Estratto dell’articolo di Cristian Martini Grimaldi per “la Repubblica”
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Ti dai due pizzicotti e poi rileggi di nuovo la notizia. Andare al lavoro i giorni che vuoi, all' orario che vuoi e a fare le cose che vuoi? In Giappone? Nel paese dove una severa etica professionale non è tutto, ma è l' unica cosa che conta?
E invece sì, succede proprio qui, a Osaka. Altro che reddito di cittadinanza, ci hanno pensato nel Sol Levante a rivoluzionare il mondo del lavoro, propriamente un' azienda che si presenta sul mercato con un programma a dir poco esotico e che porta un nome che rimanda a remote selve tropicali, Papua New Guinea Sea Food, tra gamberetti e affini.
BONIFICHE ALLA CENTRALE DI FUKUSHIMA
Tutto parte da Fukushima, l''anno zero' del Giappone post-moderno. (…) Da questa crisi di coscienze post-apocalittica che tante risorse ha frustrato (…) ma tante nuove energie ha incoraggiato (…), fioriscono i primi germogli di questa azienda da sogno proibito che vide proprio in quel fatale giorno dell' 11 marzo 2011 andare in fumo tutti i suoi averi: il caso volle che quest' umile impresa che si occupa di impacchettare gamberetti avesse il proprio hub nel Touhoku, a un tiro di schioppo atomico dalla centrale.
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Ricollocarono a Osaka ma il governo ebbe la geniale idea di non elargire fondi alle aziende che sceglievano di "scappare" dalla zona contagiata dalla peggiore delle febbri: dovevano contare solo sulle proprie forze.
Alla fine, sommersa dai debiti, l' azienda veniva abbandonata perfino dal suo dirigente capo. Cinque anni fa si trovarono a un bivio, tagliare i costi o soccombere. (…)
Risolsero con un colpo di fantasia, tipica del genio nipponico quando le cose si mette sul serio con scrupolo a farle (cioè sempre), e l' uovo di Colombo l' hanno trovato sul serio: facciamoli venire a lavorare quando vogliono.
FUKUSHIMA ESAMI MEDICI SU UNA BAMBINA
Non sazi di quella che a tutti alle prime doveva apparire come una boutade da sbronza da addio al celibato, qualcun altro rilanciò, «non è sufficiente, facciamogli fare quel che cavolo gli pare e piace!».
FRUTTA E ORTAGGI MUTANTI FUKUSHIMA
In qualunque azienda del mondo avrebbero preso quei due funzionari per le orecchie e li avrebbero accomodati alla porta, non prima di aver disposto le carte per un T.S.O.. Non qui. Qui si sono presi maledettamente sul serio. E così è cominciata la favola dell' azienda che ora si ritrova solo 2 dipendenti a carico e 16 part iper-extra-flex-time. Risultato? La produttività è aumentata e i costi della gestione del personale sono diminuiti del 30%.
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(…) Non solo, nonostante i lavoratori fossero liberi di entrare e uscire a piacimento, è risultato che il loro numero fosse insufficiente per mandare avanti la produzione solo due giorni sull' arco di 5 anni: forse un' auto-compensazione semi-intenzionale dei part- timers.
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Inoltre, obbligando tutti a svolgere solo i loro compiti prediletti, l' efficienza generale è risultata scoppiare di salute. Certo, la saggezza comune avrebbe sconsigliato una simile mossa: se uno non si vede costretto da un contratto a timbrare il cartellino ogni mattina perché mai dovrebbe farlo?
La risposta l' ha data Muto san, il manager dell' azienda, usando le candide e schiette parole che solitamente escono dalla bocca di quei bambini quando con lievità sbrogliano la complessità apparente del mondo degli adulti: ma se un lavoratore pagato a ore non si presenta a lavoro come campa? Eureka!