Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
FUNIVIA DEL MOTTARONE
Avrebbero dovuto farlo ogni sei mesi, invece per cinque anni nessuno ha controllato i primi 50 centimetri della fune traente della funivia del Mottarone.
Il tratto più delicato, quello che il 23 maggio 2021 si è spezzato causando, con i forchettoni che disinserivano i freni della cabina, 14 morti. «Non ho mai visto smontare il carter delle teste fuse per controllare dentro», dichiara Gabriele Tadini, uno dei principali indagati.
In attesa della perizia affidata dal gip, gli investigatori guidati dal procuratore di Verbania Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera puntano alla manutenzione fatta e soprattutto quella non fatta.
GABRIELE TADINI
Attività che le «Funivie del Mottarone» hanno affidato alla Leitner, azienda (indagata) leader mondiale negli impianti a fune, con un contratto onnicomprensivo da 150 mila euro l'anno e indicazioni date dal direttore di esercizio Enrico Perocchio, l'ingegnere dipendente della stessa Leitner arrestato nei primi passi dell'indagine con il capo servizio Tadini e il titolare Luigi Nerini.
FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI CON GLI IRON MAIDEN
La cabina numero 3 della funivia era trainata dalla stazione di valle di Arpino verso quella di monte del Mottarone dalla fune «traente» assicurata con una testa fusa, che è come un enorme pallino del filo del freno di una bicicletta, che con i primi 50 centimetri di fune è protetta da un manicotto di plastica riempito di grasso.
FUNIVIA DEL MOTTARONE - FORCHETTONE
La traente viene sostituita ogni 25 anni (quella che si è rotta risaliva al 1997). La sua integrità va verificata con un apparecchio «magneto induttivo» - l'ultima volta è avvenuto il 5 novembre 2020, sei mesi prima del disastro - che, però, non riesce a «vedere» ciò che c'è nel manicotto.
LA RICOSTRUZIONE
Per farlo, bisogna aprirlo, togliere il grasso e verificare manualmente la situazione. Il Regolamento di esercizio della Funivia del Mottarone, stilato da Perocchio e controfirmato da Tadini, prevede che questo controllo avvenga «ogni sei mesi». Non è stato mai fatto, sospetta l'accusa.
funivia stresa mottarone 9
«Non abbiamo mai avuto un ordine specifico per fare questo. È un controllo a scadenza ma non so chi lo facesse. Nelle manutenzioni generali semestrali non era previsto», dichiara a verbale Federico Samonini, anche lui indagato.
incidente funivia stresa mottarone 5
Rappresentate della Scf Monterosa, l'azienda che si occupava delle teste fuse. Difeso dall'avvocato Giovanni Bonalumi, aggiunge che «nella funivia di Como questi controlli li fa mio padre come capo servizio circa una volta al mese», «le operazioni vanno segnalate sul registro giornale». In quello del Mottarone non le hanno trovate.
Il 7 febbraio scorso, Tadini ai magistrati, assistito dall'avvocato Marcello Perillo, dichiara che dal 2016 non ha «mai visto fare da nessuno» lo smontaggio del contenitore protettivo. Talvolta veniva solo aggiunto del grasso, «si controllava l'uscita delle funi dal manicotto delle teste fuse per circa due o tre meri a vista o passando la mani sulla fune stessa».
Chi avrebbe dovuto farlo? «Le ditte esterne» e «doveva essere il direttore di esercizio a programmarlo». Era Tadini che ai «vetturini» preoccupati di viaggiare con forchettoni diceva: «Prima che si rompa una traente o una testa fusa ce ne vuole».
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