Giuseppe Videtti per il Venerdì di Repubblica
big mama thornton e elvis
Questa è la cantante che ha insegnato a Elvis il R&R. Lo danno tutti per scontato, anche il regista Baz Luhrmann, che ha diretto il recente biopic sul Re, in cui Shonka Dukureh interpreta Big Mama Thornton (1926-1984), blues singer, cantautrice e batterista non meno dinamica e trascinante di Chuck Berry o Little Richard.
Perché Big Mama, se la sua grandezza era pari alla stazza, è sempre rimasta in seconda fila? Era nera, era donna e non era un sex symbol; aggressiva e prepotente, anzi, una spina nel fianco per impresari alla ricerca di docili prede.
Big Mama thornton
Dunque, in quanto donna, patì una doppia pena rispetto a tanti giganti del blues attivi tra gli anni 50 e gli anni 60: portati alle stelle per aver scritto canzoni senza le quali il R&R non avrebbe mai visto la luce (Hound Dog nel caso di Big Mama, quella che Elvis le scippò e trasformò in un classico), poi surclassati e lasciati all'angolo dagli stessi che ne avevano esaltato la gloria (Elvis, ma anche i protagonisti della British Invasion, Beatles e Stones in testa).
Quando nel 1967 Janis Joplin interpretò a Monterey quella devastante versione di Ball & Chain, la Thornton, che l'aveva scritta e cantata, era già stata relegata a un circuito amatoriale (fino a Joni Mitchell di cantautrici neanche l'ombra); incideva dischi bellissimi per l'etichetta specializzata Arhoolie (una Bibbia per gli amanti del blues).
Ascoltate Sometimes I Have a Heartache, da un album del 1966 con il grande Muddy Waters alla chitarra e i fantastici Otis Spann al piano e James Cotton all'armonica. Di fronte a tanta voce, a quel che si racconta fosse la presenza in scena di Big Mama e al magnetismo di questo blues, riflettiamo: quanti sacrifici e quante umiliazioni e quali ingiustizie hanno subito le madri e i padri della musica afroamericana per far largo ai reali del rock?
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