1 - VAROUFAKIS: “ATTENTI A BERLINO SONO CAPACI DI FAR SALTARE TUTTO”
Francesco Semprini per “la Stampa”
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«Con la Germania devi sempre fare attenzione, sono capaci di far saltare tutto». Mentre al Fondo monetario internazionale tiene banco l’intreccio di consultazioni tra i Grandi del Pianeta sul caso ellenico, in un bar della capitale americana è in corso la trattativa parallela. Seduto a un tavolo defilato del «Blue Duck Tavern», un uomo sulla sessantina consulta il telefonino, sembra attendere qualcuno. Quell’uomo è Larry Summers, ex ministro del Tesoro con Bill Clinton, ex capo del Consiglio economico della Casa Bianca con Barack Obama, e due anni fa a un passo dalla reggenza della Federal Reserve.
alexis tsipras e vladimir putin 4
IL GURU DI HARVARD
È l’imbrunire, una pioggia leggera giunge a conclusione di una giornata dominata da un caldo quasi estivo. Da un vicino albergo giunge a passo spedito un uomo prestante e dalla fronte alta, è assieme a una donna che lo fa accomodare al tavolo di Summers. È la persona che il guru di Harvard attende, non un ospite qualsiasi, si tratta di Yanis Varoufakis, il ministro delle Finanze greco.
È il personaggio del momento, il più importante ministro del governo di Alexis Tsipras, l’«Iron Man» del debito ellenico, economista prestato alla politica che, grazie alla sua esperienza accademica tra Inghilterra e Usa, riesce a tenere testa ai Grande della Terra, irriverente dinanzi all’austerità tedesca, sprezzante al cospetto di Berlino e Bruxelles. I due ordinano da bere, vino bianco per Summers, rosso per Varoufakis, un fugace spuntino per accompagnare la chiacchierata, informale certo, ma carica di contenuti, a breve si decide il destino di Atene.
VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS
UN PUNTO DI RIFERIMENTO
Per il ministro greco Summers è sempre stato un punto di riferimento, come si nota dalla reiterate citazioni sul suo blog. L’ex segretario, inoltre, sulle tensioni economiche internazionali la sa lunga, come conferma il suo operato al Tesoro durante le crisi in Messico, Borse asiatiche e Russia. E lo tsunami finanziario di Wall Street, quando dalla Casa Bianca tentava di traghettare gli Usa in acque sicure.
Summers è un interlocutore privilegiato di Obama, e non a caso l’incontro riservatissimo all’ombra del Fmi arriva a poche ora da quello fugace tra Varoufakis e il presidente Usa, e quello con Mario Draghi, definito dallo stesso presidente della Bce «costruttivo sul processo che deve accompagnare i negoziati da qui al vertice di Riga», in programma a maggio.
tsipras
L’obiettivo del ministro è cercare una sponda in Usa per fare pressing su Europa e Germania, dialogando con Francoforte. Summers e Varoufakis parlano per circa un’ora e mezza, quest’ultimo lo ascolta con attenzione quasi ipnotica, ogni tanto appunta le sue parole. E’ il momento del saluto. E’ lì che lo intercettiamo: «Ministro buonasera, siamo italiani».
varoufakis suona il piano su paris match
«Nessuno è perfetto», dice lui con una pacca sulla spalla. «Nessuna Grexit?», ribattiamo in relazione alla uscita del Paese dall’euro come definita dallo stesso politico greco. «Spero di sì - confida - stiamo lavorando proprio per questo». Poi ci ripensa e torna indietro: «In realtà occorre chiarire, dobbiamo salvare tutta l’Europa, il Mediterraneo in particolare». Varoufakis fa capire di riporre fiducia proprio in Paesi come l’Italia, tra le realtà che più di altre possono comprendere la situazione in cui versa la Grecia: «Anche voi eravate nei guai, come lo siamo noi adesso». Il piglio è della persona che la sa lunga, lo stile casual (giacca sportiva con camicia aperta sul petto) fa da contraltare alla padronanza dell’inglese.
larry summers
Ottimista quindi? «Non del tutto - ci risponde - abbiamo a che fare con la Germania, e con la Germania devi sempre essere all’erta». Cosa intende? «Sono capaci di far saltare tutto», dice congedandosi con un «arrivederci». Al tavolo rimane Summers che riprende a consultare lo smartphone, invia un messaggio, poi si alza. «Professore, la Grecia ce la fa?» «Sinceramente, non lo so».
