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    TOGA PARTY! – A LATINA LA GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI, GIORGIA CASTRIOTA, AVREBBE AFFIDATO INCARICHI AD ALCUNI AMICI IN CAMBIO DI UN ABBONAMENTO IN TRIBUNA VIP ALLO STADIO OLIMPICO DI ROMA, GIOIELLI E SOLDI – LA DONNA È FINITA IN CARCERE, INSIEME AL CONSULENTE SILVANO FERRARO – L’INDAGINE È PARTITA DA UNA DENUNCIA DELL’AMMINISTRATORE DI UNA SOCIETÀ A CUI ERANO STATI SEQUESTRATI DEI BENI PER DEI REATI FINANZIARI. L'UOMO LAMENTAVA LA POCA CHIAREZZA CON CUI QUESTI ERANO GESTITI E...


     
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    Estratto dell’articolo di Michele Marangon per www.roma.corriere.it

     

    giorgia castriota giorgia castriota

    Corruzione ed induzione indebita a dare e promettere utilità: con queste accuse, a vario titolo sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare, due in carcere ed una ai domiciliari, rispettivamente nei confronti del giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota, per il consulente Silvano Ferraro. Restrizione nel proprio domicilio, invece, per l’imprenditrice Stefania Vitto. Indagati a piede libero anche altri due professionisti coinvolti nelle amministrazione giudiziarie ‘disinvolte’ orchestrate dai tre soggetti.

     

    […] La genesi dell’indagine stia nella denuncia dell’amministratore di una società di logistica sequestrata per reati tributari, che lamentava condotte poco trasparenti nella gestione dei beni che gli erano stati sequestrati da parte degli amministratori giudiziari e del coadiutore, con l‘avallo del giudice.

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    Le indagini sono state delegate ai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Perugia, facendo emergere un quadro indiziario pesante verso i tre, basato sul conferimento degli incarichi da parte della Castriota a persone con cui aveva assidue frequentazioni, in particolare Ferraro e Vitto, ottenendo prebende da parte degli stessi.

     

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    L’ordinanza fa emergere «attraverso le intercettazioni telefoniche e i riscontri documentali in quadro granitico di gravità indiziaria», facendo intravvedere un chiaro accordo corruttivo e di vendita della funzione nel quale i soggetti nominati dal giudice all’interno dell’amministrazione, già legati da rapporti personali pregressi, retrocedevano al magistrato sotto forma di contributo mensile ed altre regalie, parte del denaro che lo stesso giudice liquidava loro per l’adempimento degli incarichi».

     

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    La toga avrebbe ricevuto compensi in denaro da parte dei due amici, ma anche altre utilità come gioielli, viaggi e un abbonamento annuale per lo stadio olimpico in tribuna d’onore. […]

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