Andrea Cuomo per “il Giornale”
alberto di monaco gran paradiso
Ambientalisti col Rolex. E con l'elicottero. Il principe Alberto di Monaco è entrato in posizione altissima nella top ten dei gaffeur del cambiamento climatico. Quelli che vogliono iscriversi a tutti i costi nel partito dei buoni, quelli a cui sta a cuore il futuro del nostro pianeta, non sia mai che fai la figura dell'indifferente; ma che proprio non ce la fanno a rinunciare al proprio status, ai propri privilegi.
Perché io so' io e voi non siete ops... Il signor principe lo scorso 12 luglio ha accettato di partecipare a un'iniziativa volta a promuovere lo sviluppo sostenibile e la conservazione della natura sul Gran Paradiso, l'unico 4mila interamente italiano.
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Il suo ruolo: prestare la sua augusta figura per portare in vetta, a 4.061 metri, il Protocollo d'Intesa di amicizia e salvaguardia del Parco del Gran Paradiso, che aveva firmato il giorno prima. Un gesto simbolico e suggestivo. Ma anche una triste messinscena.
Già, perché Alberto di Monaco, 64 anni, pur avendo un passato da sportivo (ha partecipato a cinque Olimpiadi invernali come componente del temibile equipaggio monegasco di bob e ha preso parte a una Parigi-Dakar) si è ben guardato dall'arrivare in cima con le sue gambe: ha fatto soltanto gli ultimi metri, ben a favore di telecamera, dopo essersi fatto lasciare da un elicottero quasi in cima.
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Un gesto che ha scandalizzato gli ambientalisti quelli veri: «Tutto questo - scrivono Area democratica, Adu Vda-Sinistra italiana, M5s e Rete civica - è in aperta contraddizione con i valori dell'Agenda 2030 che si volevano promuovere e rendendo assurdo l'appello ambientalista, lanciato in vetta dai leader ai normali cittadini (quelli, per intenderci, che in montagna vanno ancora a piedi)».
Le suddette organizzazioni, dopo aver ricordato che e «ogni volo, in quest' area protetta, è potenzialmente dannoso per la fauna», hanno annunciato un'interrogazione scritta in consiglio regionale «per capire chi ha autorizzato questa iniziativa del tutto inopportuna, per poi valutare altre eventuali azioni». Già, perché oltre alla beffa c'è anche il danno: «L'elicottero sarebbe stato pagato direttamente o indirettamente dalla Regione, quindi dai contribuenti».
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Alberto non è certo il solo ad aver perso la faccia nello sforzo di accreditarsi come ambientalista di comodo. In molti sono caduti nella trappola tesa da chi nulla perdona ai vip che vogliono tingersi di verde.
Restando tra i reali, il principe Carlo ha un curriculum quasi immacolato come ambientalista ante litteram, eppure anche lui nel 2009 ha subito attacchi per il fatto che alcuni prodotti della Duchy Originals, la linea biologica della sua Home Farm, contenevano olio di palma e quindi avrebbero contribuito alla deforestazione globale.
E il figlio Harry, che pochi giorni fa ha tenuto all'Onu un vibrante speech in ricordo di Nelson Mandela nel corso del quale ha indugiato a lungo sul cambiamento climatico, è in patria considerato un ipocrita perché, come ha fatto notare Piers Morgan su Sky News, «usa i jet privati come fossero taxi» L'uso di aerei privati è il principale tallone d'Achille degli ambientalisti col Rolex.
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Ne sono stati accusati molte celebrity «impegnate», come Leonardo Di Caprio, Elon Musk, Jeff Bezos. Quando in Sicilia, a Selinunte, si tiene il Google Camp, riservatissimo raduno di vip che parlano dei problemi della Terra, primo tra tutti il cambiamento climatico, quasi tutti gli ospiti non arrivano ceerto con Ryanair: nell'ultima edizione pre-Covid, nel luglio 2019, all'aeroporto di Palermo si contarono 114 jet privati, alla faccia dell'impronta ecologica.
E perfino Al Gore, che per il suo impegno per il pianeta arrivò a vincere il premio Nobel per la Pace nel 2007, viene considerato da taluni un testimonial poco credibile della causa ambientalista per il fatto che la sua villona con piscina a Nashville, in Tennessee, consumi 230.889 kilowatt/hora, oltre venti volte quello che è il consumo medio di una famiglia americana (10.812 kW/h).
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Ma lo schiaffo più forte al pianeta lo ha assestato la modella e influencer americana Kyle Jenner - una che per la verità non ha mai preteso di essere green - capace qualche giorno fa di prendere un jet privato per fare i 63 km da Los Angeles a Camarillo. Tre minuti di volo, con un'auto elettrica ci avrebbe messo una mezz' oretta.
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