2 - LE RICHIESTE DELL’EUROPA E DELL’FMI
Ettore Livini Per “la Repubblica”
draghi tsipras
LAVORO
Bce, Ue e Fmi hanno idee chiare: Atene deve rispettare le riforme varate da Antonis Samaras, senza fare marce indietro. Tradotto in soldoni: la Grecia non deve alzare lo stipendio minimo – ridotto negli ultimi anni a 586 euro - e soprattutto non può cancellare le norme, vitali per i creditori, che hanno di fatto eliminato la contrattazione collettiva di categoria, affidando i negoziati solamente al livello aziendale.
tsipras hollande
Un altro legge intoccabile secondo i criteri del Bruxelles Group è quella che ha reso possibili i licenziamenti di massa, riducendo di molto l’onere a carico dei datori di lavoro per i risarcimenti dei dipendenti interessati. Questi provvedimenti, dicono, hanno funzionato benissimo in Spagna dove grazie alla flessibilità del mercato del lavoro l’economia è ripartita e la disoccupazione è scesa quasi del 3% in un anno.
PENSIONI
L’intervento della Troika ha rivoluzionato il sistema pensionistico greco in due tappe. Nella prima, che risale al 2010, è stata alzata l’età pensionabile fino a 65 anni con un minimo iniziale di 40 anni di contributi per potersi ritirare a 60. Dalla lista dei lavori usuranti sono state cancellate professioni non proprio faticose come gli annunciatori tv (messi a repentaglio dalla flora batterica nei microfoni) i parrucchieri, e le figlie zitelle di dipendenti pubblici.
tsipras con un poster della merkel
Sono stati inaspriti di parecchio i prelievi fiscali sugli assegni più alti e limati anche quelli minori con la cancellazione della tredicesima e della quattordicesima. Oggi solo il 25% dei greci però va davvero in pensione a 65 anni. E la Troika ha chiesto a Samaras provvedimenti per ridurre il gap tra i contributi e uscite. Il governo conservatore non l’ha fatto e ora Bruxelles chiede di intervenire a Tsipras.
PRIVATIZZAZIONI
TSIPRAS E JUNCKER
È sempre stato uno dei capisaldi delle richieste della Troika. E chiunque sia stato al governo, da Papandreou a Samaras fino a Tsipras, uno dei più difficili da concretizzare. L’ex premier del Pasok, noto liberista su questo fronte, aveva promesso 50 miliardi di dismissioni pubbliche nel 2010 senza poi riuscire a mandare in porto quasi nemmeno una. Stesso discorso per Samaras. Aveva garantito alla Troika di cedere beni per 11 miliardi entro il 2016 e invece ha raccolto poche briciole privatizzando le lotterie, qualche albergo e vendendo l’ex aeroporti di Atene. Fallendo però la cessione di beni più strategici come il monopolio del gas. A Tsipras Ue, Bce e Fmi chiedono solo di non bloccare i processi già avviati e non conclusi come la vendita del Pireo, degli aeroporti e del colosso elettrico pubblico.
TSIPRAS
PUBBLICO IMPIEGO
La Troika ha imposto alla Grecia un piano lacrime e sangue per ridurre nel tempo di 150mila persone il suo settore pubblico, gonfiato nell’era delle assunzioni clientelari del tandem Pasok-Nea Demokratia. Dall’inizio della crisi l’organico della pubblica amministrazione è stato ridotto dell’11% circa mentre un taglio molto più deciso è stato dato alle buste paga dei dipendenti dello Stato che tra benefit e fisso si sono visti ridurre lo stipendio del 30% circa. Ue, Bce e Fmi sono state chiare con il governo Tsipras: la cura dimagrante del settore deve continuare. C’è ancora molta strada da fare per arrivare agli obiettivi imposti dai creditori e non ci sono spazi per alcuna marcia indietro né per congelare i licenziamenti o il blocco del turnover, come ventilato da Syriza durante la campagna elettorale.
