelevato da casa e stroncato da un infarto.
Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu, di 28 e di 33 anni, condannati rispettivamente per sequestro di persona e l'altro per rapina, erano compagni di cella - considerati pericolosi - intorno alle 18.30, avrebbero tagliato le sbarre del magazzino e poi sarebbero scappati scavalcando la rete e il muro di cinta del penitenziario per darsi infine alla fuga a piedi lungo via Tiburtina.
"Ho parlato con Catalin Ciobanu - ha detto l'avvocato Andrea Palmiero - era mortificato e avvilito. Si è costituito perché ha capito di aver sbagliato e di aver fatto una sciocchezza scappando dal carcere di Rebibbia". "Il processo che lo riguarda - ha aggiunto - non è affatto compromesso. Abbiamo le carte in regola per provare la sua innocenza".
Dopo essersi costituito alla stazione dei carabinieri di Tivoli, Ciobanu è stato portato in ospedale per dei traumi avuti durante l'evasione, la frattura di una costola ed escoriazioni alla mano sinistra. Successivamente è stato rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e sottoposto ad attenta vigilanza per motivi precauzionali.
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Ciobanu, sentendosi braccato, ha trascorso 3 giorni senza bere e mangiare, nascosto in una struttura abbandonata di fronte al carcere di Rebibbia. Solo ieri ha presso un autobus di linea e raggiunto un amico presso un campo rom di Tivoli, dove non trovando solidarietà e inseguito dalle forze dell'ordine ha deciso di costituirsi.
Le polemiche. La fuga dei due romeni aveva innescato numerose polemiche sulla sicurezza del penitenziario romano. E' stato anche aperta un'inchiesta senza ipotesi di reato, nei confronti del carcere. I magistrati capitolini hanno chiesto al Dap una relazione dettagliata sulla dinamica dell'evasione e non è escluso che gli agenti di guardia quella domenica pomeriggio nel carcere romano di Rebibbia possano essere iscritti nel registro degli indagati.
È evidente che più di qualcosa nel sistema di vigilanza non ha funzionato. A cominciare dalla grata segata del magazzino da cui i due romeni sono passati per lasciare l'edificio. Così come di nulla si è accorto chi ha permesso che i fuggitivi superassero ben tre sbarramenti. Oltre al magazzino del reparto G11, due muri uno alto 7-8 metri e l'altro 6, più una rete elettrosaldata.
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