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    PAESE CHE VAI, SINISTRA BIGOTTA CHE TROVI - LA “GAUCHISTE” ÉLISABETH LÉVY CONTRO I ‘COMPAGNI’ FRANCESI MORALISTI E PURITANI: “È UNA LOBBY DELLA VIRTÙ. C’È UNA TIRANNIA DEL SESSUALMENTE CORRETTO”


     
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    Giulio Meotti per "il Foglio"

    PROSTITUTE FRANCIAPROSTITUTE FRANCIA

    Il Nouvel Observateur l'ha inserita nella copertina dedicata ai "néo-fachos", i neofascisti, i nuovi reazionari. Ma lei, Elisabeth Lévy, è una figlia prediletta della gauche parigina. Proveniente da una famiglia di ebrei algerini, Elisabeth Lévy ha partecipato alla fondazione del magazine Marianne. Nel 2007 arriva la creazione del mensile Causeur, che oggi è il contenitore privilegiato di tutte le battaglie intellettuali contro il politicamente corretto in Francia. Libération, nel lungo ritratto che le ha dedicato, la chiama semplicemente "vipera".

    Non sposata, "senza figli per scelta", Elisabeth Lévy ha vissuto tutte le battaglie progressiste. Poi ha scritto un libro, "La gauche contre le rèel", la sinistra contro la realtà, edito da Fayard, in cui spiega perché ha abbandonato i vecchi compagni di lotte. "Sono diventati dei moralisti e dei puritani impenitenti".

    Elisabeth Lévy è l'autrice del manifesto dei "343 maiali", intellettuali e gente dello spettacolo, che hanno denunciato il nuovo disegno di legge francese che vuole "abolire" la prostituzione, un progetto orwelliano di cancellazione della realtà, appunto, da parte della sinistra, arrivato in parlamento il 27 novembre.

    ELISABETH LEVYELISABETH LEVY

    Elisabeth Lévy rappresenta una "certa Francia" che non è né di destra, né di sinistra; non vecchi bigotti, ma laici, quasi tutti nati e cresciuti a sinistra, e che hanno poi compiuto apostasia. Hanno tanti aggettivi queste mosche bianche della cultura laica francese, da "pestiferi" a "franchi tiratori". La rivista Valeurs Actuelles li chiama "insubordinati del pensiero unico".

    "L'Assemblea Nazionale non ha ancora abolito la prostituzione, ma vorrebbe approvare una legge che vieta malizia, provocazione e umorismo", racconta al Foglio Elisabeth Lévy. "La Francia è succube di un sessualmente corretto, lo si vede dal matrimonio gay alla guerra alla prostituzione. E' l'ideologia di genere che è la negazione della sessualità occidentale. Per questo da voi c'è tanto odio per Berlusconi. E' una guerra agli uomini, alla mascolinità. Le nuove femministe dicono di volere il ‘sesso senza dominio'. Da quando in qua il sesso è senza dominio? Questi nipotiti del Sessantotto sono infarciti di senso di colpa e di espiazione, di ansia della denuncia e di conformismo. Coltivano un incubo egualitario e vogliono rieducare le persone". Scompare, appunto, l'ironia.

    ELISABETH LEVYELISABETH LEVY

    "La gente oggi in Francia ha paura di aprire la bocca, soprattutto dopo l'approvazione del matrimonio gay. La gauche vuole mettere metà della popolazione sotto sorveglianza ideologica. Questa sinistra è dominata da un bisogno di controllare e proibire. Noi del manifesto dei 343, i ‘delinquenti della parola', abbiamo commesso il reato di non aderire al loro concetto di sessualità, e più in generale della libertà, autorizzato da questa lobby della virtù.

    Dietro questa crociata abolizionista c'è il sogno egualitario della sessualità democratica trasparente, vale a dire il contrario della sessualità". Più in generale, dice Elisabeth Lévy, la Francia si è ammalata di un puritanesimo nuovo, che proviene da chi ha sempre professato il libertinismo. "E' lo spettacolo degli eredi presunti del Sessantotto trasformati in bigotti e bacchettoni", ci dice Levy.

    "Né lo stato né l'opinione pubblica possono imporre norme sulla intimità di due adulti consenzienti. In alternativa, la legge dovrebbe punire chi fa l'amore senza amore. Ma per questa generazione di sinistra, la sessualità dovrebbe essere trasparente, egualitaria e moderna. La prostituzione, con i suoi tormenti e i suoi segreti, appartiene al mondo di ieri". Se dovesse trovare una formula che riassuma bene il nuovo, falso illuminismo francese, Elisabeth Lévy indicherebbe questa: "La liberté, voilà l'ennemi!".

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