Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “la Stampa”
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Ancora un altro anno di recessione per la Germania. Il governo tedesco, come riporta il quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung, prevede una contrazione dell'economia dello 0,2% per il 2024. A inizio estate stimava un'espansione di tre decimali. Così non sarà. A tal punto che mercoledì prossimo il titolare dell'Economia, Robert Habeck, secondo Sz, presenterà in via ufficiale le revisioni al ribasso.
Robert Habeck
[…] L'odierna debolezza di Berlino potrebbe essere però il traino per il prossimo taglio dei tassi d'interesse da parte della Banca centrale europea (Bce). […] Inflazione più debole di quanto stimato e stagnazione in Germania stanno invece aumentando le possibilità di un'ulteriore sforbiciata nella riunione del 17 ottobre.
Le parole utilizzate dalla testata giornalistica di Monaco lasciano poco spazio all'immaginazione. «Invece di acquisire slancio, l'economia continua a essere caratterizzata da una generale riluttanza dei consumatori tedeschi a spendere», si spiega.
ROBERT HABECK OLAF SCHOLZ CHRISTIAN LINDNER
A preoccupare i cittadini tedeschi sono una serie di problemi strutturali che pandemia di Covid-19, guerra in Ucraina e conflitto in Medio Oriente hanno acuito. «La Germania è bloccata nella stagnazione», dice Carsten Brzeski, responsabile della ricerca macroeconomica globale di ING.
A preoccupare l'esperto è l'indice Ifo Business Climate, che misura l'attività economica nei settori manifatturiero, dei servizi, del commercio e delle costruzioni. A settembre è sceso a quota 85,4, rispetto a 86,6 di agosto.
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«Un indice chiaro di calo dell'attività», evidenzia ING. Brzeski non usa eufemismi. «L'economia tedesca è tornata proprio dove era un anno fa: il ritardatario de facto della crescita dell'eurozona con pochi segnali di un imminente miglioramento». Non solo. «Dopo la contrazione nel secondo trimestre, ci sono pochissime ragioni di ottimismo per quelli successivi, a partire dal terzo».
cinesi costruiscono volkswagen 2
A pesare è un sistema manifatturiero che ancora si sta riprendendo dal taglio del petrolio e del gas russi a basso costo in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, aumentando i costi di input per le aziende. Ma è anche finita nella morsa di un cambiamento strutturale dei fattori produttivi, per via della transizione green.
L'avvento delle auto elettriche cinesi sul mercato europeo, funzionali a colmare i gap dei costruttori Ue per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal, ha messo in luce la difficoltà dell'industria tedesca al rinnovamento tecnologico.
LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN
[…] Le tribolazioni di Berlino sono al centro delle attenzioni dei banchieri centrali di Francoforte. Il meeting di metà ottobre doveva essere interlocutorio, dopo i tagli da 25 punti base di giugno e settembre e dopo l'adozione del nuovo operational framework. Potrebbe essere uno dei più delicati degli ultimi anni.
Primo, perché il rallentamento tedesco rischia di essere più marcato del previsto. Secondo, perché le tensioni geopolitiche globali non si attenuano. Terzo, perché la Federal Reserve statunitense - dopo il taglio da 50 punti base del mese scorso - potrebbe accelerare a sua volta la rimozione delle restrizioni. Quarto, perché le elezioni statunitensi del 5 novembre potrebbero portare volatilità sui mercati finanziari.
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vladimir putin angela merkel
All'interno della Bce, così come fra gli economisti tedeschi, c'è chi vede un possibile sollievo da una possibile accelerazione del ritmo dei tagli. La discussione, iniziata a inizio mese, proseguirà in questa settimana. La presidente Christine Lagarde cercherà la collegialità come sempre. Ma se fino a tre settimane fa la base di partenza del dibattito vedeva una pausa, oggi il quadro è più incerto.
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