VEICOLO AUTONOMO USATO IN GUERRA
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Prima dell’invasione russa dell’Ucraina l’azienda di Taras Ostapchuk produceva semafori stradali. Ora costruisce droni e robot militari. Secondo la rivista Wired, dalle sue officine sono già usciti tre tipi di veicoli autonomi: uno per rifornire le forze militari in prima linea, uno per l’evacuazione dei soldati feriti e il terzo, chiamato Kamikaze, capace di seminare mine o destinato a essere lanciato, pieno di esplosivo, contro un bersaglio nemico.
ROBOT CON MITRAGLIATRICE BRAVE1
Alcuni video messi in Rete mostrano che anche dietro le linee dell’esercito di Putin cominciano a circolare veicoli robot artigianali. Per ora hanno soprattutto compiti logistici ma si sa che la Russia, oltre a produrre sul suo territorio una nuova generazione di droni con l’aiuto dell’Iran, ha sviluppato una sua tecnologia di droni subacquei armati. L’Ucraina deve aver fatto lo stesso percorso: alcune delle unità russe colpite nel Mar Nero sembrano essere state attaccate da ordigni subacquei.
carro armato senza pilota
[…] Non siamo ancora allo scontro armato tra robot, ma poco ci manca: qualche giorno fa il vicepremier ucraino Fedorov ha postato su X le immagini di un robot della serie Brave1 armato con quella che sembra essere una grossa mitragliatrice. Le guerre, come sempre, accelerano gli sforzi tecnologici. Quelli in corso, senza alcun controllo né regole, in campo digitale devono preoccupare anche chi vive lontano dai conflitti per almeno due motivi: queste tecnologie belliche sono facili da «democratizzare», visto che anche droni-giocattolo manovrati con un joystick possono diventare ordigni micidiali. E sono anche facili da miniaturizzare: droni sempre più piccoli, da lanciare a sciami.
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