3 - LE POSIZIONI ANTI-AUSTERITY DI TSIPRAS
Ettore Livini per “la Repubblica”
LAVORO
tsipras varoufakis
il governo di Alexis Tsipras non solo non è disposto ad accogliere le richieste della Bce, ma ha già concretizzato qualche decisione che va in direzione contraria rispetto ai desiderata della ex-Troika. In un provvedimento in Parlamento è già previsto l’aumento dello stipendio minimo fino a 751 euro. Anche se per venire incontro alle esigenze dei creditori verrà alzato in più rate. Il ministero del Lavoro ha inoltre avviato i negoziati con Confindustria e sindacati per ripristinare il livello della contrattazione collettiva e per impedire i licenziamenti collettivi. Fumo negli occhi di Bce, Ue e Fmi. La flessibilità, dicono ad Atene, è servita solo ad aggravare la crisi, visto che malgrado la ricetta lacrime e sangue della Troika e le riforme di Samaras la disoccupazione nel Paese è salita dall’8% del 2008 al 25,7% attuale.
PENSIONI
la coppia si conosce dai tempi del liceo
Quella delle pensioni è una delle “linee rosse” che il governo Tsipras non intende sorpassare riducendo le prestazioni. L’ha promesso in campagna elettorale e anche se «il sistema non sta in piedi», come ha candidamente ammesso il ministro alle finanze Yanis Varoufakis giovedì al Fondo Monetario, non si può toccare pena un iter Parlamentare impossibile.
Di più: Syriza aveva garantito prima del voto del 25 gennaio la restituzione della tredicesima alle famiglie più povere. Una misura che secondo il Programma di Salonicco del partito riguardava 1,2 milioni di persone con meno di 700 euro di pensione al mese. Il costo dell’iniziativa è di circa 540 milioni di euro. La misura va bene solo se è finanziata con altri tagli, dicono Bce, Ue e Fmi, che non sono affatto convinti delle coperture presentate finora da Tsipras.
PRIVATIZZAZIONI
PANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRAS
QUELLO delle privatizzazioni è uno dei temi sui cui le posizioni di Atene e della Troika, invece di avvicinarsi, si sono allontanate. La questione è delicatissima per la minoranza radicale all’interno di Syriza. E al ministero dello Sviluppo economico, responsabile del processo, siede Panagiotis Lafazanis, leader carismatico della sinistra del partito. È stato lui finora a mettersi di traverso a ogni tentativo di vendita. Ha già detto che non cederà mai l’elettricità nazionale. Ha posto condizioni durissime per le concessioni sugli aeroporti (acquistati dai tedeschi di Fraport) e messo il veto sull’addio al Pireo. Varoufakis e Tsipras stanno cercando di metterci una pezza. Hanno detto che privilegeranno accordi di cogestione con i partner internazionali rivedendo i termini delle intese raggiunte. Un modo soprattutto per non inimicarsi i cinesi della Cosco già titolari del 33% del porto di Atene.
PUBBLICO IMPIEGO
alexis tsipras con la partner batziana
ANCHE su questo fronte nelle ultime settimane è aumentata la tensione. Il governo di Alexis Tsipras ha detto urbi et orbi che in Grecia c’è un’emergenza sanitaria e che si devono assumere in tempi brevi 4.500 tra medici e infermieri. Sono assunzioni comprese nei piani concordati con Bce, Ue e Fmi, ha garantito l’esecutivo. Peccato che pochi giorni più tardi sia stato annunciata alla stampa la riassunzione nell’organigramma della pubblica amministrazione di altre 12mila persone. Si tratta di normale e fisiologico turnover, dice Syriza, ma l’ex Troika ne dubita. Uno dei primi provvedimenti dell’esecutivo del resto è stato il reintegro delle donne delle pulizie del ministero delle finanze, protagoniste di un’epica battaglia dopo essere state messe alla porta dai creditori.