Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
Bisogna cercare di capire, interpretare. L' Inter ha giocato per settanta minuti una bellissima partita e alla fine è stata rimontata e battuta. È nata comunque una squadra europea o era difficile farsi fare due gol in dieci minuti da un Barcellona pessimo e mal schierato?
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La prima risposta è che l' Inter ha dominato spendendo molto e giocando sugli errori degli avversari. Quando Valverde ha rotto la simmetria inutile del centrocampo mettendo Vidal ad allungare il gioco e liberando De Jong nel suo unico vero ruolo, il regista, l' Inter ha pagato gli schemi e la fatica. La difesa si è allargata, il centrocampo è diventato un' altra difesa e tutto è diventato possibilità degli altri. Ma non cambierei adesso l' Inter col Barcellona. L' Inter sta nascendo, il Barcellona ha gli acciacchi di Messi e la poca fantasia del suo allenatore, dimostra l' anzianità dei suoi titoli.
Il Barça non ha giocato, ha simulato un vecchio calcio d' autore in cui non è previsto il tiro e nessuno, nemmeno i migliori possono cercare di saltare l' uomo. Archeologia di inizio duemila, quando gli interpreti erano altri. Resta l' involucro del Barcellona, il fascino di Messi, il tempo di Suarez , gli echi paurosi del Nou Camp, ma è un calcio che l' Inter per molti minuti ha travolto. L' errore è stato non segnare il secondo gol nel primo tempo quando il Barcellona non capiva il contropiede, qualcosa di innaturale per loro. È stata per lungo tempo una piccola lezione di calcio moderno, uno stile italiano cucito sulle caratteristiche dei giocatori.
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L' ingresso di Vidal ha spostato poi l' intera partita, insieme alla stanchezza dell' Inter e all' alleanza di Suarez con Messi. Ma se era questa la notte che doveva dare una risposta, credo proprio che la risposta ci sia stata e abbia detto che l' Inter è ormai diventata una grande squadra. Non lo dice ancora la classifica del girone, ma Handanovic chiude la partita senza aver fatto una parata. La prestazione è stata completa, di chi ha ormai finito la salita. Sarà un' altra partita con la Juve. Sarri fa un altro possesso palla, molto più rapido, molto più profondo. E la Juve ha nel complesso giocatori migliori del Barcellona. Ma stasera è stata una risposta bellissima anche se incompleta.
CONTE
Vincenzo D’Angelo per la Gazzetta dello Sport
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Quanto pesa il risultato su un' analisi? Beh, dipende da cosa si cerca e da cosa ci si aspettava. L' Inter di Antonio Conte perde la prima partita in stagione, compromettendo già il suo cammino in Champions in ottica ottavi di finale: «La situazione ora è compromessa, per crescere dobbiamo tornare arrabbiati perché non è un risultato positivo» ha subito avvisato Conte. Eppure a Barcellona è stata un' Inter meravigliosa per sessanta minuti, capace di guardare negli occhi quei marziani in maglia blaugrana e di farli tremare. Ecco, questo pesa enormemente.
Pesano tantissimo anche le occasioni non trasformate in gol nel primo tempo, con Barella murato da Semedo a pochi passi dalla gloria e Lautaro stoppato da Ter Stegen quando l' argentino era già proiettato verso la seconda esultanza. E pesa anche il rigore non dato su Sensi, che fa arrabbiare Conte: «Il penalty è una situazione molto dubbia, il Camp Nou è il Camp Nou per tutti: meritavamo molto di più noi, le giocate dei campioni hanno spostato gli equilibri».
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D' accordo, alla fine ha vinto il Barcellona ed è difficile da digerire. Però l' Inter ha già cominciato a riscrivere la storia: il gol del vantaggio di Lautaro è il primo in casa Barça in Champions.
Conte ce l' ha con l' arbitro Skomina, con cui più volte ha avuto un confronto acceso durante il match: «Ha detto che mi avrebbe mandato via alla prossima, però sulla loro casacca c' è scritto rispetto e io ho chiesto rispetto perché loro devono averlo per chi viene qui per giocare a calcio e fare meglio degli altri. Il rispetto deve essere reciproco, ci deve essere anche da parte loro nei nostri confronti. Stiamo parlando di un arbitro internazionale, che ha arbitrato l' ultima finale, non è l' ultimo arrivato.
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Questo mi lascia amarezza, ma non voglio dare alibi ai giocatori: io parlo di una mia sensazione personale». E allora meglio parlare della partita: «Abbiamo giocato bene, però questa partita andava ammazzata nel primo tempo, poi nella ripresa la qualità del Barcellona e il nostro calo fisico hanno portato ad abbassarci troppo. Sono contento della prestazione ma mi viene difficile parlare bene perché io la sconfitta la soffro troppo e deve far soffrire anche i miei giocatori». Se serviva altro per caricare la squadra in vista Juve, è un assist perfetto.
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Le parole di Valverde («L' Inter è una grande squadra») non suonano di circostanza. Ma a Conte i complimenti piacciono il giusto, lui questa sconfitta non riuscirà a mandarla giù tanto facilmente. «Meritavamo di più, avremmo dovuto essere più bravi a capitalizzare le occasioni, abbiamo messo in difficoltà un' ottima squadra come il Barcellona. Nel secondo tempo l' energia fisica è calata, d' altronde è la sesta partita in pochissimi giorni e alcuni le stanno giocando tutte. Sono amareggiato anche perché ho visto alcune situazioni indirizzate non nella giusta maniera e mi dispiace. Ci sono tante cose che non mi sono piaciute: ho avuto una sensazione di disagio sin dall' inizio della partita».
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ANTONIO CONTE