Simonetta Agnello Hornby per “la Stampa”
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Questa giornata, questo anniversario della Regina Elisabetta, hanno ovviamente un'importanza enorme per gli inglesi, ma non soltanto per loro. Questo è infatti un momento in cui quasi tutte le istituzioni inglesi, che consideravamo salde, stanno perlomeno tremando.
È un periodo di decadenza del Regno Unito. Ho già avuto modo di parlarne su questo giornale, non posso che confermarlo. Ed è realisticamente un grosso pensiero - per tutti noi che siamo britannici, io lo sono diventata dieci anni fa - la domanda e le incertezze su quale sarà il futuro prossimo.
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Ovvero, se la Gran Bretagna continuerà a vivere come la conosciamo oppure se si dividerà in almeno tre Stati. Io, questa, la vedo come una possibilità concreta: perché la Scozia vuole la sua indipendenza, anche se penso che sarebbe una follia, perché è un paese povero, però dobbiamo anche considerare che il buon senso sembra aver lasciato la Gran Bretagna. Poi c'è l'Irlanda del Nord, che prima o poi deve essere riunita all'Irlanda del Sud; dunque, a quel punto, resterebbe l'Inghilterra centrale e la Cornovaglia.
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Ma Londra sta perdendo quella sua posizione importantissima e strategica che aveva nel passato: non è più la capitale di tutto il mondo inglese, il turismo la sorregge ancora, ma molte delle industrie e delle organizzazioni internazionali l'hanno abbandonata e questo è un segnale che non possiamo non considerare. E poi il leader del Partito conservatore, e primo ministro, Boris Johnson è semplicemente un buffone, anche se ha una bella intelligenza. Atrofizzata.
A Londra rimangono allora le arti, e rimangono anche le eccellenze delle sue università, ma non sappiamo fino a quando tutto questo può durare e sopravvivere alla situazione attuale.
BORIS JOHNSON
Per me, credetemi, è davvero triste parlare in questo modo del Regno Unito, ma vedo così il futuro della mia seconda patria. Come ho avuto modo di scrivere nei giorni scorsi, vedo tra la gente, qui a Londra, tanta aggressione contenuta, tanta rabbia e tanta prepotenza, dapprima sconosciute.
La sento anche io, la paura.
E sento la paura di tanti altri cittadini, giovani e vecchi, femmine e maschi, neri e bianchi, musulmani, buddisti ebrei e cristiani - che non avevo mai visto o sentito prima - e che aumenta di giorno in giorno. La violenza per le strade è aumentata e ha raggiunto livelli preoccupanti.
carlo con la regina elisabetta
Ci sono famiglie che si allontanano dalla gloriosa città e vanno a vivere in campagna. I giovani temono il futuro più di tutti. E allora penso ai miei figli e ai miei nipoti, che forse hanno capito prima di me questa regressione che sta colpendo il Regno Unito.
Non a caso, due anni fa, infatti, i miei nipotini - che sono per tre quarti inglesi e hanno un'età dai 14 ai 10 anni - hanno chiesto ai loro genitori e pure a me di farli diventare anche italiani, prendendo quindi la doppia cittadinanza. Credo che anche loro abbiano capito che il futuro dell'Inghilterra, forse, non è altrettanto bello come la eventuale possibilità di vivere in Italia.
VIGNETTA SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON la regina alla cerimonia di illuminazione a windsor 4 la regina elisabetta 3 la regina elisabetta 2 royal family (senza harry) al balcone di buckingham palace 2 parlamento gran bretagna 2 parata per il giubileo di platino della regina elisabetta 1 camera gran bretagna boris johnson boris johnson johnson boris